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Intervista ad Antonio Riccardi

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Certamente non sono io a dovere scoprire l’alta professionalità di Antonio Riccardi, ma per i più distratti ricordo che ormai da molti anni è uno dei più affermati arbitri internazionali, richiesto ovunque per dirigere grandi manifestazioni ricevendo sempre ampi consensi. Inoltre ricopre alti e delicati incarichi: direttore capo della W.B.F. e della E.B.L., membro della commissione W.B.F. dei direttori, e forse dimentico qualcosa: insomma una vera autorità nel suo campo.
Per bilanciare ha purtroppo un difetto grave, molto grave: è tifoso interista!!!
Meglio che juventino o milanista dirà qualcuno; ma i bridgisti sono generosi e glielo perdonano volentieri.
In questa settimana si trova a Riccione e qui lo incontro per conoscere la sua opinione su alcuni temi che riguardano il bridge italiano, con particolare riguardo al suo specifico settore di competenza.

Ciao Antonio, grazie per avere accettato di rispondere a qualche domanda. Spero di non avere dimenticato qualcosa nella presentazione; la maggior parte dei bridgisti ti conosce nella tua veste di arbitro capo, nei campionati e in importanti tornei; vuoi aggiungere qualche notizia di carattere personale per conoscerti meglio?

Ho tre meravigliosi figli dei quali sono molto orgoglioso. Martino di 21 anni che frequenta il terzo anno di Ingegneria matematica al Politecnico di Milano; Nadia, una splendida 20enne (e non lo pensa solo il papà!) che frequenta l’Università Cattolica a Milano e che mi diverte chiamare “il bulldozer” per la volontà di ferro con cui affronta ogni cosa e …sempre con ottimi risultati; Emanuele di 18 anni detto “il pirata”, maturato quest’anno con un anno di anticipo, sicuramente il più estroverso e prossimo ad affrontare ingegneria industriale senza, ne sono certo, dimenticare la sua moto.

Anche se forse il confronto non è proponibile, secondo la tua esperienza in genere presenta più complessità gestire un Campionato, in Italia e all’estero, oppure un grande Torneo?

Le possibili difficoltà più che dalla differente tipologia di evento possono derivare dalla differente qualità ed esperienza dei giocatori partecipanti alla stessa competizione. Ne consegue che le maggiori difficoltà si incontrano nella fase iniziale quando il campo è ancora disomogeneo mentre nelle fasi successive di qualunque evento la vita è “più facile”.
Ovviamente ci sono manifestazioni che possono metterti particolarmente sotto pressione. Come saprai sono stato il primo, e credo l’unico, arbitro non ACBL che veniva chiamato a Las Vegas per il Cavendish (da quando è stato trasferito in Europa lo seguo come arbitro responsabile a Montecarlo)
Lì ogni intervento può voler dire il trasferimento di alcune decine di migliaia di dollari da una tasca all’altra! La difficoltà vera non è la decisione dato che con colleghi qualificati e un parco di esperti di tutto rispetto a disposizione la decisione presa è perlomeno logica secondo il Codice. La difficoltà vera sorge al momento della chiamata quando bisogna raccogliere subito tutte le informazioni necessarie. La vera qualità di un arbitro si misura lì! Più l’informazione raccolta è fresca, maggiore ne è l’affidabilità.

Nella tua ultra trentennale carriera avrai vissuto situazioni di ogni tipo, curiose, divertenti, drammatiche. Chissà quanti aneddoti avrai raccolto, puoi raccontarcene un paio, uno successo in Italia e uno all’estero?

Ogni volta che mi capita qualcosa di particolare mi pento di non aver cominciato a tenerne nota quando ho cominciato ad arbitrare; forse per questo, al fine di non rattristarmi, da molto tempo tendo a “rimuovere” i fatti strani che mi capitano. Non ho però rimosso quanto mi accadde molti anni fa al Campari. Un noto giocatore era tornato, diciamo così, piuttosto “allegro” dopo la cena e, a seguito di un comportamento non adeguato al tavolo, l’avevo invitato a abbandonare il Torneo.
Era ancora il tempo in cui non era vietato farsi servire alcolici al tavolo e il giocatore reagì spaccandomi in testa il calice di vino bianco che aveva tra le mani. La base si ruppe e la “spadina” residua imbracciata dal giocatore scese sfiorandomi occhio e naso. Fortunatamente non mi successe nulla.

