Mondiali 2019: la cronaca del match Italia-Norvegia (Open)
Match di cui è superfluo sottolineare il peso. Siamo noni e giochiamo contro gli ottavi: per poter sfruttare al meglio nel prosieguo un calendario abbastanza in discesa, è fondamentale non farsi staccare ora.
Sempre assente Madala, il cui impiego viene evidentemente centellinato per ovvi motivi, si dà ancora un turno di riposo per Lauria, per cui schieriamo Versace-Duboin insieme a Bocchi-Sementa.
Non penso che la mano di Est valga l’apertura, a compagno non passato, e in questo mi conforta il ben più alto 🙂 parere di Bocchi, che lui pure si astiene. Apre quindi Brogeland di 1 picche, seguono due passo e Bocchi riapre di 1SA, che immagino mostri una bicolore generica (e non minore); altrimenti non credo che a questo punto Sud avrebbe tirato fuori le quadri per giocarsele nella 5-1 (se proprio mi avessero obbligato a riaprire, lo avrei peraltro fatto con il contro), e si sarebbe finiti a giocare probabilmente un paio di cuori in orizzontale. Sementa con la quinta nel primo palo del giocante non ha bisogno di molta fantasia per produrre l’ottimo attacco in atout, Brogeland scopre in rapida sequenza che entrambi i suoi pali sono divisi 5-1 e va 1 down (1 picche, 2 atout, 1 cuori, 2 fiori).
Kvangraven espone un punto di vista diverso e apre. Duboin decide che, col probabile impasse quadri vincente, la mano diventi troppo forte per l’intervento a colore e contra; e il prosieguo, cioè il sottocolore di Tundal, gli rivela che parlare delle picche non è cosa. Così sulla bicolore nobile che mostra Ovest, l’apertore sceglie fatalmente il palo peggio maldiviso. Nel momento in cui i difensori riescono a far tagliare una quadri al giocante, spetta loro una terza presa in atout che corrisponde al down. Partiamo con questo piccolo doppio score, 3-0.
Il 2 quadri di Sementa è un sottocolore impossibile che mostra forcing generico senza 4 carte di picche. Nel prosieguo della licita si annaspa alla ricerca di una manche giocabile, e Antonio finisce per puntare su 4 picche. All’altro tavolo invece approdano a 5 fiori, con in più un atout ma anche una presa in più da fare, e visto che mancano tre teste rosse la mano finisce in fretta: indovinare la Q di atout serve al giocante solo per limitare il passivo.
Bocchi prende invece il favorevole attacco fiori da Sud che asfalta la Q del compagno, e ora per fare la mano manca il 10 di picche, che avrebbe dato al giocante l’opzione (un po’ a carte viste) di battere due giri e giocare quadri. Così come stanno, per battere questa linea è sufficiente a Brogeland prendere al terzo giro e giocare atout. Dunque Norberto deve puntare sulla 3-3 in atout e (ho la sensazione di averlo già detto, che non è un mondiale fortunato, o sbaglio?) naturalmente non la trova. Avremmo meritato qualcosa, invece è mano pari.
Barrage normale, anche se un tantino robusto vista la posizione e la zona, di Versace. Tutti passano e Alfredo scarta una picche sull’impasse cuori ma poi deve pagare due atout (anche battendo l’Asso non ci avrebbe guadagnato niente, perché avrebbe dovuto cedere 10-8 a Ovest).
Lindqvist apre a livello 1, che con i due Assi ci può stare, Bocchi interviene e presto la licita diventa un fatto personale tra Sementa, che con 10 bilanciati e misfit riesce a parlare tre volte, e Lindqvist che con nordica pazienza martella le sue fiori fino a livello 4: l’ultima volta, per fortuna, togliendo il nostro 3 picche condannato a 1 down salvo complicazioni. Otto prese anche qui ma il down in eccesso ci porta due punticini, andiamo 5-0.
Manca su BBO la licita dei norvegesi in chiusa: che è del seguente tenore: 1 fiori – 1 cuori (transfer) – 1SA, ed è una cosa davvero irritante. Voglio dire, se decidi di rendere capricciosa la tua apertura di 1SA, poi devi preoccuparti di gestire in qualche modo il fit 15-10 con il quale i tuoi avversari chiameranno inevitabilmente manche: e non sempre troveranno le carte accompagnate a donne di facili costumi, come usava dire Corrado De Martino, uno dei giornalisti preferiti della mia gioventù.
