Carlo Mosca

La cerimonia funebre si svolgerà martedì 24 Dicembre alle ore 11.00 presso la Chiesa del Santissimo Redentore
Via Pierluigi da Palestrina 5, Milano
Un altro immenso esponente del Bridge italiano e internazionale se ne va. Abbiamo appena appreso, in ritardo di un giorno, che è mancato Carlo Mosca.
Nell’assoluto riserbo tipico del suo carattere, non aveva condiviso quasi con nessuno i particolari sulla sua situazione di salute. La sua scomparsa, per molti risultata improvvisa, lascia il dolore, la nostalgia, il vuoto.
Uno squarcio nell’universo del Bridge di alto livello, il dolore di quando ad andarsene è una persona con cui si è affrontato un tratto di vita insieme e, per molti nostri Campioni, ben più che un tratto.
I suoi amici degli anni d’oro del Bridge italiano Enza Rossano, Antonio Vivaldi e Lorenzo Lauria hanno voluto assicurarsi che il ricordo di Carlo fosse preciso e completo e, nonostante lo shock e la commozione, hanno trovato la forza e la voglia di raccontare. Di riepilogare le avventure di tanti anni fatti di Bridge e di condivisione, in coppia o in squadra insieme, ad allenarsi, a viaggiare per partecipare alle gare internazionali, a vincere e qualche volta anche a perdere sul filo del rasoio.
“Per me era un fratello maggiore” esordisce Lorenzo, “nonostante fossimo quasi coetanei, era una guida per il suo temperamento equilibrato, per come commentava i miei comportamenti e le mie intemperanze giovanili con parole perfette e cariche di saggezza.”
Lorenzo ricorda quando il capitano della Nazionale Open Sandro Salvetti insistette per far giocare insieme lui e Carlo. Senza piattaforme virtuali a disposizione, e con la serietà e l’assoluta dedizione verso il Bridge che caratterizzano le vite di entrambi, i due Campioni hanno trascorso un lungo periodo a lavorare e ad allenarsi nel modo più intensivo per costruire la loro coppia, trasferendosi in un appartamento a Milano. Il binomio Lauria-Mosca era una potenza e i successi sono presto arrivati, anche se, con l’atteggiamento tipico dei grandi, Lorenzo ricorda soprattutto le vittorie sfumate, come quella Bermuda Bowl persa all’ultimissimo board della finale, per un fuoricampo dichiarativo dei loro compagni di squadra, contro gli Stati Uniti di Bob Hamman e Bobby Wolff.
La sua carriera di giocatore ha portato Carlo per nove volte sul podio internazionale e a diventare Campione d’Europa nel 1975, con quel Blue Team di Brighton di cui faceva parte anche Franco Di Stefano, che purtroppo lo ha preceduto poche settimane fa. A questo trionfo si sono aggiunti altri due titoli nei Campionati del MEC a squadre Open: nel 1979 (a Salsomaggiore) e nel 1983 (a Ostenda).
A livello Nazionale ha vinto nove ori, cinque argenti e due bronzi.
Nella categoria Senior, sia a livello nazionale che internazionale, ha fatto coppia con Antonio Vivaldi, che insieme a Enza riepiloga anche la seconda vita bridgistica di Carlo: il suo ruolo di Commissario Tecnico, dapprima della Nazionale Open e successivamente di quella Mista, di cui sia Enza che Antonio erano esponenti.
Come CT della Nazionale Open, ha portato l’Italia per più volte sul tetto d’Europa e del Mondo. La squadra Azzurra da lui guidata ha vinto i Campionati Europei nel 1995, nel 1997 e nel 1999, rispettivamente a Villamoura, a Montecatini e a Malta e i World Bridge Games (che avevano la precedente denominazione di “Olimpiadi del Bridge”) nel 2000 e nel 2004, rispettivamente a Maastricht e a Istanbul.
In tempi più recenti, capitanando la Nazionale Senior, ha conquistato il bronzo agli Europei di Ostenda nel 2010, prima medaglia vinta dall’Italia in questa categoria.
Nel mondo del Bridge, Carlo ha avuto anche una terza carriera: quella di “sistemista”. Suo è il primo prototipo del celeberrimo e vincente sistema dichiarativo “Fly”. Per questa predisposizione tecnica, è stato nominato componente dei “Systems Committee” sia della Federazione Mondiale di Bridge (WBF, World Bridge Federation) che della Lega Europea di Bridge (EBL, European Bridge League).
E poi c’è il capitolo della carriera extra Bridge, perché fra i titoli di Carlo c’è anche quello di dottore in Economia e Commercio.
Uomo di mare, molto amante del viver sano, si divideva fra Milano, Rapallo e la Sardegna, dove si rifugiava appena poteva.
Ha avuto una vita piena, ricca di affetti, compagni di avventure che a poco a poco che la notizia della scomparsa di Carlo si diffonde si contattano fra loro per cercare reciproco sostegno. Tutte le emozioni vissute insieme in tanti anni di Bridge oggi hanno un sapore completamente diverso, domani ne avranno uno ancora nuovo.
Addio Carlo, Moskito, grazie per tutto quello che hai fatto per noi, per il contributo dato alla nostra storia gloriosa, per le basi che hai gettato per il futuro del nostro sport.
Alla tua compagna e a tua figlia, l’abbraccio del Bridge italiano.