Visto che ci troviamo a Riccione per l’ormai classico appuntamento riservato agli over 60, come valuti l’andamento delle competizioni dal tuo punto di osservazione? Si sono registrati problemi particolari?

Sono molto soddisfatto di come sono andate le cose. Tutto si è svolto rispettando lo stile di questa competizione. L’impronta festivaliera fa sì che anche i giocatori più competitivi per una volta rinuncino al loro stile e godano questo evento “diverso”.

Dopo avere già contribuito all’edizione del 2007, hai lavorato alla stesura in lingua italiana del nuovo Codice Internazionale che entrerà in vigore dopo l’estate. Puoi fare qualche breve anticipazione sulle novità che ci aspettano, almeno le più rilevanti?

Voglio risponderti con una frase tratta dalla Prefazione del Nuovo Codice: ”La tendenza incominciata con la Revisione del 2007 è continuata – l’incrementata discrezionalità assegnata ai “Tournament Directors”, il tentativo di rettificare una situazione anziché penalizzare, il mantenimento della posizione della Regulating Authorities”.
Detto in altri termini si è dato seguito ai primi timidi approcci dei Codici precedenti, sui quali si era intervenuti con delicati cambiamenti di un termine o del suo posizionamento, e alla novità del 2007 che, per la prima volta, permetteva la sostituzione di una dichiarazione insufficiente con una che avesse lo stesso significato o uno più preciso.
Orbene, questo Codice ha cercato di fare un balzo in avanti.
E’ stata tolta alle Regulating Authority la possibilità di assegnare alla linea innocente il punteggio più favorevole tra quelli che avrebbero avuto una ragionevole probabilità di verificarsi nel caso non fosse avvenuta l’irregolarità e alla linea colpevole quello più sfavorevole tra quelli verosimili (l’ACBL operava così !) e, in più di un articolo, è stato chiarito che L’Arbitro, nell’attribuire un punteggio arbitrale, dovrebbe cercare di ristabilire il piu’ fedelmente possibile il probabile risultato che sarebbe stato ottenuto qualora l’infrazione non fosse occorsa… eventualmente ponderando più risultati potenziali.
Questa filosofia ha effetti marginali su alcune norme (se dopo una Richiesta o Concessione, su proposta dell’avversario, i quattro giocatori decidono di continuare a giocare il risultato ottenuto sarà quello valido a prescindere da quanto era stato detto prima) ma ha un effetto dirompente con l’applicazione del nuovo articolo 23 (Chiamata Paragonabile) sul Passo, Dichiarazione e Contro Fuori Turno (30,31,32) che si risolveranno o con la regolare prosecuzione della licita (in caso di chiamata sostitutiva paragonabile) o , al max, con l’obbligo di passare un solo turno per il compagno (nel caso di chiamata non paragonabile).
Nell’articolo 27, che era stato la testa di ponte di questo nuovo approccio nel Codice 2007, è inspiegabilmente rimasta, in alcuni casi, la possibilità che il compagno del colpevole venga sanzionato con l’obbligo del passo per tutto il resto della licita.
Comunque (27D e 23C) l’arbitro avrà sempre la possibilità di intervenire nel caso la linea colpevole abbia tratto vantaggio dall’applicazione della norma.
Molti altri ritocchi sono stati inseriti e alcune norme sono state rese più comprensibili. Tra queste c’è da porre in evidenza quella relativa alle restrizioni di attacco dopo una chiamata ritirata (art.26) che sono state semplificate forse anche troppo al punto che si è sentita la necessità di una successiva modifica e il fatto che un board, nel quale la licitazione sia iniziata, debba essere portato comunque a compimento (se non era già stato giocato da una delle coppie) anche se il board non è quello programmato e/o una o entrambe le coppie non avrebbero dovuto giocarlo in quel momento (prevedo problemi a livello di circolo!!!).

Cosa puoi dire dell’ormai famigerata “chiamata paragonabile” (mi pare sia definita così) di cui all’art. 23 che tu stesso, in altra occasione, hai definito “il fulcro del cambiamento”? La sua applicazione è davvero molto complessa come sostengono molti addetti ai lavori?

Sì, senza dubbio. La vita, almeno all’inizio, non sarà facile specie per gli arbitri di circolo. A loro saranno comunicate situazioni standard che verranno via via ampliate rispondendo alle loro domande ma comunque l’applicazione necessiterà nella maggior parte dei casi di una breve “intervista” al giocatore colpevole. Una maggiore liberalizzazione sarebbe stata auspicabile. Probabilmente saranno più fortunati coloro che opereranno dal 2027 in avanti!

