World Bridge Series 2018 (5)

Ieri mattina 32 formazioni si sono sedute ai tavoli della Rosenblum per il secondo testa a testa del Campionato. A battere bandiera almeno in parte tricolore rimanevano le squadre Lavazza e Cayne. Come è ovvio in questa fase di un Mondiale, entrambi gli incontri che le “nostre” rappresentative si trovavano ad affrontare si prospettavano molto delicati.
Ai lavazzini toccavano gli americani del team Moss, una squadra di cinque componenti formata da Sylvia Moss e da quattro giovani professionisti con all’attivo diversi titoli nazionali americani, oltre a medaglie internazionali nella categoria junior (alla quale, però, non appartengono più per sopraggiunti limiti d’età). E se vincere le gare più prestigiose dei “national” non è cosa di poco conto, dato il livello del campo di gara dei campionati statunitensi, frequentati dai più forti giocatori del pianeta, ancora più invidiabile è il curriculum di Sylvia Moss. Sylvia, oltre infatti a vantare due bronzi mondiali a squadre femminili, è nota soprattutto per il suo lavoro di consulente di Blackstone Group, importante società finanziaria statunitense. E’, in pratica, uno degli “assi di Wall Street”, categoria che comprende gli esperti di finanza con l’hobby del Bridge e i cui massimi esponenti sono Warren Buffett e Bill Gates.
Con la prima pila di board gli americani si sono portati in vantaggio, ma, con il segmento successivo, i “nostri” hanno recuperato praticamente tutto il divario. Con un parziale positivo anche nel terzo e quarto tempo, si sono assicurati la vittoria per 137-100.
Veniamo ora all’incontro di Cayne, alle prese con il team inglese Allfrey. A metà match, Allfrey conduceva di 28. Nel terzo tempo, registrando un parziale di 53-13, Cayne ha recuperato l’intero divario, portandosi in vantaggio. Il quarto e ultimo round è iniziato con Cayne a +12. Il destino delle due rappresentative era quindi appeso all’ultima pila di quattordici mani. Dopo le prime 6 smazzate, le distanze rimanevano sostanzialmente inalterate (Cayne a +11), ma la mano 21, un 4 picche le cui sorti dipendevano dall’indovinare la figura delle fiori, è stato mantenuto dal dichiarante di Allfrey e non da quello di Cayne che, giustamente, ha giocato per il fante di fiori in mano all’avversario che aveva quattro carte nel colore (purtroppo, il fante si è invece rivelato secondo in mano al compagno). Gli 11 imp registrati dagli inglesi in questo board hanno definitivamente annullato la storia delle 48 mani precedenti: con le squadre in perfetta parità, il destino di Allfrey e Cayne si sarebbe deciso nelle ultime 7 smazzate. I tifosi hanno sofferto con le squadre board dopo board. A noi basta ricordare che, a una sola mano dalla fine, Allfrey conduceva di 9: una distanza che non metteva gli inglesi al sicuro. L’ultimo board, infatti, aveva in serbo uno slam. Lauria-Versace, in sala Chiusa, hanno chiamato 6SA, realizzando 13 prese. Cosa avrebbe fatto la squadra della regina? Ci sarebbe stata una brexit dal tabellone? A chiederselo erano oltre 3000 spettatori, incollati agli schermi della diretta nonostante in Europa fosse piena notte. In realtà, lo slam è imperdibile, tanto che, nei 32 tavoli in gioco, nessuno ha mancato di chiamarlo (e qualcuno ha raggiunto il livello 7). In cuor loro, vedendo le 52 carte, i tifosi di Cayne sapevano già che le speranze di un sorpasso sulla linea del traguardo erano pressoché nulle. Quando è comparsa sui monitor la licita di Allfrey di sei quadri, il match è stato dichiarato chiuso. A proseguire il cammino nella Rosenblum saranno dunque gli inglesi, che peraltro hanno giocato dal primo giorno a quattro mani (anche Lauria-Versace-Donati-Tokay, per Cayne, hanno di fatto disputato in quattro tutti i turni dei sedicesimi di finale).
Particolarmente spettacolare è stato il finale del match fra Nickell (Ralph Katz, Robert Levin, Jeff Meckstroth, Nick Nickell, Eric Rodwell, Steve Weinstein, Jill Levin cng, Eric Kokish coach – USA -) e Mahaffey (Billy Cohen, Gary Cohler, Sam Lev, Jim Mahaffey – USA -, Berend van den Bos, Joris van Lankveld – Olanda -). Dopo i quattro segmenti di gioco previsti, le due contendenti erano in perfetta parità: 109-109. Si è quindi ricorsi al regolamento, che prevedeva due board di spareggio. Altissima la tensione fra gli spettatori, in particolare per il pubblico americano, che ha un’autentica e ben riposta venerazione per i campioni di Nickell e non è abituato a vedere la corazzata in difficoltà. Prima smazzata: un 3SA (che sarebbe potuto teoricamente cadere di una presa) è stato mantenuto in entrambe le sale. Mahaffey, il cui dichiarante ha realizzato una presa in più, ha marcato 1 imp nella propria colonna. Con questa minuscola differenza di punteggio, il secondo e ultimo board appariva quindi una sorta di “calcio di rigore”. In entrambe le sale si sono giocate 3 picche, ma mentre Meckstroth ha realizzato 2 surlevée (+200), all’altro tavolo Levin-Weinstein sono riusciti, in difesa, a mettere insieme quattro prese, per il risultato finale di 3 picche giuste (+140). Un guadagno di 2 soli due imp, che valgono niente meno che gli ottavi di finale della Rosenblum. Chi si azzarderà ancora a spiegare agli Allievi che negli incontri a squadre le surlevée non contano?
Una menzione per la squadra degli Junior Polacchi, che sono riusciti a vincere anche il loro incontro di ieri contro la forte rappresentativa China Open.
Il team Lavazza oggi affronterà la squadra Pszczola di Josef Blass (USA), Jacek Pszczola (Polonia/USA), Sjoert Brink, Bas Drijver (Olanda), Jacek Kalita e Michal Nowosadzki (Polonia): una vera corazzata interamente composta da giocatori con all’attivo almeno un titolo mondiale.
I quarti di finale della Mc Connell Cup, il Mondiale a squadre femminili, sono in pieno svolgimento. Ieri si sono giocati quattro dei sei segmenti previsti. La squadra Baroni, di Irene Baroni e Simonetta Paoluzi, sta affrontando il fortissimo team Westheimer (Katarzyna Dufrat, Justyna Zmuda – Polonia -, Emma Ovelius – Svezia -, Judi Radin, Valerie Westheimer – USA -), che al momento conduce 118-88.
Veniamo ora al Campionato a Coppie, di cui si stanno disputando le qualificazioni. Dopo due delle tre giornate di qualificazione previste, queste sono le posizioni degli italiani in gara nell’Open (nessuna coppia nostrana sta partecipando al Femminile o al Senior):
Michele Cammarata – Roberto Porciani: 79esimi (50,61%)
Massimiliano Di Franco – Connie Goldberg: 90esimi (50,18%)
Leonardo Fruscoloni – Ettore Bianchi: 91esimi (50,10%)
Leonardo Cima – Alessandro Gandoglia: 119esimi (48,42%)
Il numero di coppie che si qualificheranno per la semifinale A è variabile e dipende da molti fattori diversi, ma il minimo è esattamente 90. Il totale è quasi certamente pari a 112. (L’alternativa è 128)