#iorestoacasa… virus e impasse
Il fantasioso contributo di Enrico Guglielmi per la rubrica #iorestoacasa… i bridgisti si raccontano.
“Papà, mi spieghi di nuovo l’impasse? Io non l’ho capito mica” interrompe Marietto.
“Anche a me, anche a me” si accoda subito Alessandro, che cerca di emulare il fratello fino ai minimi dettagli, suscitandone sempre il fastidio.
“Non sprecare tempo, zio, non lo capiranno mai questi zucconi” deride Eva, che è la più vecchia e ne sa un pochino di più dei cugini, e sa sempre come farlo pesare.
“Eva, sei sempre la solita saccente” redarguisce distrattamente sua mamma.
“Ora, bambini, lasciatemi finire il dupli e poi ripetiamo la lezione. Vedrete che è più facile di quello che sembra” prende tempo babbo cercando di mantenere l’attenzione sullo schermo.
“Mirko, scusa, sei sicuro di aver fatto bene a insegnare il bridge a tutti?” si inserisce mamma. “Siamo già così presi noi adulti, ci manca anche che ci perdano la testa figli e nipoti. Bella banda di matti diventiamo.”
“Non mi pare che abbiamo tutto questo daffare, sempre in casa. Se stanno con le carte in mano magari mettono meno a soqquadro casa. E litigano di meno”.
“Allora non dovranno prendere esempio da noi…”
“Forse dovremmo prenderlo noi da loro…”
Il duplicato di Mirko è in bilico, e la confusione che aleggia in casa intorno a lui non aiuta. Con uno sforzo riporta l’attenzione sulla manche che sta giocando e che si è fatta improvvisamente complicata.
Con:
K Q J 2
A 7 3
K 8 6
A K 3
ha aperto in Sud di 2SA, Ovest in favore di zona ha contrato mostrando una monocolore minore, il partner ha detto 3 con significato Puppet e la licita si è conclusa a 4
. Attacco
10 e la mano è fatta così:
Contratto: 4. Attacco: 10
.
Il piano di gioco di Mirko è quello di battere atout e affrancare le cuori per scartarci il terzo giro di fiori, confidando che per entrare su 2SA il K Ovest ce lo debba avere per forza. C’è anche la possibilità di liberare una quadri giocando piccola verso il Fante; ma tutte queste congetture vengono spazzate via dalla triste constatazione che al secondo colpo di atout Ovest non risponde e scarta quadri.
Ora, se battiamo tutte le atout e giochiamo A e cuori, Ovest potrà lisciare; dovremo rientrare in mano a fiori e rigiocare cuori per il Re. A questo punto Ovest avrà solo quadri in mano: sarà costretto sì ad affrancarci il Re nel seme, ma le ultime due carte saranno le cartine di quadri e di fiori, entrambe perdenti.
Mirko prova a ricostruire la mano di Ovest: almeno sei quadri e una sola picche, e l’attacco di 10 senza avere il 9 suggerisce una corta, probabilmente un doubleton. È molto probabile che abbia la quarta di cuori a lato, a giustificare un intervento altrimenti pericoloso anche verde contro rosso. Senza dubbio le cuori vanno mosse ora, ma giocare
A e cuori espone all’ovvio rischio del taglio: la mossa giusta è cuori alla Dama. Ovest per il meglio liscia, ma Mirko procede ora con
A e cuori, che Ovest prende per giocare la sua seconda fiori. Ora siamo in porto: si battono le atout finendo al morto, si scarta la fiori sul
J e si fa girare il
J, aspettando di ricevere in dono da Ovest, che ha solo quadri, il Re come decima presa.
Non avrebbe aiutato la difesa la giocata del quarto giro di cuori da parte di Ovest, una volta in presa con il K, per il taglio di Est: il giocante surtaglia, incassa il
K per togliere l’uscita sicura a Ovest, finisce di battere (ora resta un atout al morto) e gioca quadri. Ovest deve liberare il Re su cui si scarta la fiori perdente.
Ovest aveva una difesa vincente, visibile anche al tavolo, ma – forse frastornato a sua volta da mocciosi urlanti – non l’ha trovata. Doveva non mettere il K nemmeno al terzo giro: Est avrebbe tagliato e sarebbe tornato quadri verso la forchetta del compagno, e ora il giocante avrebbe dovuto per forza tagliare al morto il terzo giro nel seme, rimanendo con una perdente a fiori non più eliminabile.
