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Ti racconto… le mani della European Champions’ Cup 2021 (1)

Incomincia l’avventura dei pescaresi nella finale di Champions Cup. Il rientro in squadra di Sergio Freddio, (che, come certo tutti ricorderete, era indisponibile per la fase di qualificazione ed era stato sostituito da Fulvio Fantoni, con le relative polemiche che non stiamo qui a rivangare), sembra aver riportato la tranquillità: sta di fatto che gli avversari si presentano regolarmente al tavolo e possiamo quindi commentare incontri di bridge giocato, come amiamo fare.
Dodici squadre partecipano al round robin iniziale, con l’obiettivo di arrivare nelle prime quattro. Al termine della fase di qualificazione, infatti, la classifica verrà affettata in tre gironi da quattro, che si contenderanno rispettivamente le posizioni dal primo al quarto, dal quinto all’ottavo e dal nono al dodicesimo, con due incontri a ko (semifinale e finale).
Il round robin è pertanto formato da 11 turni, e oggi se ne disputeranno le prime sei. Saremo su BBO soltanto per il terzo incontro, che quindi seguiremo in maggior dettaglio: per gli altri, non abbiamo che l’esame degli score e delle mani corrispondenti.

PRIMO INCONTRO

Incominciamo con i norvegesi di Bergen schierando Vecchi-Di Febo in aperta e Dimitrov-Caldarelli in chiusa. Tante piccole perdite ci portano sullo 0-7, e poi ne arriva una più seria:

E’ facile supporre che il 5 cuori di Vecchi e Di Febo sia arrivato in competizione su 4 picche o 5 fiori avversario. Purtroppo la valutazione è infelice perché entrambi i contratti sono infattibili: a 5 fiori si perde una presa per seme, a 4 picche c’è da contrastare una cattiva divisione molto pericolosa per cui è quasi impossibile non prendere un taglio. Dunque 2 down sempre, mentre 5 cuori (anche un pizzico di sfortuna!) dipende quasi esclusivamente dalla posizione del K di atout, malmesso.
Sembra annunciarsi una netta sconfitta perché ci troviamo sul 0-20, ma nel board successivo arriva un recupero perché Dimitrov e Caldarelli chiamano questo bel grande, mancato in aperta dai nostri avversari:

La mano si fa tagliando le due cuori al morto, quindi con il seme diviso non peggio che 5-3, sicuramente un’ottima scommessa (la presenza dell’8 di atout in Est aggiunge poi una piccola chance ulteriore).
Un’ultima surlevée a nostro vantaggio fissa il punteggio finale sul 12-20. Siamo ottavi con 7,17 VP, non una partenza esaltante: ma poteva andare peggio.
Non ci sono state differenze particolarmente eclatanti in questa prima giornata. Comandano a pari punti (15 e qualcosa) danesi e svizzeri, ma ovviamente si è ancora tutti molto vicini.

SECONDO INCONTRO

L’Olanda è campione in carica, avendo vinto l’edizione 2019 (l’ultima disputata): ha pertanto diritto di essere presente con due formazioni, una come defender del titolo e l’altra conquistata nella qualificazione di ottobre. Entrambe le squadre partecipanti provengono dal club BC t Onstein; in questo incontro noi affrontiamo Onstein 2, che dopo il primo incontro è posizionata al decimo posto.
Siamo in campo con Mancini-Freddio in aperta e Dimitrov-Caldarelli in chiusa.
Inizio equilibrato, poi i nostri avversari si avvantaggiano quando Mancini e Freddio in aperta chiamano 6 cuori con

Lo slam è incerto, tuttavia tutti noi ne abbiamo chiamati di ben peggiori. L’attacco a fiori ci concederebbe subito la chance dell’impasse di taglio che va, dopodiché basterà tagliare una sola quadri in Est (la quarta quadri e la quarta picche andranno sulle due fiori affrancate. Ma lo slam è stato chiamato solo a due tavoli, e in entrambi i casi l’attacco è stato il 3 di quadri da Sud: con questo attacco all’altro tavolo si è mantenuto. Non c’è una linea di gioco che si impone, anche se, a carte viste giocando subito fiori dal morto se Nord impegna l’Asso si ricrea la situazione di prima. Sta di fatto che i nostri lasciano sul tavolo 11 MP.
Lo score peggiora ulteriormente quando in aperta i pescaresi vanno a un infattibile 4 cuori nella 4-3, mentre gli avversari centrano le nove imperdibili prese a 3SA. Si chiude 10-37 per gli avversari, e i 2,66 VP che ci spettano non sono sufficienti a evitare l’ultimo posto in classifica.
Sempre svizzeri e danesi al comando, separati da pochi centesimi, mentre i nostri avversari olandesi grazie purtroppo alla vittoria ottenuta contro di noi salgono al terzo posto. Distacchi ancora minimi (siamo a una decina di VP dal quarto posto) con ancora 9 incontri da giocare, ma certo tifavamo per una partenza diversa.

