“Siamo alla canna del gas”

Caro BD’I online,
tieniti forte, ho una notizia da leccarsi i baffi. Lorenzo (Lauria) ha messo il turbo! Il 747 della FIGB Airlines ha accesso tutti e quattro i motori e sta rollando a pieni giri sulla pista. Nei giorni scorsi se ne stava un po’ sornione, spesso sulle sue. Raramente si lasciava coinvolgere in momenti conviviali isolandosi come un orsetto che succhia il miele dal suo albero cavo fra un mugugno e un Medugno (Gianni). All’ennesimo down su grande slam al 98% con pessima divisione dei resti e conseguente 7 fatto dagli avversari al 33% è esploso: si è alzato dal tavolo facendo volare la Dama di quadri, puntualmente raccolta da Alfredo (Versace), quindi ha cercato di fuggire dalla saletta di BBO trattenuto dall’addetto al Vugraph che non avendo capito bene l’andamento del gioco si apprestava al claim conclusivo chiedendogli quante prese aveva fatto. Novello Enrico (Toti), se avesse avuto fra le mani la stampella di Gandoglia (Alessandro) gliela avrebbe attorcigliata attorno al collo, ma questo scatto gli ha dato nuova vitalità e se nei giorni precedenti ogni tanto riposava, ora non più, vuole sempre giocare provando alcune mosse scaramantiche che non siamo autorizzati a rivelare.
Alfredo assiste a questo risveglio col timore che da un momento all’altro si rimetta in letargo, allora non smette di incitare: “Forza ragazzi, che siamo alla canna del gas!”. La cortese cameriera della trattoria “La Coppola”, pur parlando bene l’italiano, non riesce a comprendere bene questa espressione allora il nostro motivatore le spiega che quando uno non ha più niente da sperare coltiva questi strani pensieri… lei sorride e gli porta il limoncello, preferendo spingerlo verso altre forme di autodistruzione.La scoperta di un ristorante italiano vero (che quei birichini dei francesi, ospiti del nostro albergo, avevano trovato fin dalla prima sera) ci ha finalmente liberato dall’ossessione del Gulasch che stava spingendo tutti verso il veganesimo, sarà per questo che le mani monocolore o con divisioni demenziali dei resti (Goulasch) sono un po’ calate, ma è meglio stare in campana, perché la mitica zuppa locale potrebbe reinserirsi nel computer dell’EBL per fare di nuovo alterare la pazienza di Lorenzo.
“Che sta facendo la Repubblica Ceca?”. “Due a due con la Croazia”. “Nooo, dicevo nel bridge, quante volte vi ho detto che sono la squadrone da battere?”. “Hanno umiliato l’Olanda, ma sono ancora in fondo alla classifica”. Alfredo insiste: “Lasciate stare ragazzi voi non ci capite di queste cose, vedrete che la Repubblica Ceca sarà un osso duro per tutti”.
Per la cronaca: a metà campionato sono ancora molto indietro, se noi siamo alla canna, loro si attaccheranno direttamente alla bombola.
Un rito che si compie tutti i santi giorni è l’hamburger al Fradi Bar, a due metri dalla sala da gioco. Nel tavolo a fianco il classico trambusto di giocatori che non concordano su come va licitata una mano. Si distingue un gruppo del Portogallo, con indosso la divisa color vinaccia: prima discutono ad alta voce poi, notando la nostra presenza, abbassano il tono. Si sente un brusio nasale “versase, versase”. Uno di loro prende coraggio e si avvicina ad Alfredo con la stampa delle mani dell’ultimo turno: “Desculpa Alfredo… como faço para declarar aqui…”. Entrando nel tecnico passa alla lingua ufficiale.
Alfredo: “io passo”.
Lui: “Passo? Hurrah!”, lo avrebbe baciato lì se non fosse inciampato nelle stampelle di cui sopra. Il nostro sorride e pensa: “potevi anche offrirmi il pranzo, tirchio di un portoghese, non vedi che siamo alla canna del gas?”.