Sono previsti incontri con gli arbitri e/o con la periferia per illustrare il nuovo codice?

Sì. Una considerevole mole di materiale verrà prima inviata a tutti gli arbitri. Di ogni cambiamento di una certa rilevanza verranno definiti i termini a confronto col vecchio codice e, a seguire, un esempio pratico di applicazione. Nel mese di settembre si effettuerà un tour d’Italia per chiarire eventuali dubbi. Ti faccio notare come, necessariamente, questo lavoro verrà svolto prima dell’entrata in vigore del nuovo codice perciò i veri problemi sorgeranno successivamente e, per questo, l’abituale stage di Gennaio assumerà una valenza particolare.

Prima di passare ad altro affrontiamo un argomento spinoso ma ineludibile: l’accentuata rivalità (un eufemismo, d’accordo) fra te e Maurizio Di Sacco; una “guerra” l’ha definita recentemente in una intervista, ma aggiungendo che non è stato lui a iniziarla. Mi sembra corretto sentire anche la tua versione: vuoi dire qualcosa al riguardo?

Credo che in questo momento sia come minimo indelicato nei confronti del nuovo Consiglio esprimere una mia opinione sull’argomento.

In molti pensano che è assurdo avere due veri fuoriclasse nel loro campo e doversi privare della collaborazione di uno dei due a causa di quella che all’esterno appare più che altro, scusa la schiettezza, una disputa fra due “prime donne”. E come in tutti i dissidi le ragioni non stanno mai tutte da una parte e i torti dall’altra; inoltre converrai che le guerre non fanno bene a nessuno. Oggi in Federazione c’è una nuova gestione che si è impegnata a dare una svolta positiva al bridge di casa nostra e che, per quanto se ne sa, desidera comporre questa contesa. Esistono impedimenti per concludere, se non una pace, almeno un armistizio onorevole per tutti?

Posso solo ribadire quanto ti ho detto prima. Apprezzo l’equilibrio e gli obiettivi che si sono posti i membri del nuovo Consiglio. Lasciamoli lavorare in santa pace.

Parliamo di quella che viene definita la lobby degli arbitri. Vero che tu non li rappresenti ufficialmente ma altrettanto vero che conosci come pochi l’ambiente. Da qualche tempo è stato consentito alle Associazioni, in particolari condizioni anche al fine di ridurne i costi, di avvalersi dell’arbitro on line e, a leggere il programma del Presidente, sembra che questa facoltà in futuro possa essere ampliata. Il tuo parere al riguardo?

Per i micro tornei più che una scelta è una necessità. Ricordiamoci però che esiste sempre un lavoro manuale a monte e a valle di un torneo che qualcuno dovrà svolgere. Il nuovo Codice inoltre, come ho detto prima, non sembra andare incontro a questa soluzione. In alcuni paesi , anche per tornei locali leggermente più grandi, si è trovata la soluzione di incrementare il numero di arbitri del circolo, permettere loro di giocare assegnando posizioni “distanti” in maniera tale che, in caso di chiamata, ci sia una grossa possibilità che uno degli arbitri abbia già giocato la mano.

Secondo la tua valutazione ed esperienza non sarebbe opportuno applicare ai tornei sociali di associazione regole meno stringenti di quelle applicate ai grandi tornei e ai campionati?

Certamente. Un paio di consiglieri (uno EBL e un altro WBF) mi hanno già chiesto un parere e ci siamo aggiornati ai prossimi mondiali a Lione.

Dai dati ufficiali al 30 giugno risultano iscritti all’albo 507 arbitri, per quanto può valere in media oltre 1,5 per associazione: a tuo avviso, anche in considerazione delle domande precedenti, è un numero adeguato, scarso o in eccesso?

Fossero tutti attivi è adeguato ma temo che non tutti lo siano e, di più, potrebbe essere il classico caso del ½ pollo della statistica. Ci saranno associazioni sovradimensionate e altre carenti. Aggiungi che molti arbitri spesso scelgono di …fare i giocatori.

La gran parte degli arbitri è iscritta contemporaneamente all’albo insegnanti, oltre che fare parte anche della schiera dei giocatori. Cosa pensi di questa doppia veste? Non sarebbe preferibile distinguere i due piani professionali, optando per uno dei due?

