Sviluppo del Contro Sputnik dopo apertura nel nobile

Dopo l’intervento avversario all’apertura di uno a colore nobile quasi tutti impieghiamo con differenti significati di appoggio due dichiarazioni convenzionali: la surlicita e 2SA.
L’unica dichiarazione libera che non mostri un colore rimane allora il contro a togliere “takeout” di risposta, anche noto come contro negativo o come contro sputnik, come lo chiamiamo ancora in Italia.
Nato originariamente per la ricerca di un contratto parziale, da cui il termine “negativo” ancora usato negli USA, è oggi universalmente utilizzato senza limitazioni di forza.
Situazioni adatte al takeout double
Avendo dovizia di dichiarazioni per le situazioni di appoggio, la risposta di contro nega l’appoggio anche solo terzo al colore di apertura. Questa scelta ormai ampiamente diffusa consente una migliore valutazione da parte dell’apertore ai fini della competizione ed anche in merito all’eventuale, se pur rara, trasformazione del contro.
La mano standard per un takeout di risposta è quindi una bilanciata o semibilanciata almeno di forza media con entrambe le quarte nei colori restanti. Naturalmente un po’ più impegnativo sarà un contro a 2 dopo l’apertura del compagno di 1
, e un po’ meno lo sarà quello a 1
dopo l’apertura del compagno di 1
. Benvenute sono sempre le bicolori di nove carte nei colori restanti, ammesse le 5-3-3-2 se la quinta è quella di rango più alto fra i due colori. Altrimenti, come per le 4-3-3-3, vale l’ammissione con riserva concessa di norma a partire da dieci punti.
Situazioni inadatte al takeout double
Da evitare il contro con le monocolori seste. L’avversario potrebbe appoggiare a livello o a livello più alto ed il rischio di non aver nominato il colore lungo ci esporrebbe a disastri dichiarativi di vario genere. Molto meglio dichiarare in situazione forzante un giro per magari poi ripetere mostrando la situazione limite o surlicitando in assenza di nuovi interventi…
Ma non sempre tutto si può fare. Eccovene un esempio. Tutti in zona. Il vostro compagno apre 1 e l’avversario interviene 2
.
Supponete di avere:
4 2
6
A K J 9 4 3 2
J 7 6
Immagino molti di voi non possano resistere alla tentazione di dire 3
come recentemente fece un mio occasionale compagno. La smazzata completa:
Io ero in Sud.
Dopo che il mio 3SA rimase il contratto finale l’attacco fu di K, che rimase in presa. Il ritorno di Ovest fu niente meno che… quadri! Non chiedetemi il risultato di questa mano.
“Scusa, non ho saputo resistere” furono le parole del mio partner.
Non proferii verbo, ma lui ritenne ugualmente di aver ricevuto una lezione da quel risultato.
Fu così che il mese seguente, quando lo vidi spuntare da un capannello di bridgisti, che mi venne incontro e mi raccontò una mano di un precedente torneo, quando la licita al suo tavolo era andata: 1 del suo compagno e 2
di intervento e lui similmente possedeva:
x x
x x
Q x
A Q J 10 x x x
Questa volta decise di passare, ligio agli insegnamenti dell’esperienza. Seguì 3 del rialzista che rimase il contratto finale. L’apertore, suo compagno, però deteneva:
A x x x
K J x x x
A x
K x.
Allora, come si fa?
Non conosco una medicina sicura contro queste evenienze. Un suggerimento potrebbe essere invertire, ma solo per queste situazioni che comportano la più economica dichiarazione del colore a livello tre, il significato del contro e poi colore con quello del cambio di colore a livello. Si rende forzante il primo e passabile il secondo. Così il problema delle mani limite è perfettamente risolto.
Con mani più forti di teste, come:
K x
Q x
x x
A Q J 10 x x x
con questo accorgimento si dichiarerebbe subito contro per poi dichiarare le fiori. Facile a dirsi, ma sull’eventuale solito rialzo a tre che fa il giro del tavolo come ci si comporta? E allo stesso modo sulla surlicita del compagno?
Voi siete in Nord, con:
K x
Q x
x x
A Q J 10 x x x
Il male minore sembrerebbe a quel punto riaprire ancora di contro. Vero è che le fiori si lasciano immaginare, ma una bilanciata forte è ben diversa da una settima semichiusa. Il compagno dichiarerebbe quasi certamente le picche e ci ritroveremmo in una sorta di squeeze dichiarativo.
Esiste un rimedio?
Forse, dichiarare a quel punto 3 anche quarto con la bilanciata forte – avremmo potuto dire 2
prima con la quinta bella – e lasciare che il contro neghi le cuori, almeno 3SA non lo perdiamo. Troppo macchinoso? Forse.
La pratica del contro e poi minore in questo caso è moderatamente rischiosa dal punto di vista della trasformazione immediata per la presenza di teste in vari colori. Ma con qualcosa come:
Q x x
x x
x
A K Q J x x x
il pericolo sarebbe maggiore.
Il compagno dovrebbe ben guardarsi dal trasformare con carte tipo:
K x
K J x x x
A Q 9 x
x x
Non sarebbe un affare se la smazzata completa fosse:
Per restare nelle convenzioni esistono ancora i salti diretti a 3 e a 3SA su 2
ai quali possono essere attribuiti significati specifici, tipo mano forte con l’altro minore senza fermo e con il fermo.
