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Guglielmo Siniscalco

Guglielmo Siniscalco, uno di padri del mitico Blue Team, si è spento oggi, all’età di 99 anni.

Guglielmo, originario di Napoli, poi trasferitosi a Bari, era ingegnere civile, e ha coltivato la sua passione per il Bridge parallelamente alla sua vita professionale. Ha conquistato sei titoli italiani (nel 1948, 1949, 1951, 1956, 1957 e 1959) e ha portato alla nostra nazione il vanto di quattro ori europei (1951, 1956, 1957, 1958) e tre Bermuda Bowl (1957,1958,1959), il trofeo tuttora più prestigioso in assoluto nel Bridge, corrispondente al titolo mondiale a squadre Open per rappresentative nazionali.

All’apice del suo successo bridgistico, nel 1959, dopo aver sollevato la Bermuda Bowl a New York, Guglielmo ha preso la decisione di ritirarsi dalle scene agonistiche nazionali e internazionali per tornare a onorare esclusivamente il primo titolo conquistato nella sua vita, probabilmente con meno adrenalina, ma con altrettanta dedizione, e forse con più sudore ancora: quello di ingegnere civile.
Del resto, aveva tre figli da crescere e per i Campioni di Bridge l’epoca dei grandi sponsor sarebbe iniziata successivamente.

I grandi Campioni lasciano tracce indelebili. Il suo decennio da protagonista del Bridge italiano e mondiale non è stato una parentesi: il giocatore lasciava il Bridge, ma il Bridge non lasciava lui. Gli appassionati di tutta Italia hanno continuato a conoscerlo, ad ammirarlo, a leggere di quegli episodi del nostro Blue Team che hanno il sapore dei valori di altri tempi.

Si diceva di Siniscalco: “nessuno può ricordare un suo commento aspro al partner.” Guglielmo era stato soprannominato dal capitano del Blue Team Perroux l'”omino delle nevi” per la sua incredibile freddezza e imperturbabilità al tavolo, che non si disgiungeva comunque mai da educazione e cortesia.

“L’omino delle nevi si è sciolto” ci ha annunciato oggi il figlio Guido. Ma Guglielmo continuerà a vivere nei suoi familiari, nei suoi tre figli, nei suoi cinque nipotini, e anche noi sappiamo che l’impulso dato da Siniscalco al nostro sport non si fermerà mai.

Ha scritto il passato del Bridge, ma anche il presente, e perfino il suo futuro. Il suo ritiro ha costretto il Blue Team a riorganizzarsi e a cercare un nuovo compagno per Pietro Forquet. Le ricerche da parte del capitano Perroux per trovare qualcuno all’altezza del ruolo rimasero senza frutto: nessuno era forte come Guglielmo, né esisteva una coppia già formata che potesse meritare di entrare nella squadra Azzurra. Alla fine si è optato per dare un’opportunità a un ragazzo ancora poco conosciuto, ma che sembrava promettente: Benito Garozzo! E così, sulla scia di un grande Campione ne è nato un altro… che a sua volta ne ha fatti nascere tantissimi altri, a cui ha insegnato l’arte del Bridge. Nei trofei che l’Italia conquisterà, non meno che in quelli che ha già conquistato, ci sono i volti e i nomi di questi grandi uomini del nostro sport, che hanno dato vita alla scuola italiana di Bridge, che continua a produrre talenti.

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