#iorestoacasa… con mia moglie!
Per la rubrica #iorestoacasa… i bridgisti si raccontano pubblichiamo il contributo di Leonardo Morlino.
Data l’emergenza in cui viviamo mi sono isolato in campagna con la mia “dolce metà”.
A dire il vero “dolce” è forse un aggettivo che va un po’ oltre la realtà e anche il termine “metà” (dato che ora uno dei passatempi preferiti è la cucina) andrebbe tra breve sostituito con “intera”.
Qui se non altro si respira aria buona e ci dicono che bisogna arieggiare spesso le stanze per sterilizzarle. Solo che, siccome non viene nessuno, non c’è neppure bisogno di arieggiare molto, anche perché ho timore che, facendolo, stando a piano terra, mia moglie potrebbe riuscire a rientrare!
Scherzi a parte, abbiamo anche difficoltà di connessione, per cui solo oggi ho letto l’email della Federazione con l’invito a raccontare qualcosa inerente al nostro splendido gioco.
Non ho un racconto particolare da proporre, piuttosto si tratta di una facezia, dello “strano” svolgimento di una mano nel corso di un torneo federale, un mitchell di una quindicina di tavoli al quale partecipai, in coppia con l’immancabile consorte, alcuni anni fa (la cronaca è reale poiché a suo tempo, stante la singolarità del caso, presi appunti).
I nostri avversari (un po’ datati), dopo l’apertura di 1 alla mia destra, giocano 4
.
Il morto scende con quattro carte di Picche e 3-3-3 le restanti. Bene: due prese a cuori, un Asso e un possibile surtaglio sempre a cuori e sono certo che la mia partner ha quattro atout. Mi rammarico un po’ per non aver contrato. Primo rilievo: nel corso del gioco si comprende che il dichiarante (che gioca naturale nobili quarti) possiede cinque picche e cinque cuori, ma ha aperto a cuori e la partner, con quattro picche e fit a cuori, ha risposto 1SA!?!? Ma questo è niente! Il bello viene dopo. In presa con A sul mio attacco di Re, il giocante entra al morto in atout e muove cuori. La mia compagna, ora piomba a cuori, scarta perché prenderò io, ma… sorpresa! Il dichiarante taglia!! Rientra al morto a quadri e ripete lo scherzetto!!! E quindi rinvia col singolo di Fiori. Prendo e, ormai incuriosito, mi gioco l’ultima cuori vincente, tagliata stavolta al morto (con regolare risposta a cuori di mano, senza che il morto emetta neppure un sospiro)!!!! Quindi, eliminate le atout ecco la sfilata delle rimanenti piccole cuori ora vincenti!!!!! Risultato 4
+1 (5 picche, 5 cuori tra tagli e “vincenti” e una quadri)!!!!!! Tra l’indignato stupore degli avversari, chiamo il direttore che, dopo la dettagliata spiegazione, sentenzia: “due prese alla difesa”, risultato 3
fatte!!!!!!! Ottimo score perché non c’è di più e, anzi, qualcuno è andato sotto. Faccio notare, con molta gentilezza e discrezione, ben conscio della totale disconnessione mentale degli avversari e, forse, anche dell’Arbitro (va precisato che siamo nel Veneto, a Novembre e la grappa, ottima, scorreva), che forse quella non era la decisione più equa possibile per la linea innocente, ma non ottengo nulla. Il direttore si limita a ribadire che la normativa della renonce è molto chiara e quello è il risultato. Decido perciò di non insistere ulteriormente e, disciplinarmente, contento a questo punto di non avere contrato, procedo al cambio.
Niente di che, ma certamente singolare, non trovate?
Ciò scritto, non mi resta che salutare tutti, sperando di superare indenni questo tristissimo periodo e poter tornare, quanto prima, a rivederci, fuori casa, intorno al tappeto verde per riprendere a misurarci nel nostro inimitabile gioco, che anche ora mi sta consentendo di passare un po’ di tempo in compagnia.
Magari voi pensate che potrei parlare a lungo di bridge con mia moglie (a proposito, bisogna che la faccia proprio rientrare, intanto perché è il suo compleanno e poi perché, pur essendo il primo aprile, vedo volteggiare qualche fiocco di neve), ma sapete bene che discutere di Bridge con il coniuge non è esattamente come giocare un 3SA con dieci prese imbattibili stese sul tavolo. Per di più la mia mogliettina ha un ego così smisurato che si è andata a cercare un marito che avesse il suo stesso cognome (e io sono stato lo [s]fortunato prescelto!) per non abbandonare il suo di cognome e per far sì che lo stesso accadesse pure per i figli. E credo di aver detto tutto.
Perdonate la mia ironia in un momento triste e per molti davvero tragico, ma ritengo che non bisogna mai disperare e il sorriso dobbiamo portarcelo sempre dietro, perché tutto questo prima o poi passerà e la vita, anche con le sue magagne, è sempre una bellissima avventura.
Saluti a tutti.
Leonardo Morlino
Risponde Antonio Riccardi:
Ciao Leonardo,
non sono certo di aver capito bene ma forse dipende dal fatto che io, in casa, ho finito sia il vino che la grappa e sto andando avanti a acqua che, notoriamente, provoca “arrugginimento”!
Il contratto chiamato era stato 4?
Il punteggio assegnato è stato 3 fatte? = 140
Se così è successo, cosa ti devo dire? Anche i luminari qualche volta sbagliano una operazione e, nel caso, sei stato fortunato che chi ha preso questa decisione era l’Arbitro del torneo in cui stavi giocando e non il chirurgo che ti operava! (ovviamente le penalità per una renonce vanno applicate sul contratto dichiarato!!!).
Se la decisione è stata invece nove prese a picche (perciò 4-1) questa è di base corretta. Potrebbe essere riguardata alla luce dell’articolo 64C ma in questo caso mi servirebbero tutti gli elementi: carte, sequenza licitativa, sequenza di gioco e comunque, da quanto traspare dalle tue parole, sembra che nove prese siano il contratto normale della mano senza la renonce perciò probabilmente non sarebbe necessario intervenire successivamente (sarebbe uno dei rari casi in cui le penalità ripristinano il risultato normale della mano, il che sarebbe il fine della norma, ma di fronte al quale noi Arbitri spesso, purtroppo anche a alti livelli, ci sentiamo replicare “ma io cosa ci guadagno?” e, a livelli appena più bassi, viene aggiunto “ma settimana scorsa quando la renonce l’ha fatta il mio compagno… etc. etc. etc.).
Antonio Riccardi