La nostra montagna

Caro BD’I online,
permettimi un tuffo nel passato. Ricordi i tempi di Giochi Senza Frontiere (Jeux sans frontières) con gli arbitri Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri, che tutti credevamo napoletani invece erano svizzeri? Sento ancora l’eco del fischietto che puntuale dava lo start alle gare dopo il conteggio: “une, deux” in francese. Fra le nazioni partecipanti c’era anche San Marino e quando la squadra italiana era un po’ in difficoltà subito il tifo di noi riminesi passava verso gli amici dell’antica terra della libertà. Quando la sorella grande protestava per questa volatilità di fedi, la risposta del piccolo di casa era puntuale: “Noi tifiamo San Marino perché è la nostra montagna!”. Anche a Budapest abbiamo San Marino in gara (Women) e alla fine di ogni tempo non sono solo le tre righe italiane che cerchiamo con l’occhio nei Running Scores, ma diamo sempre una sbirciatina alle “creature che scendono dalla nostra montagna”. Non posso dilungarmi troppo su di esse e semmai scriverò più compiutamente su BD’RSM online (se esistesse) della nostra bella amicizia, ma almeno una di loro la devo citare: Daniela (Maldini). É stata lei che mi ha iniziato a questo sport e quindi, per i giri misteriosi del destino, è parte in causa se io sono qui con il mio golden boy, che oramai si è preso le luci della ribalta avendo conquistato la simpatia del grande giornalista di bridge Jan van Cleeff, l’olandese millepiedi che non perde un evento mondiale.
A proposito di montagne, qui a Budapest ce n’è una molto grande e ambita da scalare, quella della classifica. Per questo, grazie all’arrivo dei grandi tifosi di Alfredo (Versace), abbiamo sostituito la bombola del gas mefitico con una bella nuova di ossigeno; ai nostri leader massimi abbiamo fatto indossare ramponi e occhiali da sole e via tutti a percorrere il pericoloso ghiacciaio che porta in cima al massiccio del Bianco, la vetta d’Europa.
Gli ungheresi, dopo aver quasi rovesciato il taxi del nostro presidente a seguito dei festeggiamenti per la qualificazione nel calcio, si sono sentiti in dovere di sdebitarsi erigendo un monumento al piede gonfio di Gandoglia (Alessandro): ce lo siamo trovato lì, sotto l’albergo come un cavallo di Troia. L’abbiamo esaminato ben bene e, appurato che non conteneva achei, l’abbiamo trascinato in albergo affidando al neo-arrivato Segretario Generale Soroldoni (Massimo) l’incarico di portarlo in patria. Il nostro ci ha guardati un po’ perplesso e deve aver pensato che non era certo il problema più grosso da risolvere, da quando ha accettato l’incarico.