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Mondiali 2019: quarti di finale Italia – Norvegia (Open)

Primo segmento

Eccoci giunti ai sospirati e così duramente conquistati quarti di finale. Si gioca contro la Norvegia, perché l’Italia è come la bella di Torriglia (modo di dire genovese: tutti la vogliono, nessuno la piglia) e quando si tratta di fare gli accoppiamenti, non si capisce perché, resta sempre per ultima: e dunque per il meccanismo delle scelte ci toccano i quarti in classifica.

Ci schieriamo dunque contro gli scandinavi con Versace-Lauria in chiusa contro Aa-Livgard e Bocchi-Sementa contro Brogeland-Lindqvist in aperta.

Le prime battute subito suggeriscono che probabilmente non assisteremo a un incontro piatto. A entrambi i tavoli Nord sottoapre di 3 quadri, e dopo due passo Ovest contra ed Est trasforma disdegnando la quarta di picche a favore della notevole forza in atout. Tra parentesi, mi pare che 4 picche siano infattibili perché, a prescindere da cosa succederà a quadri, è impossibile evitare a Nord di prendere con il K di fiori e liberare la presa del down a cuori al compagno mentre regge ancora il giro successivo di fiori. Certo, se l’attacco fosse Asso di quadri…

Le prime tre mosse sono uguali ai due tavoli: Asso di picche, fiori all’Asso (Nord sblocca il K) e picche tagliata. Lindqvist continua con due giri di fiori scartando cuori e atout all’Asso scoprendo l’orribile divisione. Con cinque perdenti certe, il problema è di passare la carta giusta a cuori: i punti visti in Est sono molti, quindi per giustificare il contro l’Asso di cuori deve essere in Ovest.

Lauria prosegue invece con Asso e J di atout, ed Est rigioca picche ancora tagliata. Ora per andare 1 down si dovrebbe giocare cuori al J, ma se Ovest ha A-Q-x si prende anche il taglio, quindi Lorenzo che ha visto anche lui molti punti in Est prosegue ancora atout e a Livgard non sembra vero poterlo inchiodare al morto a fiori, costringendolo a uscire sotto il K di cuori. 2 down e primo vantaggio alla Norvegia, 5-0.

Bocchi e Sementa giocano un normale 2 picche tramite risposta transfer di Antonio. Dopo tre giri di quadri (il terzo tagliato), Norberto batte l’Asso di picche e continua a tagli in croce, permettendo agli avversari di sdoppiare le atout ma assicurandosi 8 prese.

In chiusa il senza debole dei norvegesi e la risposta 2SA di Aa (transfer per le fiori) costringono Lauria a parlare a livello 3. Si imbatte in un misfit totale, e Versace non ha la forza per introdurre a livello 3 le cuori, dove invece si gioca nettamente meglio, al massimo 1 down. Aa probabilmente è vicino al contro, poi per fortuna ce lo risparmia e il controgioco non è perfetto: comunque si tratta di un 2 down che in zona ci costa altri 3 MP: 8-0 per gli avversari.

Dichiarazione lineare in sala chiusa, dove i nostri non difendono a 4 picche (si andrebbe 3 down, un piccolo guadagno contro il rischio di una grande perdita se per caso la manche avversaria cadesse).

Fuochi di artificio invece in aperta, ancora a nostro danno. Per sistema Brogeland e Lindqvist sottoaprono di 2 quadri con la nebbia anche quinta (queste prime mani sembrano costruite per le loro convenzioni). Quando si arrestano a 2 picche, Sementa prende il comando delle operazioni mostrando con 3 picche la sua bicolore su cui Lindqvist difende preventivamente a 4 picche creando un problema a Bocchi, che il suo fit di cuori non l’ha ancora dichiarato. Decide quindi di giocarsi la manche in zona a livello 5 e paga le prime 3. Partenza da incubo e 20-0 per la Norvegia.

A 3SA Sementa con il normale attacco cuori dalla sesta avrebbe la chance di mantenere, avendo ora il tempo per sviluppare una presa a quadri e/o passare la carta giusta a fiori, cioè il K. Ma Lindqvist (i norvegesi non stanno sbagliando nulla) inventa l’attacco di Asso di quadri e prosegue a picche, e Antonio cade di una presa pagando le cattive posizioni di entrambi i semi minori. In chiusa Est gioca 4 picche e anche se l’attacco favorevole a cuori gli permette di incassare tre giri nel seme scartando quadri, quando dopo aver battuto tutte le atout gioca fiori alla Q il ritorno cuori lo mette fuorigioco e l’ultima presa che gli spetta è la quinta atout. Il 2 down ci permette di sbloccare il nostro punteggio: siamo 20-3.

