
“Com’è andata al lago, Fiore?”
“Bene, direi. Ho catturato una trota che peserà dieci chili. Ce la grigliamo, stasera, Beppe?”
“Dieci chili? Si alimentava a steroidi? C’hai un bel…”
“Istinto felino?”
“Sì, sì, hai capito…”
Era un dialogo all’ordine del giorno tra due pescatori romani. Amici da tanti anni ed abituati a non prendersi più tanto sul serio, avevano costituito una coppia di successo nella Nazionale italiana di Bridge, per poi abbandonare l’agone dopo molti risultati e dedicarsi a una vita più spartana. Beppe, il più attempato dei due, aveva superato gli 80 e non era più in grado di dire la sua ad alti livelli. Fiorello, più giovane, ma da sempre nel panorama delle carte, non più divorato dallo spirito che un tempo gli apparteneva, aveva perduto parte del suo estro. Sebbene fossero rimasti ottimi giocatori, si percepivano sempre più inadatti a competere.
Così i due sodali avevano scoperto un nuovo hobby, la pesca. Dai bidding box si era passati ai fishing box, dal Moresco al Morasco, lago piemontese da me individuato grazie a Google… ma non per i nostri eroi, i quali, modestamente, lo conoscevano già. Com’era possibile? Prego, un piccolo passo indietro…
Era Dicembre del 1998: Beppe e Fiorello avevano vinto tutti i Campionati svoltisi in quell’anno sul suolo salsese. Spettacolare la performance sotto falso nome nell’under26, con Beppe mascherato da ragazzino (aiutato dalla bassa statura) ben imbottito per celare le rughe, e Fiorello, all’epoca trentenne, a cui era bastato un po’ di make-up per non destare sospetti.
Nemmeno il coppie Miste aveva causato problemi: l’aspetto leggermente effeminato di Fiorello gli permetteva, per mezzo di parrucca, aggiustamenti al look ed uso del falsetto da fare invidia ai Cugini di Campagna, di spacciarsi per l’affascinante Liliana. Gli avversari, inconsci della fregatura, le (gli) sorridevano, per poi essere travolti da squeeze e messe in presa.
Per il Festival Over60 simili procedimenti ad opera di un truccatore professionista.
Mancava solo la Coppa Italia Men per completare un anno irresistibile! Con Fiorello alla guida, il giovedì mattina i nostri avevano intrapreso la consueta A1… ma una sfortunata deviazione li aveva portati a sbagliare completamente strada. Senza più una meta avevano raggiunto, che serendipità, un lago. Il lago di Morasco.
“Ma dove siamo finiti”, esclamava Beppe al limite di un attacco isterico. Nevicava, faceva davvero freddo. Rispose un giovane pastore che si trovavano in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, e poco più a Nord avrebbero potuto valicare il confine svizzero. Irricevibili le repliche dei due: Fiorello era ricoperto d’insulti in climax ascendente dal sempre più furioso compagno.
Già stanchi fisicamente dopo tanti tornei, non avevano più la forza di tornare indietro.
Decisero di fermarsi, arrangiarsi per vitto e alloggio, e tornare il venerdì mattina a dare manforte ai compagni di gioco, abbandonati in quattro. L’atmosfera bucolica del luogo aveva permesso loro di ritrovare il lume della ragione e decidere il da farsi: avrebbero saltato il primo turno, per poi svegliarsi con calma, giungere a Salso verso la mattinata, una breve dormita, ed infine legarsi al tavolo dai quarti fino allo sperato trionfo.
Senonché intorno alla mezzanotte suonò il telefono di Fiorello: per soli cinque IMP, i compagni avevano, incredibile amici, perduto al primo turno di KO… Addio sogni di gloria!
Ed avevano vinto tutto, ma proprio tutto, altro che il Grande Slam di tennis… erano riusciti a portarsi a casa anche numerosi trofei illegittimi, da vere facce di bronzo e, per colpa di uno stupido incidente, si erano bruciati proprio l’ultimo Campionato!
“Vi sento parlare di tagli, affrancamenti e prese. Siete bridgisti?” domandava Elia, il pastore che li aveva invitati a cena nella loro baita. Al loro sì, confessava di aver imparato a giocare a Novara insieme alla giovane moglie Maddalena, ma dopo essersi trasferiti sul lago erano rimasti soli: non c’era nessuno con cui disputare una partitella libera. Sorridendo radiosamente, invitava i due a fermarsi qualche giorno con loro, senza chiedergli nulla in cambio, eccetto qualche mano di bridge ogni tanto. Nonostante non fossero inclini a tali “spartanità”, Beppe e Fiorello accettavano, adulati dal tono amichevole del montanaro. Il generoso anfitrione, non sprovveduto, aveva intuito di non essere a contatto con due giocatori di terza fascia.
4SA = Richiesta d’Assi
5 = 1 Asso
5SA = Tutti gli Assi
Non dichiaravano male i due sposi: in fondo in questa specialità si potevano esercitare da soli, e da appassionati quali erano non avevano rinunciato a fare numerose sessioni di sala licita.
