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Ci salverà un gazebo?

Antefatto: verso la metà di agosto passeggiavo con Antonella sulla spiaggia di La Baule, località balneare francese sull’Atlantico bretone dove si organizza da tempo immemorabile un Festival bridgistico: pensate che si vantano – suppongo a ragione – di essere il torneo più antico, e in effetti quest’anno hanno celebrato la 70° edizione pur avendo saltato per ovvi motivi la rassegna del 2020, come (quasi) tutti.

Si valutava dunque se nella mano che ovviamente stavamo discutendo il torto fosse mio o se, al contrario, fosse lei ad avere ragione, quando la nostra attenzione fu catturata da un gazebo collocato direttamente sulla sabbia (la spiaggia di La Baule è immensa, sia in larghezza che in lunghezza) circondato da tre tavolini sui quali erano collocati inequivocabili bidding box che annunciavano operazioni bridgistiche in corso. Ovviamente ci accostammo incuriositi, e scoprimmo che era in corso una sessione di avvicinamento al bridge per neofiti pressoché identica all’italico Bridge in un quarto d’ora di Marina Causa, collegata per l’appunto al festival. Nulla di nuovissimo, anche in Italia lo si fa, ma nella circostanza ci piacque l’imbatterci così casualmente in questo legame “top-bottom” tra il bridge internazionale e la didattica di primo livello, e ci ripromettemmo di introdurre qualcosa del genere nel nostro festival genovese.

Bene, si torna in patria e dopo pochi giorni – esattamente domenica 5 settembre – l’Associazione Bridge Chiavari (della quale mi è già capitato più volte di sottolineare il dinamismo) approfitta della Festa dello Sport, manifestazione organizzata tutti gli anni dal comune rivierasco, per piazzare nel centralissimo “Caruggio Dritto”, la strada di passeggio più frequentata, il loro bravo stand traboccante di depliant e gadget forniti dalla Federazione, con i tavolini piazzati tra un campetto di pallavolo e un tavolo da ping-pong, pronti e apparecchiati per mettere carte in mano ai curiosi. Eravamo in zona e quindi ben volentieri siamo andati a dare una mano, somministrando insieme agli istruttori chiavaresi generose porzioni di lezioni zero a chiunque volesse essere iniziato ai misteri di questo strano gioco, che però piano piano si scopriva non essere proprio soltanto un gioco. Insegnare le regole ai principianti è un esercizio divertente anche se difficile: dire la cosa giusta al momento giusto, né troppo né troppo poco, richiede molta empatia con l’allievo, e il pomeriggio è così passato in un attimo.

Si è trattato di un notevole successo, tanto più se si considera la dimensione di una cittadina come Chiavari, ben distante dal bacino di utenza di una metropoli. Sono stati raccolti un centinaio di contatti; molti di questi hanno già preso le carte in mano in loco e hanno ormai i primi rudimenti su come licitare, giocare e controgiocare. Gli altri verranno contattati all’avvio dei corsi base, sperando che la curiosità li spinga a provare. Particolarmente interessanti alcuni contatti in ambito scolastico, sia di insegnanti che di mamme, che lasciano ben sperare sulla possibilità di portare il bridge nelle scuole chiavaresi.

E’ la seconda volta che il bridge partecipa alla Festa dello Sport di Chiavari; avevo partecipato anche alla prima edizione, ma mi sembra che questa volta il fermento sia stato nettamente superiore. Lo staff era molto ben organizzato, le meritorie signore “buttadentro” lavoravano indefesse per proporre ai passanti la prova, chi poteva si sedeva, gli altri lasciavano il recapito al tavolino e ritiravano il materiale pubblicitario, tutto molto scorrevole, e non c’è che da augurare agli amici chiavaresi il ritorno dell’iniziativa che senz’altro meritano, avendola preparata con impegno e cura.
E La Baule, che c’entra La Baule? Ebbene, io amo le coincidenze. Scevre della loro fortuità, sono messaggi in bottiglia che il destino ci invia: a noi il compito di decifrarle. E questi due gazebo così distanti geograficamente e così vicini nel tempo, su spiagge di due mari diversi eppure fratelli, ci dicono che la strada giusta per dare nuovo ossigeno al nostro gioco declinante è ovunque quella di uscire dai circoli e andare a cercare gli inconsapevoli futuri bridgisti nelle strade: quelle reali e quelle virtuali del web. Uscire con coraggio e ottimismo, consapevoli che stiamo cercando clienti per un ottimo prodotto, che arricchirà le loro vite come ben poche altre attività saprebbero fare.

Enrico Guglielmi

Enrico Guglielmi (GGC001, Bocciofila Lido), socio agonista a Genova, si è laureato in fisica alcune ere geologiche or sono e attualmente sbarca il lunario occupandosi di informatica. Gioca a bridge da un tempo fastidiosamente lungo che è senz’altro meglio non quantificare, visti i risultati. Sempre in ambito bridgistico, oltre a raccogliere copiose messi di zeri nei tornei locali, cura per BDI online la rubrica “Ti racconto una mano”. E’ consigliere del Comitato Regionale Liguria, per conto del quale sta portando avanti un progetto didattico orientato agli studenti e ai dipendenti universitari in collaborazione con il CUS Genova. Il suo nick su BBO è Dasim.

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