Giuseppe Messina
Ci lascia uno dei protagonisti della gloriosa tradizione del Bridge Azzurro. La Federazione Italiana Gioco Bridge piange la scomparsa di Giuseppe Messina, e si inchina alla memoria dell’eroe del Blue Team che ha portato alla nostra nazione il vanto di quattro medaglie d’oro e due argenti europei.
Beirut (1962), Baden-Baden (1963), Ostenda (1965), Dublino (1967), Oslo (1969) e Atene (1971): le tappe di un decennio di avventure in maglia Azzurra, o per meglio dire in smoking, la divisa d’ordinanza al tavolo verde in quei tempi. Erano gli anni in cui il Bridge appassionava anche Omar Sharif, John Wayne e perfino “James Bond”.
Giuseppe, giovane, brillante, arguto toscano, amava immensamente il nostro sport e puntava a portare l’Italia sul tetto d’Europa un top dopo l’altro.
Esponente della scuola dichiarativa che il mondo ci ha sempre invidiato – e continua a invidiarci – con il compagno Benito Bianchi ha firmato il sistema “quadri Livorno”, presto diventato famoso anche oltre oceano come “Leghorn Diamond”. Nel bollettini dell’epoca, viene descritto come un’arma di precisione, in grado di delineare le mani con impressionante minuzia per centrare il contratto migliore. “Quando capitano le carte giuste, non c’è dubbio che questo sistema sia migliore di qualsiasi altro metodo, quanto ad accuratezza” scrisse Charles Goren oltre mezzo secolo fa.
Imprese ed eroi non appartengono solamente al passato. Il Bridge è una famiglia, e le generazioni presenti e future, e i loro successi, portano con sé l’impronta, la scuola, la storia di chi è venuto prima.
Il nostro pensiero va agli affetti di Giuseppe, alla sua famiglia, agli amici del circolo del Bridge Firenze.