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BAS al tempo del Coronavirus

Arrivare in una scuola nuova ed iniziare un corso di Bridge non è mai facile: una semplice circolare non può che attirare due o tre studenti, che magari hanno un nonno che gioca a Bridge, bisogna farli provare per cercare di ottenere qualche seguace, mettergli subito le carte in mano per attrarli.
Così di solito nel mese di Dicembre, dopo che sono entrata un po’ in confidenza con le classi nuove, faccio una lezione di prova al mattino durante le mie ore di matematica per suscitare il loro interesse.
Inizio da una breve introduzione storica, mostro le foto delle Nazionali giovanili, parlo dell’organizzazione generale assimilandola a quella del calcio con tesserini, Campionato, Coppa Italia, mondiali, Champions’ Cup e infine li stupisco sempre dicendo che per giocare a livello agonistico serve il certificato medico.
Poi seguo il metodo del Bridge in dieci minuti: presentazione veloce delle regole e subito al tavolo per la prima partita a Senza atout. Di solito inizio da una mano senza morto, a chi prende di più e poi una col morto a Senza atout. Dopo un’altra mano di prova nell’ultima introduco il concetto di atout che faccio scegliere al “dealer”.
Così finisce la lezione e di solito i ragazzi sono entusiasti.
A Gennaio poi però inizia il corso pomeridiano e bisogna vedere in quanti si iscrivono, presi dalla scuola e da mille altri impegni. Finora mi è andata bene, sempre almeno una decina. Il secondo anno è tutto più facile poiché c’è già il gruppo “dei grandi” che vengono a fare da tutor a quelli nuovi (sentendosi degli espertoni…) e si crea sempre un bel gruppo.
Purtroppo, però, più crescono e più sono presi da altri interessi e capita spesso che in quarta e quinta abbandonino il gruppo Bridge, ma sono convinta che questa esperienza non la dimenticheranno e potrà tornare a fare capolino nella loro vita in futuro.
Dopo un prima esperienza di BAS in un istituto tecnico che ci ha portato per più anni a partecipare ai Campionati Under 26 a Riccione con la mitica squadra Cinghilterra composta da tre cinesi e un’inglese, sono passata ad insegnare al Liceo Scientifico Vittorio Veneto di Milano e a dover ricreare il gruppo Bridge.
Dopo circa dieci anni ormai il Bridge, visto inizialmente con un po’ di diffidenza da qualche collega, è entrato a far parte dei progetti di eccellenza della scuola. Oltre a partecipare a tutta l’attività legata al BAS, coronata dalla vittoria negli ultimi anni dei Giochi Sportivi Studenteschi, ultimamente ho cercato di far partecipare i ragazzi anche ad altre attività: tornei nei circoli cittadini, Campionati regionali allievi, Campionato nazionale a squadre a Salsomaggiore, Torneo città di Milano.
Quest’anno sono stata particolarmente contenta poiché ai 18 studenti già frequentanti a Gennaio si sono aggiunti 17 neofiti creando un foltissimo gruppo. Ho subito spiegato loro che potevano giocare online tramite varie App ma, e come dargli torto, tutti preferiscono tenere in mano le carte.
Lunedì 24 febbraio ero pertanto molto dispiaciuta di non poter fare la mia consueta lezione pomeridiana di Bridge ma non avevo ancora idea che il mio impegno settimanale sarebbe saltato per così tanto tempo.
In realtà mi sono accorta che in questo periodo gioco a Bridge molto più di prima: quasi ogni pomeriggio sono impegnata per un’ora e mezza con un torneo online e sto partecipando ad un torneo a KO con sfide tra 164 giocatori.
Ho pensato allora che anche il BAS poteva proseguire e così, come quotidianamente mi confronto coi miei studenti tramite gruppo Whatsapp, Classroom e videoconferenze online, ho deciso di ripristinare il nostro appuntamento del lunedì: lezione ed esercizi sul gruppo Whatsapp e poi duplicato su BBO.
C’è voluta un po’ di buona volontà per prendere dimestichezza con registrazione, creazione di nickname e terminologia tecnica, ma il primo lunedì una decina di ragazzi, i cinque più assidui del gruppo del secondo anno e cinque dei nuovi, hanno partecipato alla lezione di ripasso su aperture e risposte e poi hanno giocato il loro primo duplicato su BBO. Oltre a qualche commento in diretta saltando da un tavolo all’altro come angolista, ho poi rivisto tutte le loro licite e giocate e gli ho potuto inviare foto e consigli in differita il giorno dopo.
In settimana ho inviato una scheda di esercizi e invitato i più esperti a partecipare ad un torneo il venerdì sera organizzato dai ragazzi di Steve e che registrava più di 70 partecipanti. Neanche a farlo apposta al primo turno io e il mio compagno ci troviamo al tavolo le mie due alunne gemelle che registreranno a fine torneo un dignitosissimo 37° posto col 50,88 %.
Grazie al passaparola tra i ragazzi e al loro entusiasmo contagioso questo lunedì sono stati ben 18 i presenti alla lezione sulla seconda dichiarazione dell’apertore. Dopo abbiamo potuto organizzare due duplicati anche se, per i nuovi, non è semplice mettere in atto quanto appena studiato e, per timore di sbagliare, passano anche con un sacco di punti…
La speranza di tutti ovviamente è quella di poter tornare presto ad incrociare le carte al tavolo e partecipare a tornei, Campionati Studenteschi e Under 26, ma nel frattempo non ci perdiamo d’animo e continuiamo ad imparare.
Cristina Minelli

Redazione

Bridge D'Italia è la rivista ufficiale della Federazione Italiana Gioco Bridge

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