“Vedi, Marietto, se tu hai troppa fretta di giocare l’Asso, la Dama non te la farai mai”.
Mirko è circondato dai quattro ragazzini: sono tutti lì ad ascoltare, come sempre in bilico costante tra la passione crescente per il gioco e le mille distrazioni che, anche segregati in casa, i bimbi svegli riescono ad inventarsi. E sono quattro perché è arrivato dalla stanza a fianco anche Ahmed, il più piccolo. Vivono così, barricati in otto in un grande appartamento; si tratta in realtà di due strutture adiacenti che occupano interamente l’ultimo piano del condominio, unificate al momento dell’acquisto dall’abbattimento di un tramezzo. E’ un’operazione di cui qualche volta si sono pentiti, in momenti di tensione fra le due famiglie, ma che ora permette loro di frequentarsi tranquillamente senza infrangere le disposizioni: e sono tempi nei quali un po’ di compagnia passa avanti a qualsiasi dissapore. E’ un’arca che galleggia nel mare ora improvvisamente tempestoso, l’equipaggio formato da due sorelle, due cognati, due figlioli a testa – uno dei quali arriva da un altro continente.
“Papà, l’ho capito. Ma come faccio a sapere chi ha il Re? Non è un rischio mettere la Dama?”
“Se vuoi puoi chiamarlo un rischio: ma la parola giusta è una possibilità. Quando hai una possibilità devi usarla”.
Il silenzio che segue informa babbo che non è ancora riuscito a fare breccia. Arriva dall’altro appartamento anche Gennaro, il cognato che si occupa di analisi statistica per aziende di marketing.
“Guaglioni, proviamo a fare un gioco. Chi vuole giocare?”
“Io” Marietto è sempre il più veloce.
“Allora, Marietto, guarda qui: e mo’ state attenti anche voi, lazzaroni. Qui ci sono due monete, due euro e un euro: le vedi?”
“Certo”.
“Bene, il gioco è questo: la moneta da due euro è tua. Sei contento?”
“Posso prenderla?”
“No, lasciala lì, zuccone: è un gioco, mica un regalo.”
“E l’altra moneta di chi è, papà?” indaga Eva incuriosita.
“Adesso lo decidiamo: il gioco è proprio questo. Deve scegliere Marietto.”
“Allora mi prendo anche quella” grida il bimbo.
“Mi sembra troppo facile questo gioco, papà” commenta delusa Eva.
“E infatti Marietto non può prenderla così come se niente fosse: deve scegliere tra due possibilità. La prima è di regalarla ad Alessandro; la seconda è di lanciarla. Se viene testa, è sua; se viene croce è di Alessandro”.
“Dai, regalamela: tu ne hai già una” implora il fratellino.
“Non ci penso nemmeno: la lancio e se viene testa ne ho due”.
“E corri il rischio che venga croce, quindi?” chiede sornione Gennaro.
“Se viene croce pazienza, mi tengo i due euro”.
“E allora sient’a mé, guagliò: hai fatt’ ò impasse. I due euro sono l’Asso: sono tuoi, qualsiasi cosa fai. L’euro è la Dama: puoi decidere se regalarla agli avversari o provare a vincerla. Vedi che, anche se non sei sicuro, la scelta giusta è la seconda… a meno che tu non voglia perdere l’euro, o la Dama, a tutti i costi”.
“Adesso hai capito, testa dura?” esclama Eva impaziente.
“Io ho capito, zio Gennaro” lo anticipa Alessandro.
“Ho capito anche io, scemo, cosa credi?”
“Non dire scemo a tuo fratello” arriva in automatico l’eco fioca di là.
“Certo che Est sarebbe proprio cattivo ad avere lui il Re” parla per la prima volta Ahmed.
“La maggior parte degli Est sono cattivi, lo imparerai a tue spese” dice Mirko.
“Cattivi come il virus?”
“No, non così tanto” sospira mamma dalla cucina.
“Però anche se è così bastardo, anche il virus possiamo combatterlo. Stare a casa è proprio come fargli un impasse: non siamo sicuri che funzionerà, ma se andiamo in giro a contagiarci, perderemo di certo.”
“Ahmed, se non la smetti di farmi il solletico ti faccio un impasse che te lo ricordi finché dura la quarantena” sbotta Eva spingendolo via.
“Allora dobbiamo sperare che lo dimentichi in fretta” conclude Gennaro pensieroso.