Gli interventi bicolore su apertura avversaria di uno a colore

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Bridge, lo Sport della Mente
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Lo studio dell’intervento su apertura avversaria dovrebbe rappresentare il 50% del nostro bagaglio licitativo ma è invece un’area troppo spesso trascurata. Il due volte campione mondiale e vincitore di dozzine di National americani, Mike Lawrence, ha scritto “The complete book on overcalls” che rimane il testo fondamentale nel trattamento degli interventi. Da profondo analista qual è, Mike Lawrence ha sviscerato l’argomento in maniera esaustiva ed innovativa. Altro testo importante sull’argomento è rappresentato da “Competitive bidding with two suited hands” di Max Hardy che ha scritto un intero libro specificamente sugli interventi bicolori.
Il francese Pierre Ghestem è stato il primo ad introdurre ed impiegare gli interventi bicolori seguito poi dalle Michaels cue bid, interventi CRODO ed altri similari.
Tutti questi interventi provocano una risposta di scelta del compagno dell’interferente quasi sempre a livello di tre. Il livello tre è un livello pericoloso perché ci espone ad un possibile contro punitivo. Per proteggerci da questa eventualità e per avere un minimo di difendibilità, viene suggerito di effettuare questi interventi bicolore con una 5-5 e con 14-15 punti.
Lo scopo dell’intervento è molteplice: disturbare la licitazione avversaria, fornire al compagno un’indicazione per l’attacco, costruire la possibilità di un nostro contratto parziale, identificare una dichiarazione di sacrificio che sia vantaggiosa o, molto più raramente, identificare un nostro possibile contratto di manche.
E’ intuitivo che maggiore sarà la frequenza dei nostri interventi, maggiori saranno gli effetti conseguiti. Il Bridge è un gioco di probabilità e quindi è giunto il momento di introdurre qualche valore numerico.
Valutando una convenzione senza conoscerne la frequenza d’impiego, rischiamo di adottare una licita, e ce ne sono parecchie, che impiegheremo troppo raramente. Sul web sono disponibili parecchi siti dove vengono fornite le probabilità di avere tutte le possibili distribuzioni e tutti i possibili punteggi. Esiste poi il testo di Borel–Chéron “Théorie Mathématique du Bridge” nel quale, benché io abbia riscontrato qualche errorino, riporta in dettaglio tutti i dati necessari.
La probabilità a priori di avere una mano con distribuzione 5-5 e con 14-15 punti è pari allo 0,4% che significa una volta su 250 mani. Francamente un po’ poco. Se decidiamo di usare gli interventi Ghestem o altri con requisiti similari, dobbiamo sapere che ci capiterà di usarli solamente una volta ogni dieci tornei!
Se noi riuscissimo a fare in modo che la risposta di scelta tra i due pali palesati dall’interferente fosse sempre a livello di due, potremmo diminuire sensibilmente l’entità dei requisiti necessari per effettuare l’intervento e ciò porterebbe ad aumentare notevolmente la frequenza d’impiego. Mentre a livello di tre il contro ha, in generale, un carattere punitivo, a livello due, normalmente, il contro è molto più usato con carattere informativo, quindi i rischi di punizione diventano molto più rari.
Ipotizziamo ora d’impiegare, su apertura avversaria di uno a colore,
l’intervento di 2 = ho i due pali meno nobili escluso il palo d’apertura,
l’intervento 2 = ho i due pali più nobili escluso il palo di apertura ed infine
l’intervento 1SA = ho i due pali estremi escluso il palo di apertura.
Le risposte di scelta del compagno saranno tutte rigorosamente a livello due al riparo dai minacciosi contro a carattere punitivo.
Vediamo un esempio:
Come si può facilmente vedere, le risposte di scelta del compagno dell’interferente saranno sempre a livello due. Provate a rifare lo stesso schema sulle altre aperture a livello di uno e vedrete che la musica non cambia.
Vediamo ora quali requisiti sono necessari per effettuare questi interventi bicolore, che ho battezzato GAstem, che provocano sempre una risposta di scelta a livello due.
Ipotizziamo che tali requisiti siano due pali minimo 4-4 con 6-11 punti e controlliamo quale sarebbe la frequenza d’impiego.
La probabilità a priori di avere una mano con una bicolore almeno 4-4 con 6-11 punti è pari al 30,4% cioè una volta ogni tre mani circa. Ciò significa che la frequenza con cui potremo effettuare questi interventi sarà quasi cento volte superiore a quella degli interventi Ghestem, in pratica potremo senz’altro intervenire ad ogni torneo a cui partecipiamo con effetti devastanti sulla licitazione avversaria.
Cerchiamo ora di analizzare i rischi che corriamo impiegando tali interventi.
Possedendo due pali minimo 4-4 abbiamo il 70% di probabilità, cioè tre mani su quattro, di trovare un fit quarto presso il compagno in uno a caso dei due pali: con otto atout sulla linea e a livello due, siamo protetti dalla Legge delle Prese Totali e non corriamo alcun rischio.
Se proprio ci teniamo, possiamo contemporaneamente mantenere gli interventi Ghestem su aperture di un nobile: quando, raramente, ci capiteranno potremo impiegarli ma, allo stesso tempo, potremo impiegare con molto maggiore frequenza gli interventi GAstem.
Qualora il nostro compagno fosse già passato, la forchetta del nostro punteggio si amplierà sino a 6-13 punti.
I GAstem possono anche essere impiegati in quarta sedia senza alcuna modifica tranne per la forchetta del punteggio che sarà quindi 6-13.
Qualora il compagno dell’apertore rispondesse 1SA, sequenza molto frequente, potremo ancora intervenire con GAstem in quarta sedia, con una leggera modifica per poter mantenere le risposta di scelta a livello di due. Vediamo un esempio:
Esiste naturalmente anche uno sviluppo “costruttivo” degli interventi GAstem che si verifica quando il compagno dell’interferente ha una mano FM. L’unica risposta FM è 2SA su cui l’interferente risponde a gradino descrivendo la sua distribuzione con la giusta enfasi sul possibile Singolo / Vuoto (S/V ). Vediamo un esempio:
Lo sviluppo vi sembra un po’ troppo complicato? Prendetevela col mio compagno perché prima che ci mettesse le mani lui era più semplice… Scherzi a parte se non ve la sentite di sciropparvi tutta la martingala, potete tranquillamente semplificarla perché lo sviluppo “costruttivo” vi capiterà comunque molto raramente.
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