Senza esitare Fiorello attaccava in atout: il pover’uomo giocò A e tagliò una quadri, muovendo picche per l’Asso per poi tagliare un’altra quadri. Doveva però tornare in mano per battere le restanti fiori. Le picche 4-2 sarebbero bastate, ma Fiorello, tagliando il
K del giovane, faceva calare il sipario sull’ottimo contratto.
“Avevo in effetti sentito dire di attaccare sempre atout a 7” commentava amareggiato il pastore.
Fiorello l’aveva effettuato a ragion veduta: il dichiarante avrebbe sicuramente giocato a tagliare le quadri al morto, colore dove aveva mostrato il singolo: l’attacco K permetteva di completare la manovra senza rischi. Asso, quadri taglio, picche Asso, quadri taglio e un’atout al morto pronta per batterle tutte. Attaccando fiori aveva tolto un ingresso vitale al dichiarante. Aveva letto in anticipo il piano di gioco del dichiarante ed aveva escogitato un’efficace contromisura.
“Ovviamente ho sperato che tu potessi tornare in mano solo con le picche, cosicché potessi battere il contratto, ma non potevo attaccare nel singolo per farti saltare il rientro in mano: avrei costretto Beppe a impegnare il Fante, e gli avresti forzato la Donna di taglio ottenendo la presa necessaria.
Cosa mi interessa di attaccare dalla sequenza a quadri? A 7 non importa affrancare velocemente una presa, devo impedire di realizzarne 13 a te!”
2 = Debole
Beppe attaccava J, che Fiorello prendeva per muovere il
3, filato dal compagno. Maddalena giocava picche: Asso, quadri Asso e quadri tagliata di 7, che la mesta dichiarante non poteva surtagliare: un down.
“Come hai fatto a lisciare? Avrei potuto avere tre quadri. Ed inoltre hai dovuto trovargli il 7 per battere!”
“Elementare Watson – rispondeva Beppe – se Fiorello avesse avuto il singolo avrebbe potuto costringermi a dargli subito il taglio incassando l’A prima di tornare quadri… a quel punto non mi sarebbe rimasta altra scelta! Non avendolo fatto ho dedotto che avesse il doppio e cercasse l’unica difesa per battere. Bisogna sempre aiutare il compagno, se c’è modo di farlo.”
Prevedendo di non essere il possessore del board, Fiorello dichiarava 5 sul barrage del compagno. In teoria avrebbe dovuto essere una Cue Bid… ma dopo che la dichiarazione si era spenta improvvisamente a 5
era palese che Sud non stesse facendo alcun tentativo di slam e volesse solo dirigere un attacco. Perciò, ignorando il singolo di quadri, Beppe piegava il
7 di fiori, permettendo al compagno di incassare due prese appena entrato in mano con l’
A.
Attaccando nel minore rosso, avrebbe sì incassato il taglio, ma le fiori del dichiarante avrebbero trovato posto sulle quadri ormai affrancate previo sblocco di Re e Donna.
“Ecco, sono riuscito contemporaneamente a spingervi ad alto livello e a pilotare un attacco: è un’altra dottrina che ci appartiene, anticipare sempre quando possibile, senza perdere tempo!”
La verve travolgente di Fiorello era una dote innata che gli permetteva di non rendersi mai antipatico, nemmeno quando sottolineava il suo smisurato ego.
Il clima era diventato amichevole, come tra persone che si conoscono da molto tempo. Un fuoco sul camino, la simpatia di Fiorello (ma anche Beppe, volendo, sapeva divertire), barzellette miste, racconti vari di vita e non, prelibatezze culinarie montanare, nonché ovviamente tante mani di Bridge… Il venerdì e il sabato passavano velocissimi.
E giunse finalmente la domenica: benché Elia e Maddalena avessero offerto loro la possibilità di trattenersi più a lungo, i nostri eroi avevano declinato l’opportunità. Era ora di tornare a casa per le vacanze natalizie e per prepararsi al Campionato successivo, il societario, letteralmente dominato nell’ultima edizione: 24 punti su 24 nella fase a gironi, nessun incontro perso nel Round Robin della fase ad 8, per concludere con una finale trionfale, corredata dal ritiro degli avversari sotto di 143 match points prima dell’ultimo tempo di gioco.
Beppe e Fiorello avevano tuttavia promesso che sarebbero ritornati senz’altro, almeno una volta all’anno, a far visita ai nuovi amici. Mantennero il loro voto, dedicandosi ad attività come la pesca e la mungitura delle mucche: questo nuovo tenore di vita piacque loro così tanto che, ritirati dal mondo del bridge, presero la drastica decisione. Acquistarono due casette fra i monti, non lontane dal Canton Ticino… E da qua torniamo all’inizio della storia.
“Se non avessi sbagliato diramazione non avremmo mai conosciuto questo paradiso. Dovresti essermi grato, Beppe.”
“Grato di che, Fiore? Di avermi fatto perdere una Coppa Italia già vinta?”