#iorestoacasa… riuscite a risolvere questo indovinello?
Per la rubrica “#iorestoacasa… i bridgisti si raccontano” pubblichiamo il contributo della nostra lettrice Giuseppina Cera.
Sono Giuseppina Cera moglie di Comingio Strizzi, classe 1929, appassionata bridgista, attualmente Presidente della ASD Filarmonica Macerata, in questo periodo mi trovo a Cervia, ma comunico con tutti via social (Facebook) scrivendo tutti i giorni post sul mio profilo e giocando a Bridge su BBO.
Buongiorno amici. Ogni mattina quando mi sveglio come al solito il primo pensiero, credetemi, è di essere ancora viva, e di questo ringrazio Dio. Non è sempre facile la giornata che mi attende, dipende dai continui acciacchi causati dal mio precario stato fisico, non sempre ottimale. Perciò, cari amici, cerco di vivere al meglio ogni giorno che la vita mi offre!
Sono due giorni che non riesco a scrivere, e fatico anche a entrare per giocare a bridge su BBO, i giorni mi sembrano tremendamente lunghi e passo le notti insonni a inviare messaggi o ad andare su Google o su Facebook sul telefonino. Sono arrivata al convincimento che questo “Coronavirus” ci ha allontanato un po’ tutti, inconsapevolmente, dalla vita reale, come se fossimo in attesa di svegliarci da un lungo sonno e da un sogno terribile.
Purtroppo in questo periodo ho anche perso la possibilità di andare a trovare qualche amica e di poterle ospitare, visto il clima nel quale siamo piombati! La speranza, come dicevo prima, è che tutto finisca presto e si possa ritornare alla normalità. Armiamoci di coraggio e se avete un po’ di tempo vi invito a mandarmi qualche messaggio così passeremo dei minuti in compagnia.
A sentire quello che molti pensano o si augurano, è che dopo questa triste esperienza ne usciremo tutti cambiati e di conseguenza incominceremo a modificare anche il nostro modo di concepire la necessità dell’essere umano di comunicare uno con l’altro.
Questo Coronavirus spero ci lasci l’eredità di riscoprire i veri valori della vita, dobbiamo smetterla di non capire o fingere di non capire che non è solo con l’appagamento dei nostri desideri che possiamo procurarci la felicità. La riscoperta della nostra casa come la nostra reggia, dove ritrovare a volte vecchi nonni felici della nostra presenza, ci fa ricordare che abbiamo una Famiglia. Amici, non state incollati alla televisione che con le cattive notizie ci opprime, aspettiamo che arrivino quelle buone, intanto chiamiamo con le videochiamate gli amici e conversiamo con loro, ci sentiremo meno soli!
Per passare il tempo ho pensato di proporre questo indovinello, che mio marito mi sottopose cinquant’anni fa, quando ci conoscemmo, per testare la mia intelligenza. (In verità io gli risposi subito, lasciandolo di stucco).
“Un re volle graziare chi, dei tre condannati che erano stati portati alla sua presenza, avesse indovinato senza ombra di dubbio, il cappello che aveva in testa!
Fece portare tre cappelli, due neri e tre bianchi, fece mettere una benda agli occhi a tutti e fece mettere tre dei cinque cappelli in testa ai condannati.
Poi fece sbendare gli occhi al primo condannato che guardò gli altri due cappelli che avevano in testa gli altri due e disse “non lo so”. Poi fece togliere la benda al secondo che guardò gli altri due. E anche lui disse: “non lo so”.
A questo punto il terzo, senza aspettare che gli venisse tolta la benda, disse: “il mio cappello con assoluta certezza è…”
Spero che qualcuno sia in grado di trovare la soluzione. Buon divertimento!