Versace-Lauria depongono la Maglia Azzurra

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Lorenzo Lauria e Alfredo Versace hanno deposto la maglia Azzurra. Dopo rispettivamente trentotto e trentuno anni da titolari della Nazionale, durante i quali hanno conquistato sei titoli mondiali e quattordici ori europei, i romani hanno annunciato il cambio di casacca in favore della squadra del Principato di Monaco, capitanata dal Mecenate Pierre Zimmermann.
Alfredo spiega ai tifosi le ragioni della scelta sua e di Lorenzo.
Come è maturata la decisione di lasciare l’Italia?
E’ inutile negare che le ragioni siano dovute al fatto che, cessata l’attività della Società Sportiva Angelini, io stavo cercando, anche per via di una mia condotta di vita purtroppo non esemplare, altre opportunità.
Da padre, ho delle responsabilità verso i miei tre figli. Nonostante mi pianga il cuore al pensiero di deludere il Presidente Federale e tutti i Consiglieri che sono stati veramente carini con me soprattutto in questo ultimo periodo, nonché i miei amici e i tifosi italiani, non avevo alcuna concreta alternativa. Ho quindi accettato la generosa offerta di Pierre Zimmermann, che ringrazio per lo stile con cui ci ha contattati e con cui ha accolto la nostra richiesta di non venire meno agli impegni già presi con Francesco Saverio Vinci (per le competizioni italiane) e Jimmy Cayne (per i National in America).
Quando è avvenuto il contatto fra voi e Pierre Zimmermann?
Appena due giorni fa, a Montecatini Terme.
Zimmermann cercava in particolare una coppia per la Yeh Cup, torneo che si svolgerà in Giappone la prossima settimana. Parlando di questo ingaggio, la sua proposta si è estesa e, come detto, le condizioni erano veramente irrinunciabili, perché ci consentivano di mantenere gli impegni già presi.
La convocazione tua e di Lorenzo nella Nazionale italiana per gli imminenti Mondiali (Lione, Agosto 2017) era ovviamente data per scontata. Senti in qualche modo di aver tradito un impegno implicito?
Purtroppo sì, anche perché la Federazione ci aveva dato totale fiducia non solo come coppia ma anche come selezionatori, consultandoci prima di ogni decisione. Mi dispiace molto abbandonare la squadra proprio sotto questo Direttivo, che ci aveva dato massimo potere decisionale e che, lo dico ufficialmente, avrà in ogni caso tutto il mio supporto.
Giustamente, in questi mesi la Federazione ha cercato di comporre la migliore Nazionale possibile, provando a far rientrare i giocatori della squadra Lavazza e a rimettere insieme parte del sestetto di Bali (vincitore del titolo mondiale 2013, ndr). Forse, se questo si fosse verificato, Pierre non sarebbe venuto in cerca di noi, perché non saremmo stati considerati “liberi”.
A Budapest (Europei 2016, ndr) sono stato orgoglioso di fare squadra con ragazzi giovani, e sono stato il primo a spingere per convocare talenti in crescita. Mi auguro che la squadra anche senza di noi possa avere un buon risultato anche se la mancanza di esperienza oltre alla giovane età sarà purtroppo probabilmente una carta a nostro sfavore.
Con l’uscita tua e di Lorenzo Lauria è definitivamente concluso il periodo d’oro del Bridge italiano?
Per ora sì, ma riprenderà se la Federazione saprà investire correttamente sui giovani. Altre nazioni lo hanno fatto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per fortuna anche noi abbiamo parecchi giovani di talento.
Pensi che la Federazione avrebbe dovuto offrire un trattamento economico più importante a voi giocatori?
In passato siamo stati privilegiati, grazie al fatto che il Capitano della Nazionale era Maria Teresa Lavazza. Però le cose sono cambiate ed è chiaro che la Federazione non ha potuto fare altro che ridimensionare l’offerta. Non dico che la Federazione dovrebbe fare diversamente, ma non si può che prendere atto della crisi economica che coinvolge anche il mondo del Bridge. I professionisti devono purtroppo adeguarsi e questo porta sempre più spesso a cambi di Nazionale. Il nostro non è certo il primo caso… Si tratta di un fenomeno ormai diffuso a livello internazionale.
Quando scenderai ufficialmente in campo con la maglia Bianco-Rossa?
Inizierò a giocare per la squadra di Pierre Zimmermann la Yeh Cup in Giappone la prossima settimana, ma per acquisire la cittadinanza monegasca (ovviamente parliamo di quella bridgistica) ci vorranno due anni. La prima competizione in cui rappresenterò Monaco saranno i Campionati del Mondo del 2019… sempre che si qualifichino (accedono ai Mondiali 2019 le prime sei squadre della classifica dell’Europeo 2018, ndr).
Cosa vuoi dire ai tifosi italiani, comprensibilmente delusi?
Che non abbandonerò l’Italia. Mi rendo conto che è una magra consolazione, perché ovviamente non vestirò più la maglia Azzurra, ma sono disponibile a continuare a supportare in ogni modo le scelte federali e coltivare i giovani talenti.
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