3SA a entrambi i tavoli. Attacco quadri preso in mano e K di picche in tavola. In chiusa Lindqvist prende subito permettendo l’incasso delle picche a Bocchi: la difesa incassa solo i suoi tre Assi, dieci prese. Lauria invece liscia due volte e Livgard prosegue K di fiori per l’Asso di Versace, che torna piccola cuori. Il 9 terrebbe ma bloccherebbe il seme, quindi normalmente il giocante prende in mano e continua con le fiori cedendo il quarto giro a Lauria, al quale ormai spetta il solo Asso di picche. Mi sembra superiore la difesa di Lorenzo, ma non produce nulla: mano pari.

Si gioca 4 cuori con sequenze licitative analoghe, e anche le prime mosse del gioco sono uguali: Sud attacca fiori, Est mette l’Asso per guadagnare un tempo, batte le atout e gioca l’impasse di picche che non va. Qui però le strade ahimè si dividono, perché mentre Brogeland gioca fiori per il K e ottiene il ritorno a quadri che batte di 2 prese, Versace cerca invece il K di quadri al compagno e questo ritorno regala la manche. Qualcosa evidentemente non ha funzionato negli scarti, se Alfredo non è riuscito a “percepire” che l’attacco era stato gradito e che si doveva insistere nel seme. Lo score si inabissa a 33-3.

Apre Sud 1 fiori, Ovest contra, Nord compete a 2 fiori ed Est dice le quadri quinte. Fin qui tutto uguale, ma Versace ora decide di mostrare il fit con 3 fiori mentre Brogeland preferisce dare valore alla sua forza nell’atout avversario e passa. Mentre 3 fiori sono destinati a cadere, per battere 2 quadri bisogna che la difesa sfondi a cuori per evitare lo scarto sulla picche: le occasioni per farlo a dire il vero sono molte, ma Lindqvist torna cuori alla carta due, appena preso l’attacco fiori. Davvero i norvegesi sembrano licitare e giocare a carte viste in questo terribile avvio. Si peggiora ancora, 38-3.

Sulla convention di Brogeland c’è scritto che possono scegliere se aprire fiori o quadri con la 4-4 sulla base dei resti nei nobili. In questa ennesima mano costruita per il loro sistema, l’apertura è 1 quadri e centra appieno la sesta del compagno, per cui Brogeland non ci mette molto a chiudere a 3SA con il doppio fermo nel seme avversario. La manche si batterebbe se, molto a carte viste, sulla sfilata delle quadri (Brogeland, ca va sans dire, indovina la Q terza) Bocchi conservasse tutte le cuori e una fiori, scartandosi le picche dove Sementa regge con il 10. Così non è, e al primo scarto di cuori di Est il giocante può affrancare impunemente la fiori. La difficoltà del controgioco è ben illustrata dal fatto che cinque giocanti su sei hanno mantenuto questo contratto.

Lauria apre 1 fiori e su 1 picche di Est Versace mostra le quadri con 2 cuori. Ovest appoggia a 2 picche e ora Lorenzo con il suo minimo bilanciato decide di passare malgrado il grosso fit, e passa di nuovo sul 3 quadri del compagno. Ne facciamo 4 ma la cosa ci costa altri 7 MP. Diluvia sul bagnato, 45-3.

Un segnale di riscossa dalla sala chiusa: Versace e Lauria chiamano 3SA con 23 in linea, ignorando giustamente il fit picche. Un paio di posizioni favorevoli (finalmente!) rendono imperdibile il contratto: si cedono 3 fiori e 1 picche. Per una volta i marines dei fiordi vengono battuti in aggressività perché si fermano, non proprio illogicamente, a 2 picche e ne fanno 3. Una boccata d’ossigeno che ci porta 45-9.

Ma riprende subito il monologo norvegese. Dopo 1 picche-1SA, Sud deve decidere se riaprire, e abbastanza logicamente Versace con 14 gonfi di picche lascia perdere e si marca 2 down in zona. Quasi incredibilmente Brogeland invece ci mette il contro, Sementa dice 2 cuori e Lindqvist che – caso strano – detiene le carte del miracolo inevitabilmente chiude a 3SA. Attacco dunque J di cuori, Antonio entra di K e torna quadri (secondo Deep Finesse solo il ritorno piccola fiori batte) su cui Sud prende e gioca Asso di picche e 9 di picche, che Bocchi deve lisciare per non concedere quattro prese nel seme. Cuori per l’Asso in mano e Lindqvist gioca quadri in bianco per preparare un qualche finale. Norberto continua a cercare di scollegarlo giocando piccola fiori, ma viene messo in mano a picche e deve portare una seconda fiori al morto.

Mano difficile da analizzare, con molte varianti. Quello che è certo è che Lindqvist, fra i cinque giocatori impegnati in contratti a senza atout in Nord (uno era parziale), è stato l’unico a raggiungere le nove prese.

