Bridge, lo sport della mente

Nel 1993 il Bridge è stato riconosciuto dal CONI come disciplina sportiva associata.

Nel 1993, sotto la Presidenza CONI di Arrigo Gattai, e grazie all’impegno del Segretario Generale CONI Mario Pescante, la Federazione (l’Associazione Italiana Ponte è diventata Federazione Italiana Bridge nel 1951) ha raggiunto l’ambizioso sogno di veder elevare il Bridge al rango di sport.

La solida reputazione che vanta ancora oggi è il frutto di decenni di scelte federali che hanno avvicinato il Bridge ai principi di integrità sportiva, allontanandolo dal pregiudizio dell’azzardo legato ad alcuni giochi di carte.

Una tappa davvero storica.

Cinque anni dopo, lo stesso traguardo è stato raggiunto a livello internazionale con il riconoscimento della World Bridge Federation da parte del CIO.

L’Unesco ha riconosciuto che il Bridge è uno sport di intelligenza con un’importante componente di convivialità, che può sviluppare le capacità intellettuali e migliorare le doti comunicative.

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    Giovanni Malagò

    Presidente CONI, ex Bridgista

    “Sport del sudore e sport della mente sono scuole di vita. Chi è bridgista è di sicuro una persona intelligente, perché per giocare il cervello deve ben funzionare, essere attento e analizzare. Nessuno sport in Italia ha un palmares come il Bridge.”

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    Juan Antonio Samaranch

    Presidente IOC (International Olympic Committee) dal 1980 al 2001

    “Il Bridge è uno sport e, in quanto tale,  il suo posto è qui a Losanna insieme agli altri sport.”