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Italia Campione del Mondo!

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Mi si perdoni la retorica, ma sarà L’Inno di Mameli, questa sera, a risuonare alla cerimonia di chiusura, quando i nostri alfieri saliranno sul gradino più alto del podio, e questo, per me che canto l’inno con emozione, dall’inizio alla fine, è fonte di lacrimucce al solo pensiero.
Era dal 2008, anno nel quale vincemmo i World Mind Sport Games a Pechino, che non strappavamo un alloro mondiale, e con quel titolo si chiuse un’età dell’oro nell’ambito della quale, a un certo punto, abbiamo detenuto tutti i titoli possibili a livello maschile, abdicandoli via, via tutti. Il “filotto” era cominciato con la Rosenblum del 2002, dove vincemmo coppie (Fantoni-Nunes) e squadre (Lavazza, Bocchi, Duboin, Ferraro, Lauria, Versace); proseguito nel 2004 con l’individuale (Norberto Bocchi) e le Olimpiadi (Bocchi, Duboin, Fantoni, Lauria, Nunes, Versace), e toccato l’apice con la Bermuda Bowl del 2005 (come sopra).
Adesso, perso a favore della Svezia l’anno scorso l’ultimo titolo che ancora detenevamo, quello olimpico, ci siamo ripresi quello più prestigioso, quella Coppa delle Bermuda sul quale “Italia” è già stato scolpito 14 volte: ‘57, ‘58, ‘59, ‘61, ‘62, ‘63, ‘65, ‘66, ‘67, ‘69, ‘73, ‘74, ‘75, ‘05. Un numero impressionante, se si pensa che dopo gli USA, che di vittorie ne contano 18, e l’Italia medesima, solo altre due squadre, Francia e Olanda, hanno vinto più di una volta, ovvero due (’56 e ’97 i transalpini, ’93 e ’11 gli “orange”)!
I nostri ragazzi sono stati qui impressionanti: sono arrivati tranquillamente secondi nella fase di qualificazione, giochicchiando, ma arrivati ai quarti hanno demolito ogni malcapitato avversario gli sia stato messo davanti, tanto da costringere all’abbandono tanto la Cina prima, che la Polonia poi, ed avrebbe fatto altrettanto Monaco – a -97 con sedici smazzate da giocare – se Pierre Zimmerman, dopo averlo considerato a lungo, non avesse poi deciso di giocare per togliersi la soddisfazione.
Un abbraccio a Norberto Bocchi (e auguri: oggi è il suo compleanno, e non poteva festeggiarlo meglio), Giorgio Duboin, Lorenzo Lauria, Agustin Madala (e complimenti: da oggi si può fregiare del titolo di World Grand Master; gli altri lo sono già), e Alfredo Versace, nonché al Capitano Non Giocatore Gianni Medugno, che ha gestito un gruppo delicato, al Coach Giuseppe Failla – quest’ultimo amorevolmente all’angolo degli azzurri per due settimane, sofferente ben più che se avesse giocato lui stesso – e a Francesco Conforti, Segretario Generale, affascinato dall’ambiente. Infine, un abbraccio a tutti quei tifosi, e sono stati tanti, che hanno seguito appassionatamente le sorti della squadra per due lunghe settimane: questa sera, me li immagino cantare a squarciagola insieme a noi.

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Maurizio Di Sacco

Maurizio Di Sacco (DSZ003, Bridge Villa Fabbriche) è Arbitro Capo di FIGB, WBF, EBL, CAC (Center American & Caribbean), CSB (Confederation Sudamericana De Bridge) e Direttore della Scuola Arbitrale di FIGB ed EBL. Anche membro del WBF Laws Committee, Maurizio è uno dei più autorevoli arbitri del mondo. Anche il suo palmares come giocatore è più che invidiabile: ha giocato ai massimi livelli fino al 2002, conquistando a livello nazionale un titolo italiano, un argento in eccellenza, diversi piazzamenti in Coppa Italia e numerosi primi posti in tornei naizonali. A livello internazionale ha raggiunto la finale di un Campionato Mondiale e di uno Europeo.

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