I ragazzi del Bridge a Scuola della Campania ai Campionati under 26

Anna Greco, istruttore FIGB, Angela Cutelli, promotore, e Tommaso Lombardi, precettore, sono i tre Assi del Bridge a Scuola in Campania.
Un terzetto che, nell’ultimo triennio, ha insegnato il nostro sport della mente a oltre un centinaio di ragazzi della scuola media.
Durante quest’anno scolastico, hanno tenuto lezioni in quattro istituti del salernitano: la Media Statale San Tommaso d’Aquino, la Don Peppe Diana, plesso distaccato della Tommaso d’Aquino (entrambe le scuole sono condotte dalla Preside prof.ssa Annalisa Frigenti), l’Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II (guidato dalla Preside prof.ssa Maristella Fulgione, mentre i corsi di Bridge si tengono sotto la supervisione della prof.ssa Raffaella Canfora) e il liceo tecnico-scientifico Margherita Hack (diretto dalla Preside prof.ssa Roberta Masi, già appassionata praticante di questo sport della mente, mentre i corsi si tengono sotto la supervisione della prof.ssa Grazia Iannuzzi).
Le Presidi hanno accolto con entusiasmo l’idea di insegnare il Bridge sui banchi di scuola, grazie al suo biglietto da visita di sport e ai benefici che ha già dimostrato di poter dare ai ragazzi. “Alcuni studenti molto irrequieti si sono letteralmente trasformati” hanno raccontato Anna, Angela e Tommaso, dall’alto della loro esperienza ormai triennale di corsi di Bridge a Scuola. “Anche i genitori e gli altri docenti se ne sono accorti.”
Non solo: alunni con bisogni educativi speciali hanno fatto enormi passi avanti, migliorando la propria capacità di calcolo, di attenzione e di memoria. Fattori che hanno contribuito a facilitare l’integrazione con i compagni e a migliorare la loro esperienza scolastica a 360 gradi. Questi risultati danno particolare soddisfazione ai nostri tre prof. “È meraviglioso vedere che, grazie al Bridge, si ottengono miglioramenti ad ampissimo spettro, dal rendimento scolastico, al comportamento, all’educazione, alla capacità di stare insieme.” I prof. parlano convintamente di “Bridge-terapia”: “Dopo le prime lezioni eravamo un po’ demoralizzate. I ragazzi vengono da quartieri vivaci; i più piccoli faticavano a rimanere seduti, erano stanchi (i laboratori si svolgono nel dopo scuola) e lamentavano che il Bridge fosse difficile. Ma noi non abbiamo mai pensato di arrenderci. Il segreto è procedere per piccoli passi. Quando i ragazzi hanno cominciato a capire le regole, si sono innamorati del gioco. I genitori, inizialmente scettici, vedendo i figli entusiasti e più disciplinati ci hanno ringraziate per questa attività. La nostra fiducia è cresciuta e il progetto sta avendo un successo enorme.” Ha dichiarato Anna.
“Con i ragazzi ogni momento è bello. Ci sono stati episodi molto divertenti. All’inizio, ad esempio, se l’avversario giocava un Asso, loro rifiutavano categoricamente di scartare il proprio Re secco, come prevedono le regole del gioco. Anche se facevamo la faccia seria e cercavamo di tenere un’aria severa, è stato anche molto divertente quando tutti i maschietti si rifiutavano con fermezza di completare la squadra delle ragazze.” ha aggiunto Angela.
Il corso è anche un ottimo modo per tenere i ragazzi in un ambiente protetto durante le ore pomeridiane.
28 degli studenti che Anna, Angela e Tommaso hanno avviato al nostro sport sono qui a Salsomaggiore per disputare il Campionato under 26. Per molti di loro è la prima esperienza fuori casa. “La cosa più bella di saper giocare a Bridge è dormire in camera con i miei amici” ha dichiarato Ciro Mango, 12 anni. Matteo Perrotta, suo coetaneo, conferma: “La più bella esperienza è questo torneo a Salsomaggiore.” Futuro medico, Matteo inizialmente ammette di aver un po’ sottovalutato questa disciplina: “Pensavo fosse un gioco stupido, ma mi sbagliavo: ora sono affascinato dalla sua complessità.”
“Se imparerai a convivere con trionfo e sconfitta e a trattare questi due impostori alla stessa maniera…” diceva Kipling. Chissà se Vittorio Di Carlo, un altro dodicenne dell’Istituto Giovanni Paolo II, ha già avuto modo di studiare la celeberrima poesia. In ogni caso, grazie al Bridge, ha evidentemente già fatto suo questo fondamentale concetto, perché con un sorriso dichiara: “Sì, c’è stata una volta in cui ho fatto il 100% (massimo punteggio possibile, ndr) in una smazzata e questo è il mio ricordo più bello. Un’altra volta, però, ho fatto lo 0%. Ma il Bridge mi piace in ogni caso, è un gioco molto bello.”
Simone Sangiovanni, 11 anni, dimostra con saggezza che tutto è relativo: “la mia più grande gioia è stata classificarmi 22esimo, il mio più grande dolore classificarmi 38esimo.”
Sempre Vittorio ha sottolineato come sia bello poter conoscere, grazie al Campionato nazionale, ragazzi di tutta Italia.
“Evviva il viaggio a Salsomaggiore” lo gridano a gran voce anche Gabriele De Simone, 11 anni, Daniele Buggiero, 12 anni, Alessandra Foglia, 12 anni, e praticamente tutti i ragazzi intervistati.
E pensare che i prof la pensano un po’ diversamente, se non altro perché, a differenza dei loro pupilli, non hanno dimenticato quella sveglia alle tre antimeridiane di giovedì – teoricamente il primo giorno delle vacanze pasquali – e le lunghe ore nel pullman. A proposito di pullman: ringraziano il Comitato Regionale Campania e la Federazione per aver provveduto a coprire parte delle spese di viaggio.
Marco Postiglione, 13 anni, Daniele Ruggiero, Giuliana Foglia, 12 anni, e altri neo-atleti della mente dichiarano che il Bridge li ha aiutati a migliorare in matematica.
Qualcuno segue già anche il circuito agonistico con la passione con cui si segue il Campionato di calcio! “Il mio giocatore preferito è Alfredo Versace” ha dichiarato ad esempio Daniele, riferendosi al giocatore della Nazionale italiana – un fenomeno assoluto che senza esitazione possiamo definire il CR7 del Bridge.
Dimostrando una conoscenza a 360° del Bridge, Giada Greco, 12 anni, ha dichiarato che il suo giocatore preferito è Gandhi: il Mahatma effettivamente era un avido praticante di questo sport. Qualcuno ha dichiarato che il suo bridgista preferito è Steve Jobs, forse confondendo il guru di Apple con Bill Gates, perché è proprio il fondatore di Microsoft ad essere un incallito giocatore. “Insegnate il Bridge ai giovani. È uno sport fantastico, vi ringrazieranno per tutta la vita” ha dichiarato Gates. E la dimostrazione è in questi giorni sotto i nostri occhi.