E invece niente: Lindqvist passa sereno con i suoi 10 né belli né brutti, e ci prende perché la duplicazione di valori a fiori rende la mano molto sotto chance, e l’impasse di quadri che fallisce fa il resto. Duboin indovina l’impasse al 10 di quadri, ma questo gli evita soltanto l’onta del 2 down. Gli avversari ci sorpassano e si portano sul 5-6.
Un banale 3SA chiamato a entrambi i tavoli con licita pressoché identica, nel quale la difesa incassa le prime sei prese.
I due Sud stanno ai primi danni e su 2 quadri, preoccupati dal misfit nel primo palo, abbandonano. Non che lo raccomandi, ma se avessero provato a suggerire la loro quinta di cuori, ben difficilmente si sarebbero fermati prima di approdare a una manche che, così come stanno le carte, sembra difficilmente battibile. E’ sufficiente, alle nove prese rosse garantite da sorpassi e divisioni, associare un taglio a fiori. La controprova è che i pochi che hanno chiamato 4 cuori hanno invariabilmente mantenuto. Perdiamo nel frattempo un puntino di surlevée, 5-7.
Attacco favorevole a picche e doppio impasse di cuori, per non parlare della quadri divisa, portano entrambi i giocanti al totale di 12 prese. Ovviamente se lo slam fosse stato chiamato l’attacco picche sarebbe diventato impensabile: e difatti i due che si sono librati (Hong Kong China e Bangladesh) sono caduti.
L’apertura di 1 cuori di Tundal permette ai nostri di entrare in azione e di trovare il fit picche. Mi sembra un po’ rinunciatario non chiamare manche da parte di Ovest, dopo il fit promettente che gli indica il compagno: probabilmente temeva di non riuscire a battere le eventuali 4 picche avversarie. Quindi ce ne lascia giocare tre, e Giorgino mantiene tranquillamente cedendo tre atout e una cuori.
Bocchi, come ben sa chi lo segue sul suo interessante blog, ormai da tempo ha tolto all’apertura di 3SA il vecchio e deleterio significato di gambling, per assegnare a questa licita il significato di un palo nobile chiuso o semichiuso con una vincente a lato (rendendo quindi più interdittiva l’apertura diretta nobile a livello 4), con il vantaggio ulteriore di proteggere sull’attacco i valori verosimilmente più sparsi del compagno. In questa mano c’è anche un pizzico di fortuna perché è molto difficile attaccare minore per Sud, mentre sarebbe stato inevitabile da Nord. Dunque su attacco nobile una perdente sparisce sull’Asso di picche e marchiamo un doppio score pesante che ci riporta in vantaggio: 16-7.
3SA raggiunto rapidamente a entrambi i tavoli, i nostri passando attraverso 2 quadri bilanciato forte. Giorgino prende l’attacco a picche per Q e Asso, e alla ricerca della nona presa gioca quadri per la Q sbranata dal K di Ovest che torna picche, ma Est decide di insistere nel seme affrancando il 7 del morto. Ora Duboin incassa le sue prese minori, raccogliendo en passant la caduta della Q di fiori che lo porta a 9 prese, e non ha bisogno dell’impasse cuori (che non potrebbe tentare essendo a rischio down) perché Ovest, compresso nei semi rossi, deve seccare il K per la surlevée: classica compressione per cardiopatici, per citare questa volta il grande Romanet. Il gioco all’altro tavolo non è stato registrato: si tratta comunque di mano pari.
Uno slam facile da fare e chiamato con una certa scioltezza da entrambe le coppie. I norvegesi partono con fiori forte e controlli, mentre Sementa all’altro tavolo segnala un grosso fit con 2SA, e Bocchi non lo tiene più nessuno. La forza a picche che gli avversari mostrano a entrambi i tavoli disturba ben poco, visto che l’apertore ha l’Asso secco.