TERZO INCONTRO

Eccoci su BBO, ma il momento non è il più propizio per affrontare una formazione del lignaggio degli svizzeri di Bridge Contact Club, perché sotto questa etichetta abbastanza anonima per i più si cela lo squadrone di Zimmermann, tra i favoriti per la vittoria finale.
Siamo in pista con Vecchi e Di Febo in aperta contro le star Brink e Drijvers, mentre in chiusa Mancini e Freddio si misurano con Zimmermann e Piedra. Si giocano i board da 21 a 30.
Al board 22 Zimmermann (sponsor, ma di fascia altissima) legge la mano a Freddio e cattura la Q seconda fuori impasse con otto atout, piccolo swing di 4 MP.

Nel momento in cui lo svizzero mette mano alle atout conosce la collocazione di tutti gli onori avversari esterni alle atout tranne l’Asso di cuori, dunque ha visto 9 in Est e 5 in Ovest. Ma Freddio in Est ha aperto di 1 fiori: dunque ha l’Asso di cuori (senza il quale è arduo giustificare l’apertura primo di mano in zona) e quindi non la Q di quadri che lo avrebbe portato a 15 punti innescando l’apertura di 1SA. All’altro tavolo Vecchi muove le quadri senza avere ancora visto gli onori di picche, e non può indovinare. 4-0 per Suisse.
Board 23, la perdita è più seria.

Credo che in duplicato la manche vada chiamata: gli olandesi lo fanno in modo molto lineare (1 fiori – 1 picche – 2 picche – 2SA – 4 picche) mentre i nostri si arenano a livello tre, e purtroppo il diavoletto del bridge mette in Sud l’attacco che regala e cioè la Q di cuori che permette al giocante di affrancare il 10 del morto e di depositarci una quadri. A molti tavoli è andata così, e questo conferma l’importanza di sparacchiare manche in duplicato: i bilancini (Q di picche ben messa, J di quadri malmesso, attacco giusto, attacco sbagliato…) lasciano il tempo che trovano. Lo svantaggio sale a 0-14.
I nostri lo dimezzano subito al board successivo, il 24.

Sulla licita orizzontale, a entrambi i tavoli Sud dichiara due volte, arrivando fino a 3 cuori. Gli olandesi li lasciano giocare e marcano 2 down; Freddio, fidando nella disciplina… svizzera di Zimmermann, chiama 3SA e l’attacco cuori è benvenuto, laddove picche avrebbe chiaramente affondato la manche. 7-14.

Board 26, passiamo avanti!

Zimmerman in Nord, dopo aver detto due volte contro e aver surlicitato le cuori avversarie, sul 4 picche conclusivo – nella sua intenzione – di Piedra piazza un cuebiddone a 6 cuori: ma tanta foga non basta a convincere il suo partner a chiamare 7 con un Fante in tutte le carte. Vecchi nella stessa posizione chiede Assi e Re, e appuratone l’assenza chiama il grande: ci si chiede che avrebbe fatto se ce ne fossero stati 🙂 (naturalmente si scherza: 4SA è turbo e mostra un numero pari di keycard; sul 5 picche che nega cuebid 5SA è visuale di grande e chiede valori, per cui 6 fiori mostra il controllo di terzo giro, essenziale per il grande: ben licitato).
L’attacco atout appare fastidioso, ma invece aiuta il giocante e sterilizza un eventuale surtaglio di Ovest, tanto che un colpo di atout andrebbe incassato comunque preventivamente, contando che la quinta fiori “deve” affrancarsi altrimenti non passerà il K, e quindi i tagli in mano necessari sono solo tre. Dunque su qualsiasi attacco si gioca un colpo di atout, si giocano tre giri di fiori (sbagliato partire con il taglio di quadri perché devo mantenere i collegamenti nel seme) tagliando il terzo, quadri all’Asso, fiori taglio affrancando la quinta, quadri al K, quadri taglio, rientro tagliando la cuori (Est risponde), battuta delle atout e il morto è franco.  Se non si incassa il colpo di atout, Est scarterà due volte quadri sui due tagli di fiori (obbligatoriamente di onore) e ora, se nessuno gli disinnesca il letale 8, sarà in grado di surtagliare la terza quadri. Slam fatto, si vola a 20-14.
Una surlevee per noi alla 27 (21-14); la 28 sposta poco ma è una mano curiosa, in cui il risultato ha oscillato fra un grosso guadagno e un’altrettanto grave perdita.

