I ragazzi del Liceo Grassi di Latina ai tavoli del Campionato under 26
Nella foto: Rosaria Esposito, Giulia De Prizio, Greta Gasbarrone, Silvia Zuliani, Valter Vigna, Emanuele Mappelli, Antonio Savazzi, Antonio Matteo Cosentino and Alessio Baretta
Come tutti sappiamo, il Bridge è ufficialmente uno sport. Nel 1993 è stato riconosciuto dal CONI come disciplina Associata. Questo vale anche su scala mondiale: la World Bridge Federation è affiliata al Comitato Olimpico Internazionale.
Non in tutto il mondo, però, vale questo criterio: in Gran Bretagna, ad esempio, la questione è finita addirittura dinnanzi alla Corte Suprema. La English Bridge Union ha vinto il primo round, ma, dopo aver incluso il Bridge fra gli sport, i giudici, in Appello, hanno optato per la “Bridgexit” e gli scettici hanno prevalso.
La diatriba, ovviamente, deriva dal fatto che mancherebbe la cosiddetta “attività fisica”. Un’obiezione che ci riporta alla distinzione di 400 anni fa fra res cogitans e res extensa, due sostanze secondo Cartesio ontologicamente separate.
Ma corpo e mente sono da considerarsi distinti?
Su questo argomento è particolarmente interessante il parere degli atleti ortodossi: quelli che praticano sport indiscutibilmente fisici.

Valter Vigna, campione europeo di pallacanestro (titolare della Ignis Varese, medaglia d’oro nell’edizione 1971-1972), vede lo sport come un continuum:
“Fisico e mente sono elementi cruciali nella nostra vita, e nello sport si combinano. Come tutti gli sportivi sanno, la strategia è fondamentale. Immaginiamo una linea: ad un estremo ci sono gli sport quasi esclusivamente fisici, come il sollevamento pesi, all’altro quelli quasi esclusivamente mentali. Ma io sono fermamente convinto che la linea sia unica, che l’impegno muscolare non sia meno importante di quello cerebrale. Insomma, per me il Bridge è certamente uno sport.”
Con queste motivazioni, l’insegnante di educazione fisica, ora in pensione, ha portato il Bridge sui banchi dell’istituto Grassi di Latina, che comprende Liceo Scientifico e Liceo Sportivo.
Da buon atleta, ha costruito un’azione in due tempi e, per prima cosa, ha organizzato un corso per gli insegnanti. Missione compiuta: i professori si sono entusiasmati.
Ottenuto l’appoggio anche della Preside dell’istituto, la prof.ssa Giovanna Bellardini, Vigna ha organizzato un corso per gli studenti del Liceo. Gli insegnanti sono stati i primi a consigliare agli alunni di cogliere l’opportunità. “Il passaparola dei professori è stato molto importante” ha dichiarato l’istruttore, che consiglia alla Federazione di perseguire questa strategia, magari cercando di inserire il Bridge nei corsi di aggiornamento per gli insegnanti.
Così, una volta a settimana, sedici ragazzi, di età compresa fra i 16 e i 19 anni, imparano il nostro sport. Le lezioni comprendono un riepilogo di quanto detto la volta precedente e tantissima pratica di gioco. Per questa attività extracurriculare, gli studenti ricevono dalla scuola dei crediti formativi.
Uno dei momenti più belli è stato l’incontro con gli allievi dell’Associazione Bridge Latina. Il gemellaggio ha funzionato al punto che alcuni liceali parteciperanno ai Campionati Allievi insieme ai giocatori dell’Associazione.
Quando ha proposto agli studenti di partecipare a questi Campionati giovanili, i ragazzi hanno da subito dimostrato grande entusiasmo per l’opportunità di incontrare altri giovani, di mettersi alla prova e anche ovviamente per la gita extra.
Qui a Salsomaggiore hanno stretto nuove amicizie. “E’ stato bellissimo conoscere altri bridgisti della mia età” ha dichiarato Antonio Matteo Cosentino. Quando si condivide una passione è più facile stingere legami solidi… “legami covalenti” potremmo dire, dato che Antonio Matteo è un grande esperto di chimica – la sua materia preferita.
Ed ecco una sfida per Greta Gasbarrone, che da grande si occuperà di robotica. Il Bridge è l’unico sport della mente in cui il computer è ancora inferiore all’uomo! Forse proprio lei inventerà l’intelligenza artificiale in grado di dare filo da torcere ai grandi campioni Azzurri.
A Silvia Zuliani, una futura criminologa, potrebbero interessare le centinaia di pagine di studi riguardanti l’impiego del Bridge per il recupero sociale dei detenuti, grazie alle sue caratteristiche di gioco leale e basato sulla comunicazione. D’altra parte, il miliardario filantropo Warren Buffett ha dichiarato: “non mi importerebbe niente finire in prigione, se avessi tre compagni di cella disposti a giocare a Bridge per tutto il giorno”.
Come gestisce Vigna questo gruppo di ragazzi così brillanti? Il Campione europeo, che ha anche allenato diverse squadre di basket giovanili, crede fermamente nei valori decoubertiani dello sport: “L’importante è che si divertano”.
Ma i suoi studenti hanno anche ambizioni Azzurre. Far parte della Nazionale italiana giovanile di Bridge sarebbe un sogno, che magari con l’allenamento potrebbe un giorno diventare realtà.

Nel frattempo, Alessio Baretta ed Emanuele Mappelli si sono già fatti notare, conquistando il secondo posto ai Campionati a Coppie Esordienti.