I due Ovest sottoaprono malgrado la quarta laterale nobile, perdendo il fit: ma in fin dei conti è meglio così, perché in questa mano impestata pagare down lisci in prima può essere il minore dei mali (e infatti guardando i risultati complessivi i 300 si sprecano su entrambe le linee). Tundal a un certo punto fa l’impasse di picche (che non mi sembra molto utile) e va 2 down, Sementa sceglie quello al J di cuori e ne risparmia una: 18-7 per i buoni.
Lindqvist con il suo sottocolore mostra le quadri in una mano debole; Bocchi riapre con i due nobili e spinge gli avversari a livello 3. Fatica sprecata perché indovinando la Q di picche se ne fanno anche 4. Di là Kvangraven, che decisamente non mi vorrebbe mai come partner oltre che per la sicura disparità tecnica anche per la scarsa sintonia licitativa, sceglie l’apertura a dir poco eccentrica di 1 cuori. Ovviamente Tundal non lo si ferma prima del livello 3, e se avesse avuto anche uno spicciolo di distribuzione probabilmente i norvegesi si sarebbero giocati una manche contrata (Duboin ha tre Assi). In questa vita invece si giocano 3 cuori: il contro in duplicato è improponibile e ci dobbiamo accontentare di guadagnare 1 MP battendo di tre prese in prima. 19-7 è il nuovo punteggio.
Duboin mostra con la Garozzo la bicolore nobile debole in risposta, e costringe Tundal a paracadutarsi senza rete a 3 quadri in zona. Suppongo che Giorgino abbia accarezzato l’idea, con la sua notevole forza difensiva non ancora mostrata, di riaprire di contro: e sarebbe stata una festa, perché il nordico si ferma a sei prese. La consueta periodica agitazione sindacale dell’operatore BBO ci priva dei dettagli dell’altra sala, dove la Norvegia marca 140 a 2 cuori con surlevée ma deve cederci 4 MP. Il vantaggio si arrotonda a 22-7.
Penso che in questa mano ci sia costata cara l’indisponibilità di Agustin. Sembra infatti davvero eccessiva la riapertura di Versace su 4 cuori, probabile frutto di un equivoco sul 3SA che Duboin intende chiaramente come minimo bilanciato mentre Alfredo lo interpreta probabilmente come promettente. Ci salveremmo ancora a livello 5, ma ora Giorgino, che ritiene di aver scoraggiato lo scoraggiabile, si vede in mano cinque controlli e pensa che qualcosa se ne potrà pur fare.
Abbiamo visto molte volte i nostri avversari cadere in piedi con licite a peso di questo genere, e in effetti in un giorno di sole molto caldo lo slam si farebbe. Non questa volta, ci mantiene in vita la Q di atout in caduta ma ci condanna l’Asso di quadri sopra il mariage del morto: sarebbe stato però un premio francamente immeritato. La Norvegia rimonta fino a 23-18.
Entrambi gli Est rivalutano giustamente fino alle stelle la chicane di picche contenuta nella loro mano. Il contratto è quindi 6 cuori, giocato ovunque in Ovest: le transfer stanno davvero prendendo piede in modo massiccio (nelle coppie più affiatate, quando a un giocatore scappa la pipì, in bagno ci va il partner 🙂 ) e in questa mano fanno centro, perché l’attacco di Asso di picche tagliato affranca il K in Ovest e risparmia al giocante il patema di dover indovinare il bilatero a fiori.
Mano che ci fa tremare, perché per mantenere 4 cuori bisogna indovinare la figura delle atout e fare l’impasse al J: e mentre Brogeland in Sud si è inserito con un contro, Duboin nella stessa posizione ha buttato lì un 2 quadri che denuncia al giocante la sbilanciata, visto che si vede in linea i quattro onori maggiori. Dunque gli estremi per l’indovinamento ci sarebbero, ed è con un notevole sospiro di sollievo che vediamo Tundal ignorare l’involontaria dritta e affossarsi.
E’ una vittoria importante contro un avversario aggressivo e ostico. Restiamo noni, posizione che alla vigilia – quando pensavamo di poter contare su sei giocatori in salute – era impensabile: ma siamo vivi e combattivi. Il prossimo turno sarà molto importante: la Norvegia gioca un difficile match con l’Olanda mentre noi abbiamo l’abbordabile Singapore. Sarebbe d’uopo passare davanti…e rimanerci fino alla fine. Forza ragazzi!