Sviluppo della dichiarazione dopo il Passo del secondo difensore
Quando la linea avversaria non entra ulteriormente in competizione il problema si riduce a chiarire nello spazio dichiarativo rimasto la forza e la distribuzione della mano dell’apertore.
Due regolette piuttosto diffuse possono aiutare. Diventano forzanti di manche da parte dell’apertore solo le sequenze che passano:
- attraverso il 2SA
- attraverso la surlicita.
Nel primo caso l’apertore mostra il fermo nel colore avversario, nel secondo lo nega.
La prosecuzione in questi casi avviene naturalmente, dichiarando i nuovi colori o ripetendo la sesta l’apertore e riportando il rispondente, in sequenza.
Pertanto se possedete:
A K 10 x x x
A x
K J x
K x
sul contro del vostro compagno all’intervento 2
dichiarate 2SA e successivamente su qualunque dichiarazione licitate 3
in situazione forzante.
Se invece le vostre carte fossero:
A K 10 x x x
J x
K Q x
A x
dovreste surlicitare ma solo perché non avete il fermo di cuori, altrimenti passereste per il 2SA.
Il riporto del vostro compagno mostrerà sempre un appoggio di due carte e voi potrete concludere a 4 con la sesta di rever mentre con
A Q x x x
J x x
A Q x
A J
dopo 3 sull’eventuale 3
dichiarerete 3SA pur col Jxx a cuori, avendo, con la vostra surlicita, già negato il fermo.
Ecco l’esempio. Seduti in Sud, aprite 1
e sul contro del vostro compagno all’intervento 2
surlicitate con 3
. Avete negato il fermo e mostrato mano di rever.
Il compagno in possesso di entrambe le quarte più un doppio di cuori in mano “non proprio minima”, date le nove carte, surliciterà a sua volta con 4, escludendo 3SA e lasciando a voi la scelta finale. Ora ad esempio 4
fisserà il colore mostrando mano da slam e, a seconda degli accordi le varie dichiarazioni serviranno per verificare il numero delle carte chiave ed il controllo a fiori.
Con lo stesso principio se possedete delle mani intermedie come:
K Q 10 x x x
A x
K J x
x x
sul contro del vostro compagno all’intervento 2 dopo il passo avversario potrete ridichiarare tranquillamente 3
in situazione non forzante.
Questa dichiarazione si rivela utile dal momento che un 2 in genere non è contratto da rialzare con leggerenza.
Potrebbe arrivare da qualcosa come:
K J 10 x x
A x
Q x
Q x x x.
Con questa sistemazione rimangono naturali i salti discendenti 3 e 3
che garantiscono una 5-5 almeno forzante a manche mentre 4
mostrerà la stessa mano più debole. Infine 4
/4
potranno ad esempio mostrare le due 6-4 rispettivamente la prima con le picche e l’altra naturale con le quadri.
Sviluppo della dichiarazione quando l’intervento restringe lo spazio dichiarativo
Fin qui è stato facile perché l’intervento due fiori lascia un po’ tutti gli spazi dichiarativi intatti.
Supponete però ora di aprire 1 con:
A K 9 7 4
7
K 5 4
K Q J 2.
L’avversario di sinistra interviene a 2 ed il vostro compagno contra. Come ve la cavate?
Le carte del vostro compagno potrebbero essere:
x x
K 10 x
Q J x x
A x x x
come potrebbero essere anche:
x
A 10 x
Q J 10 x x
A x x x
oppure
x x
K 9 x
A J x
A x x x x…
Surlicitando semplicemente a 3 il rischio è che il compagno immagini qualcosa come:
A K J x x
J x x
K x
K Q x
e concluda invariabilmente a 3SA con tutte queste mani oppure dichiari 3 per favorire il vostro 3SA.
Che fare di meglio?
La medicina che vi offro questa volta è piuttosto indigesta.
L’idea per moltiplicare le situazioni dichiarative è:
1. giocare sull’intervento 2 il 2SA con significato di transfer per 3
o forte generico col fermo quadri
2. giocare sull’intervento 2:
—> il 2SA con significato di transfer per 3 o forte generico col fermo a cuori
—> e il 3 transfer per 3
… o forte con le fiori ma senza il fermo a cuori
Pertanto, dopo:
La dichiarazione proseguirebbe con:
*3 = mostra un Contro minimo, altrimenti si supera
Su 3, la dichiarazione prosegue con:
Passo = debole picche/fiori
3 = forte picche/quadri col fermo
3 = forte picche/fiori col fermo
3 = forte con le picche seste e col fermo
3SA = forte 5-3-3-2 col fermo
Tornando alla smazzata del diagramma…
…prosecuzione cue turbo o Blackwood a seconda degli accordi
Altre sistemazioni
3 realizzazione, mostra un contro minimo, su cui:
Passo = debole picche/quadri
3 = forte 5
4
senza fermo
3 = forte 5
5
3SA = forte 54
col fermo
Mentre dopo:
3 mostra sempre bicolore forte picche quadri senza fermo.
Giudicavo medicina indigesta questa sistemazione che vi ho appena proposto. Ma non perché sia poi così difficile da memorizzare. Non ho una statistica sufficiente a valutare l’affidabilità dello schema. La complessità ed il numero delle convenzioni giocate dalla coppie di bridge agonistico impone oggi uno studio che va ben oltre l’esperienza del tavolo. Se non si fanno studi e prove computerizzate specifiche ben difficilmente si può valutare, solo in base all’esperienza, la bontà di una sistemazione convenzionale. Non basterebbe una vita di bridge.