No. Credo che le due figure siano compatibili. Io sono maestro e, per molto tempo, ho svolto i due ruoli senza che ciò creasse ne a me ne agli allievi ne ai giocatori alcun problema.

Oggi la retribuzione degli arbitri varia – anche se in misura minima – da un’associazione all’altra, da una zona all’altra. Pur lasciando libertà di “concorrenza”, non sarebbe il caso di fissare, in accordo con la Federazione e la Consulta dei Presidenti dei Comitati Regionali, un tariffario a livello nazionale che fissi parametri massimi in funzione della tipologia di torneo, del numero dei tavoli, ecc.?

Personalmente sono per la libera contrattazione sia perché, come hai detto, la variazione è già minima, sia perché i parametri da prendere in esame sono veramente tanti. Ci sono arbitri che arrivano ad arbitrare e basta e altri che aprono e chiudono il Circolo; che abitano vicino o lontano etc.

Da molte parti è stato rilevato che il livello di preparazione e gestione della sala di molti arbitri – specie quelli di fascia inferiore – non sempre è all’altezza. A questo, sia pure involontariamente, hanno contribuito nel tempo le commissioni esaminatrici che in qualche caso si sono dimostrate eccessivamente “generose”. Non mi pare che ad oggi sia previsto uno strumento di valutazione degli arbitri: saresti favorevole ad introdurne uno? E in caso positivo, a grandi linee come dovrebbe essere strutturato?

Come a calcio il livello di preparazione degli arbitri è diverso e, in genere, di minor qualità nelle serie inferiori. L’importante è che il trattamento riservato ad ogni giocatore sia il medesimo (una volta ci sarà magari ingiustamente favorevole e un’altra sfavorevole). La “generosità” delle Commissioni Esaminatrici a volte è derivata da una necessità locale che ha forzato la mano (un circolo non aveva nemmeno il “mezzo pollo”  ). Viste le premesse di cui sopra più che di uno strumento di valutazione ritengo si debba intervenire con l’aiutare una miglior preparazione e , sul come farlo senza aggravio di costi, ho in mente qualche idea..

Sulla professionalità, selezione, formazione e aggiornamento della classe arbitrale, controllo ai tavoli durante i campionati, e quant’altro relativo a garantire la regolarità delle gare, cosa vorresti chiedere alla nuova dirigenza?

Fermo restando le idee che ho in mente (vedi risposta precedente) credo debba essere chiaro che non si diventa buoni arbitri solo con stage o con la teoria ma specialmente con la pratica. Lo stage nazionale ha sicuramente una sua funzione. Su quelli regionali ho qualche dubbio. La soluzione potrebbe essere quella di affiancare a rotazione i nuovi arbitri (non remunerati) a quelli più esperti per esempio nel caso campionati /selezioni regionali. Chiare istruzioni devono essere date agli “esperti”. I neofiti non sono lì per fare il loro lavoro ma per vedere come loro lavorano!

Fermo restando alcuni ruoli di responsabilità, non sarebbe utile a tuo avviso una rotazione degli arbitri di sala in occasione dei Campionati, specie quelli a grande partecipazione? Non sarebbe questa, oltre che una gratificazione, una buona opportunità di esperienza e crescita specie per i più giovani?

Certamente. Serve una base affidabile ma, a rotazione, far fare esperienza agli elementi che sono stati segnalati come “potenziale futuro” cercando, nel limite del possibile, di preparare nuove leve provenienti da tutte le parti d’Italia.
Oltre agli arbitri lo stesso discorso dovrebbe valere per gli informatici.

Per chiudere questa nostra chiacchierata vuoi aggiungere ancora qualcosa? E quali sono i tuoi programmi e i tuoi impegni per il prossimo futuro?

Mi sembra siano stati toccati molti elementi interessanti.
Riguardo al mio futuro prossimo oltre ai vari eventi Italiani ho in programma un Festival la prima settimana di Agosto a Cannes, la Bermuda Bowl a Lione e il Campionato Europeo dei piccoli Stati a Montecarlo.

Antonio ti ringrazio della tua solita cortesia e ti auguro buon lavoro.

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Eugenio Bonfiglio

Eugenio Bonfiglio (BNN267, Canottieri Olona Milano) si è avvicinato al Bridge da una dozzina di anni e si è subito appassionato anche se troppo tardi per raggiungere apprezzabili risultati sportivi, ma ancora in tempo per divertirsi... Ma non è mai detto...

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