Gli olandesi giocano 4 cuori e non possono controllare la 5-0 di atout, finendo 1 down. Mancini e Freddio non corrono questo rischio perché Zimmermann apre di 2 cuori in bicolore; ed ecco spalancarsi un’autostrada verso un 3SA imbattibile. Ma Piedra difende, si fa per dire, a 4 fiori (imperdibile) e Freddio sceglie il rialzo a 4SA che non si può proprio fare, laddove il contro sarebbe stato catastrofico ma 5 quadri sarebbero stati blindati e solo l’attacco a picche batte 6. Come è sempre facile, a carte viste… Andiamo 2 down perché il giocante, sperando in un molto improbabile blocco delle fiori, forza l’Asso di cuori invece di incassare quello di picche. 21-16.
Board 29, purtroppo c’è il controsorpasso degli svizzeri, di nuovo su una manche a picche non chiamata dai nostri.

I nostri dichiarano 1 picche – 2 fiori – 2 picche, che ha l’aria di una Drury incompresa, perché se 2 fiori mostra l’invitante a picche, 2 picche di Ovest è chiaramente troppo poco. Gli olandesi di là vanno a segno senza fatica, marcano 10 e chiudono 26-21 un incontro decisamente combattuto. Risultato onorevole per i nostri in un match difficile, ma è purtroppo la terza sconfitta consecutiva.
Sempre Svizzera al comando, affiancata ora da Olanda 1 che ha battuto nettamente i danesi e li ha sostituiti alla piazza d’onore; in terza posizione si affaccia la Bulgaria, ma il gruppo è ancora compatto. Noi chiudiamo la fila, e il ritardo incomincia a essere fastidioso.

QUARTO INCONTRO

Ci toccano gli ungheresi di Galim, che ci sopravanzano di poco in classifica essendo assestati al decimo posto, e che aggrediamo con Vecchi-Di Febo in aperta e Dimitrov-Caldarelli in chiusa.
Board 1, subito una perdita:

I nostri si giocano l’apertura di 1 quadri mentre gli avversari chiamano e fanno una cesta di cuori, così come tutte le altre coppie del torneo. E’ strano che il giocatore pescarese non abbia usato la risposta in sesta nobile debole, transfer o meno, che più o meno tutti adottiamo: purtroppo la scelta costa 8 MP.
Ma al board 3 restituiamo la pariglia

Qui la manche la chiamiamo noi (non c’è una carta fuori posto in Est/Ovest, anche il più parziale dei tifosi deve riconoscerlo) e riequilibriamo.
Con qualche spostamento legato a battaglie di parziali e surlevée siamo 13-14 dopo 8 board, ma al nono piazziamo l’uppercut che decide l’incontro.

Portiamo a casa questo 3SA più o meno al 50% (posizione del K di cuori), mentre gli ungheresi a 4 fiori prendono il taglio a cuori e vanno ko (ci sarebbe a dire il vero la messa in mano su Est ma probabilmente il giocante ha puntato su un pezzo secondo). Chiudiamo quindi 23-14, prima attesa e convincente vittoria.
La classifica ora consente un lievissimo ottimismo: siamo sempre ultimi ma praticamente a pari punti con gli appena incontrati ungheresi e i padroni di casa, gli slovacchi del Legia Kosice. In testa sempre gli svizzeri, che però pareggiando hanno permesso un notevole riavvicinamento a un folto gruppo di squadre, guidate dai danesi (che hanno vinto bene con i bulgari) e dagli israeliani. Ora fra primo e sesto ci sono 6 VP o giù di lì: è ancora tutto da giocare, anche per noi che siamo risaliti a 13 VP dal quarto posto, ultimo utile.

QUINTO INCONTRO

Misteri dell’informatica, o forse punteggio arbitrale, non si sa: ma il 3SA che appariva mantenuto nel finale dello scorso incontro si è tramutato, accidenti, in un down, pareggiando il board, modificando il risultato finale in una sconfitta, sia pure con il minimo scarto, e in definitiva peggiorando una classifica che non ne aveva alcun bisogno.
Pazienza, si riparte: ora ci toccano i bulgari, assestati sul centro classifica. Li contrastiamo con Mancini e Freddio in aperta, con Caldarelli e Dimitrov in chiusa.
Partiamo sotto, con un parziale e una surlevee, ma al board 3 capovolgiamo le sorti:

Non sappiamo nulla di come siano state raggiunte le 12 prese in licita, non essendo i nostri eroi su BBO. Però lo slam è bello e nettamente sopra chance, necessitando solo della fiori non peggio che 4-2. Balziamo 13-6.
Si galleggia tra piccoli guadagni e piccole perdite, arrivando all’ultima mano sul 19-11; ma di nuovo il decimo board ci porta un grosso guadagno, che speriamo non si riveli evanescente come lo swing del match precedente.