Ancora una manche tirata di Lauria e Versace, premiata da qualche carta ben messa, mentre i norvegesi in aperta lasciano giocare 4 quadri a Sementa, che ovviamente per simmetria trova tutto nella schiena e va 2 down in prima, poco male.

Di nuovo una mano costruita per le aperture nebulose dei norvegesi, che permette a Aa di far partire l’asta da 2 cuori. Est interroga, Versace ci mette un contro ma obiettivamente è troppo poco perché Lauria entri in azione con una mano così debole e bilanciata, mentre i norvegesi localizzano il fit picche e ne chiamano e ne fanno tre. Di là la sequenza più classica permette a Brogeland di mostrare la sua forza, cosicché il compagno può chiudere a 3SA. L’attacco cuori batterebbe: il 10 smonta l’Asso, e ora Est può usare le sue due riprese nere per aprire l’entrata a quadri al compagno e ricevere il ritorno decisivo a cuori. Sementa con qualche ragione cerca il seme del compagno e attacca a picche: lo trova pure, ma Brogeland prende in mano con la Q e parte con le fiori. Norby ferma il terzo giro ed effettua il ritorno vincente di piccola quadri catturato dall’Asso di Sud per la successiva sfilata delle fiori franche che comprime un po’ tutti. Norberto ora alle ultime 5 dovrebbe chiudersi con i due K rossi secondi e l’Asso di picche secco: nel momento in cui decide di sbloccare il K di quadri, la mano è fatta. Certo la difesa non è evidente al tavolo. Questo 3SA è stato democraticamente mantenuto da tre coppie su sei che lo hanno giocato.

Bocchi e Sementa arrivano a 4 cuori su cui Brogeland difende a 5 quadri sulla lunga del compagno. La divisione delle fiori gli permette di scartare la picche e di andare solo 1 down (ci voleva il fantascientifico attacco di piccola cuori sotto Asso per ottenere il ritorno immediato picche e lucrare un secondo down). Si guadagna ugualmente perché con inaspettata timidezza Livgard lascia giocare 4 quadri a Lauria, che li porta facilmente a casa. Il ritardo si riduce ma resta comunque abissale, 66-25.

Mentre i norvegesi si fermano a 3 picche e mantengono catturando il K di atout, Lauria e Versace che con qualche ragione pensano che ci sia da rimontare parecchio, si spingono a manche. Perderemmo quindi ancora qualcosa, ma succede che dopo l’attacco di cuori di Est, Aa torni fiori per l’Asso del compagno il quale invece di incassare il K di cuori – operazione che produrrebbe il down – torna fiori per la Q del morto, forse pensando che il K l’abbia il compagno. Ora Lorenzo inchiodato al morto non può che battere l’Asso di atout, e quasi per magia si schianta il K secco che permette l’ingresso in mano e lo scarto della cuori sul K di fiori. 66-32.

Nord interviene di 2 fiori sull’apertura avversaria di 1 cuori, ed Est appoggia a 2 cuori. Adesso Brogeland contra. mentre Versace appoggia: in entrambi i casi ora mi pare un po’ poco con 16 bellocci sia il passo di Lauria che il 3 fiori di Lindqvist, anche se è obiettivamente difficile trovare una licita che si presti a descrivere (Lorenzo poteva dire 3 picche?). Sta di fatto che 3SA come stanno le carte non è battibile ed è stato chiamato da 5 coppie su 8. Mano pari, comunque.

Si chiude questo tempo disastroso così come lo si è cominciato, e cioè con una perdita. I norvegesi in aperta chiamano una manche incerta che dipenderebbe dall’indovinare la figura delle fiori, ma che viene semplificata molto dall’attacco di Sementa di piccola fiori sotto K; Lauria e Versace questa volta si astengono, e il punteggio finale rotola a 72-32.

Abbiamo pagato tutto. Gli errori, certo, tanti e ingiustificati: ma anche le mani che sembravano dipinte per il sistema avversario, e in particolare l’aggressività quasi sconsiderata delle loro sottoaperture. I norvegesi, onore al merito, per dieci mani sono sembrati divinati, e oltre a giocare davvero molto bene hanno azzeccato tutte le scelte. Poi qualche sbaglio lo hanno commesso, ma sempre ogni nostra rimonta è stata frustrata da un’immediata perdita successiva.

Ma quaranta punti si possono rimontare, giocando meglio degli avversari e sfruttando magari qualche filo di vento che, hai visto mai, potrebbe perfino insinuarsi nelle nostre vele. Ci sono ancora tante mani: coraggio ragazzi, proviamoci!

Enrico Guglielmi

Enrico Guglielmi (GGC001, Tennis Club Genova), socio agonista, scrive per Bridge d'Italia e per BDI Online articoli e commenti sui principali avvenimenti agonistici nazionali e internazionali

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