I ragazzi della “Marmocchi” al Campionato under 26

Dall’inizio dell’anno scolastico, un gruppo di studenti della scuola media Marmocchi di Poggibonsi sta studiando una materia in più: il Bridge. A portare il nostro sport della mente sui banchi dell’istituto è stato Claudio Marini. Da appassionato bridgista e insegnante di matematica, Marini conosce le potenzialità di questo gioco: aiuta la memoria, la concentrazione e il pensiero strategico.
“Be’ anche gli scacchi e i problemi di geometria insegnano a ragionare… cosa c’è di speciale?” è stata l’obiezione a cui si è trovato di fronte il docente.
Come sappiamo, il Bridge si gioca parzialmente “al buio”, perché compagno e avversari hanno le carte coperte. Le mosse altrui possono indurre a immaginare quali valori detengano i restanti giocatori; elaborando questi indizi ciascuno deve sviluppare una strategia. Tutto ciò in assenza di certezze e basandosi su un continuo calcolo (più o meno consapevole) delle probabilità di successo di ogni mossa, e per di più con poco tempo a disposizione.
“Quindi spesso si commettono errori, e quando si sbaglia – cosa che accade la maggior parte delle volte – bisogna solo avere la forza di buttarsi alle spalle l’insuccesso e concentrarsi sulla smazzata successiva, perché il rimorso porterebbe a distrarsi e a fallire ancora. Ecco perché questo gioco insegna a vivere: è una metafora della vita” ha dichiarato Bob Hamman, imprenditore di successo e pluricampione mondiale di Bridge.
Tornando alla Marmocchi, Marini ha dichiarato che convincere la preside, prof.ssa Manuela Becattelli, a organizzare il corso di Bridge è stato molto semplice: il dirigente sapeva che si trattava di uno sport e ne conosceva le potenzialità.
La nostra Federazione ha dato pieno supporto all’iniziativa, inviando gadget sempre nuovi che Marini dava in premio ai ragazzi nei mini-torneini organizzati dopo ogni lezione. Non solo: a tutti i giovani che intendono cimentarsi nel Campionato nazionale under 26 è offerta l’ospitalità a Salsomaggiore. Sfruttando questa opportunità, otto allievi di Marini, insieme al loro maestro e all’accompagnatrice Giovanna Rago, sono attualmente impegnati nella loro prima gara italiana.
Fra i ragazzi c’è Leyla, 12 anni, appassionata di ginnastica artistica e futura guida turistica. Grazie al Bridge, ha avuto l’opportunità di visitare Salsomaggiore e giocare nelle sale dalle forme Liberty-Déco del Palazzo dei Congressi, che osserva con aria parecchio ammirata.
Gloria, 14 anni, praticava già pallavolo, karate e atletica, ma non ha rinunciato a scoprire il Bridge e ritiene che questo sport l’abbia aiutata a mantenere a lungo la concentrazione.
Anche Guya, 14 anni, trova che il suo nuovo hobby (che si aggiunge alla sua passione per la musica e la fotografia) la aiuti a ragionare di più. Ci vuole però un po’ di pazienza per raggiungere questo risultato: “può sembrare difficile all’inizio, ma non bisogna arrendersi” – ha dichiarato l’aspirante neurochirurgo… il cervello deve avere il tempo di riordinare le sinapsi, mandare qualche nozione a memoria e poi, come per magia, tutto acquisisce un senso – e comincia un divertimento che accompagna per tutta la vita.
Brian, 14 anni, appassionato di robotica (a proposito: è l’unico sport della mente in cui nessun computer è ancora in grado di battere l’uomo), è il compagno di Bridge di Guya e apprezza particolarmente l’aspetto sociale di questo gioco: si stringono nuove amicizie e non ci si sente mai soli. Un pensiero condiviso da Gloria, 12 anni: “La cosa più bella del Bridge è stare con le amiche e giocare con persone che non si conoscono”.
“Del Bridge mi piace il fatto che devi capirti con il tuo compagno e che la fortuna non influisce sul fatto di vincere o perdere” ha dichiarato Sara, 13 anni, riferendosi al fatto che le smazzate sono duplicate.
Foto – In piedi: Giovanna Rago, Sofia Aprile, Luna Pratelli, Gloria Ceccatella, Leyla Said Warsame, Claudio Marini
Accucciati: Brian Ahmeti, Gloria Pucci, Guya Scaringi, Sara Biagiotti