Il rovescio della medaglia

“Farei carte false per vincere”, ossia mi aggrapperei anche all’illegalità allo scopo di conseguire il mio obiettivo. È un ragionamento deprecabile e antisportivo, però… esiste un ambiente, il bridge, nel quale le cosiddette “carte false” risultano tutt’altro che proibite e perseguibili penalmente, anzi rappresentano una delle componenti che arricchiscono ulteriormente la nostra disciplina. Un buon giocatore è capace di trovare spesso delle mosse che mettono al bivio l’avversario e lo costringono ad una scelta immediata, che frequentemente sbaglierá: le giocate psicologiche “deceiving plays”, come titolano i bollettini dei campionati, non sono infrequenti nell’ambiente e spesso risultano imparabili anche per i bridgisti più esperti.
AQ85 per J432, per fare 4 prese giocate piccola alla Dama e compaiono 7 e 6. Tirate l’A, sud fornisce il K e siete arrivati (Caso 1, K secondo dentro).
Stessa figura, giocate piccola alla Q e compare il 9 a destra: dilemma, e se avesse 109 secchi? Nel tal caso tornate in mano e giocate il J (Caso 2, K76 dentro). E perdete una presa perché l’avversario vi ha ingannato, aveva 109x.
Il difensore esperto, ipotizzando questa situazione, sa che esistono queste due possibilità con cui il dichiarante può vincere. La mossa chiave è giocare una carta presente in entrambe le figure costringendo il dichiarante a non poter escludere nessuno dei due. Se a sinistra con 109x si gioca la piccola il secondo caso viene automaticamente esclusa dal dichiarante che non ha scelta se non tirare l’asso.
In questi casi la giocata ad ingannare non può costare nulla al difensore. Inoltriamoci un poco in un mondo più affascinante: come un falsario che viene scoperto dalla polizia e la cui attività illecita ora gli si ritorce contro con tutte le conseguenze, scopriamo quando queste giocate, pur effettuate con la migliore intenzione, diventano un boomerang che colpisce in pieno viso chi ha eseguito la mossa.
Il morto a Nord gioca una piccola ed Est, che ha in mente la figura psicologica, si avventa col 9. “Percheeeé!?” grida il compagno povero di spirito alla fine della mano. “Ma non vedi che se aveva in mano AQ108 adesso poteva tirare Asso e Dama pensando che io avessi il 9 secco per catturare il Fante quarto?”. Nobile intenzione, per carità. Purtroppo la figura del dichiarante non era quella auspicata dal difensore.
Chiaramente J107x fuori non si catturano quindi il giocante non ha scelta che muovere piccola al Re ed usare l’8 per impassare a destra grazie alla prematura uscita del 9.
Questo non è un gioco psicologico sicuro proprio a causa di questa infausta figura: perché lo diventi per il difensore il morto deve avere l’8, in modo che il dichiarante non possegga la forchetta per catturare J7.
1-Passo-2
-Passo-2SA-Passo-3SA, l’attacco è
Q. Il dichiarante prende di Re e gioca cuori al 9. Avete già capito il trucco: l’esperto vince col Re! Se avesse preso col Fante il giocante sarebbe stato in grado normalmente di eseguire l’impasse a Sua Maestà, ma sottoponendogliela così…
Dopo il ritorno a fiori il dichiarante, che ha Q 10 9
A 6 5 4 3
K 8 7
A K, può giocare cuori al 10 per fare il sorpasso sicuro al J e cautelarsi dal K secco. Ops, no buono! Ma non a favore di chi difende…
“Inizio a pensare che gli avversari ti stiano pagando. Adesso spiegami pure questa giocata intelligente! Puoi vincere di J e prendi di K. Poi ti chiedi perché io vada fuori di testa”.
“Lo sei già! Testadura che non sei altro, aziona le tue limitate cellule grigie: se non ci arrivi comunque il motivo l’ha scritto sopra l’autore di questo pezzo, e non mi interessa se rompo la quarta parete.”
“Ma andate a quel paese tu, l’autore, le cellule grigie e la quarta parete. Giochiamo la prossima mano. Bada, ribadisco bada, a non farmi saltare del tutto i nervi che li ho già a fior di pelle”.
A sinistra apre 3, contro dell’irritabile, ormai in preda alla follia più completa, su cui senza timore piomba il 6
dell’esperto sfortunato in Sud.
L’attacco è A e a destra fornisce il 10, conto dritto. Aggressivo con la sesta, c’ha anche attaccato… Si prospetta fiori taglio e un down, ma non per il dichiarante che scarta il K veloce come una folgore. “Pensando al doppio dal compagno, Ovest dovrà continuare altrove ed io, la fiori perdente, la depositerò sulle picche”.
Le fiori erano 5-2, l’apertore aveva messo due picche tra le fiori. Resosi conto dell’errore, si è fidato del conto del compagno e incassa la dama di fiori, per la disperazione del giocante.
Il morto (in realtà diventati due subito dopo) è in attesa della sentenza del giudice e non toccherà più carte in vita sua: il suo reato non si sconta molto velocemente, pur con tutte le attenuanti del caso concedibili dalla corte.