Non so se ci dobbiamo fidare di quello che si vede sullo score, ma mentre i nostri pare abbiano mantenuto 5 cuori contrate (e in effetti, senza l’attacco fiori non ci sono molte difficoltà), i nostri avversari hanno giocato 2 picche nella 4-1, contratto che se correttamente imputato, è frutto di un evidente equivoco. Si vedrà, per il momento incameriamo questo 33-11 che ci serve come ossigeno in fondo al mare.
Nelle alte sfere prende il largo la Svizzera, che ha steso i campioni in carica olandesi relegandoli al settimo posto; stesso trattamento ha riservato la Svezia agli israeliani, e questo le ha permesso di staccarsi a sua volta in seconda posizione. Al terzo posto, sfruttando le battute d’arresto altrui, è risalita la formazione danese, mentre compare per la prima volta nelle prime 4 l’Inghilterra.
Noi siamo rientrati in gruppo e siamo noni, anche se il ritardo dalle posizioni di élite è sempre stazionario intorno ai 13 VP. E il calendario non si annuncia facilissimo, avendo noi incontrato soltanto due squadre delle prime sette (la Norvegia quinta e la capolista Svizzera). Forza ragazzi!

SESTO INCONTRO

Niente scherzi postumi, questa volta il nostro +22 è rimasto ben saldo nella nostra saccoccia, e con questo viatico andiamo a chiudere la giornata incontrando la formazione di Israele, precipitata sotto media dopo un’ottima partenza. Per i nostri si schierano Mancini e Freddio in aperta, Vecchi e Di Febo in chiusa.
Le prime mani spostano poco, anche se proprio piatte non sono (un grande slam e due manche), e ci affacciamo alla quinta mano sullo 0-2 a favore dei nostri avversari.

Qui l’incontro si sblocca. Certo sarebbe bello giocare questo 4 picche in transfer, specie sapendo che la gran parte della forza avversaria è in Sud, nel caso in cui si sia manifestato; ci sono riusciti danesi e ungheresi, e la loro manche si è rivelata blindata.
La sorte di tutti gli altri, con la forza esposta all’attacco avversario, era dipendente strettamente dalla carta che avrebbe selezionato in attacco Nord. Fiori batte, qualsiasi altra cosa no. Mi sembra un po’ troppo partigiano attribuire esclusivamente alla sua tecnica superiore il fatto che Vecchi abbia scelto il 3 di fiori e Herbst si sia affidato al 3 di quadri. E d’altra parte, fin qui non si poteva dire che la fortuna avesse soffiato alle nostre spalle, e dunque non saremo schizzinosi nell’incamerare questi 12 MP.
Perdiamo 6 al board 26 chiamando una manche in zona tirata ma non pessima, che non si fa. Ma poi arriva un altro grosso guadagno alla mano 9 quando gli israeliani vanno a chiamare slam senza un Asso e la Q di atout, e vengono severamente puniti dalla 4-0 per cui di prese di atout si finisce per pagarne due: fortuna che i nostri scelgono di non fare approcci perché anche il livello 5 sarebbe stato castigato. Si sale a 25-8, e la chiusura con due mani pari sancisce 15,29 utilissimi VP per noi.
Svizzera e Svezia hanno preso un buon vantaggio, incrementato in questo turno con due nette vittorie rispettivamente su Bulgaria e Olanda 2. Al terzo posto il ribaltone: la Norvegia ha capottato la Danimarca e si è presa il terzo posto, in una classifica che inizia ad allungarsi.
E noi? Noi per la prima volta visitiamo la metà sinistra della classifica: siamo sesti, vicinissimi ai danesi quinti e non troppo distanti (circa 6 VP) dall’ultima posizione utile per accedere alla poule finale, occupata ancora dall’Inghilterra. Per quello che si può giudicare dal solo esame di score e mani, la squadra è in crescendo e non si sono più verificati gli errori e le incomprensioni che hanno penalizzato gli abruzzesi nelle fasi iniziali. E dopo l’ultimo posto dei primi tre incontri, avremmo firmato a occhi chiusi per occupare all’ora di cena la posizione nella quale ci troviamo. Possiamo giocarcela!

Enrico Guglielmi

Enrico Guglielmi (GGC001, Tennis Club Genova), socio agonista, scrive per Bridge d'Italia e per BDI Online articoli e commenti sui principali avvenimenti agonistici nazionali e internazionali

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