Campionati italiani a squadre 2016: la finale LAVAZZA-PALMA

Il podio open – come sappiamo, sarà la squadra Palma Villa Fabbriche a conquistare il titolo
Il campionato si decide all’ultimo turno con un KO fra prima e seconda, come la formula del Barometer tende a produrre, con indubbio vantaggio per lo spettacolo e per il conto in banca dei cardiologi che hanno in terapia giocatori e tifosi delle due squadre. Si affrontano dunque per il titolo i due squadroni di Lavazza Associato Allegra (Maria Teresa Lavazza cng, Alejandro Bianchedi, Dennis Bilde, Norberto Bocchi, Diego Brenner, Giorgio Duboin, Agustin Madala) e Palma Villa Fabbriche (Filippo Palma cng, Mario D’Avossa, Stelio Di Bello, Fabio Lo Presti, Francesco Mazzadi, Ruggero Pulga, Gianpaolo Rinaldi).
Ora, per apprezzare pienamente la sequenza delle mani e degli eventi tenete conto di questo: le due squadre si siedono con 5,14 VP di vantaggio per Palma. Lavazza pertanto deve vincere di almeno 10 MP per sorpassare.
Un ringraziamento a Maurizio Di Sacco che con la sua consueta perizia e con molta pazienza ha riletto questo commento depurandolo di un paio di sviste e integrandolo con molte spiegazioni delle licite.
Board 1
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
A carte viste il massimo contratto mantenibile è 3 sulla linea Nord-Sud. Apparentemente se Ovest attacca nel seme del compagno, cioè cuori, consente lo scarto di una picche sull’
A: ma a questo punto il morto è privo di ingressi e non possiamo più muovere due volte quadri verso la Q per evitare di doverne tagliare due, cosa che la difesa non ci consentirà col semplice espediente di giocare il secondo giro di fiori non appena possibile.
Il board viene quindi deciso dalla prudenza di Bianchedi in chiusa, che riceve la licita a 3 e ritiene probabilmente la mano troppo bilanciata e il livello di 4 troppo impervio per il suo fit di Asso terzo a fiori, passa e segna 2 down perché fa anche il taglio a quadri dopo che Mazzadi, senza molte speranze suppongo vista la sequenza di carte giocate, fa l’impasse alla Q (peraltro inutile in quanto se la Q fosse in Nord molto probabilmente funzionerebbe la compressione quadri/picche).

Malgrado a Di Bello giunga una sequenza come minimo equivalente, decide di introdurre le picche a livello 3 e da qui in poi non si manterrebbe più niente, ma per lui passa un altro treno quando Bilde decide di accettare l’invito del compagno e di provare 4. Ora Di Bello si fida più degli avversari che dei suoi Assi e difende: non credo che dica 5
pensando di farli, e d’altra parte – e questo vale anche per tutti i commenti che seguiranno – è vero che stiamo guardando giocare quelli che almeno per quest’anno sono stati i più bravi d’Italia e non solo, ma ricordiamoci sempre nei giudizi che le carte degli altri non le vedono. Che ne sa lui che a 4
ben 2 giri di fiori passeranno senza tagli?
Finisce che i Lavazzini gli risparmiano il contro ma non il logico 2 down.
Lavazza 5- Palma 0. Lavazza recupera 2,96 VP.
Board 2
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Un board banale, 4 facili da chiamare (da rimarcare l’apertura aggressiva in Est di Mazzadi, laddove perfino quel pirata di Bilde cede e mette verde: forse questo stile giocherà un ruolo psicologico fra breve…) e fatte giuste in entrambe le sale.
Board 3
Sala Aperta:
Sala Chiusa:

In chiusa Lo Presti gioca 1SA, contratto blindato: lui poi indovina le picche mentre Bianchedi, dopo aver attaccato quadri per K e A decide, una volta in presa con l’onore di picche, di continuare di Q disintegrando il fante del compagno, e tutto questo produce 9 prese al dichiarante.
In aperta si gioca 3 con attacco
2, su cui D’Avossa con KJ decide di passare il J che forza ugualmente l’Asso. E’ un colpo classico che serve per diagnosticare se il compagno ha o no la Q, ma ha l’effetto collaterale che il compagno non sa se la suddetta Q è buona… e infatti Di Bello in presa con la prima atout torna cuori, invece che
Q e quadri per la possibile promozione; e in presa con la seconda atout, alla disperata ricerca dei punti del partner, finisce con l’immolare il
K per la surlevée. Forse visto l’attacco di
2 terza o quinta che probabilmente chiariva di per se la posizione del seme sarebbe stato meglio mettere il K come avremmo fatto all’unisono io e la signora Pina (il terzo carica!)
Lavazza 6 – Palma 0. Lavazza recupera 3,52 VP.
Board 4
Sala Aperta:
Sala Chiusa:

Ovvero il riscatto in aperta di Bilde che, pieno di rimorsi per il passo di due board fa, questa volta esibisce l’apertura di 1 con in dotazione AQxxx nel seme e un mazzetto di scartine a lato impreziosito dal
J, il tutto in zona ancorché a compagno passato (sembra che questo tipo di aperture siano ormai prassi nelle altissime sfere del gioco, ma noi comuni mortali restiamo ancora un po’ perplessi). Questo taglia fuori dall’apertura D’Avossa che ha 13 ma poca roba nei nobili, Giorgino ignaro risponde 1
e Di Bello sembra salvare il board rientrando con un contro che dovrebbe mostrare mano vicina all’apertura e i restanti. Ma D’Avossa crede più all’apertura avversaria, dice solo 1SA e ne fa ben 4.
In chiusa tutti passano fino a Sud e dichiarare 3SA diventa questione di routine (a molti tavoli Nord ha aperto sbrogliando la questione sul nascere). Varie carte sono ben messe, altre si possono indovinare, Madala a dire il vero la Q la sbaglia ma arriva lo stesso a 10 prese.
Lavazza 16 – Palma 0. Lavazza recupera 8,36 VP e passa al comando.
Board 5
Sala Aperta:
Sala Chiusa:

Uno dei due board che peseranno maledettamente sul risultato finale. Si gioca 4 in Sud dopo l’apertura avversaria di 1
in Est. Gli avversari hanno in tutto 15 punti, e abbiamo visto AK sesti di quadri in Est e il K di atout in Ovest. Bisogna giocare il bilatero a fiori. Madala ha varie informazioni in più rispetto all’altro tavolo, dove c’è stata solo l’apertura e la difesa ha mosso praticamente solo quadri. Innanzitutto, dopo che lui ha detto 1SA su 1
di Mazzadi, Lo Presti ha introdotto tramite multicolor la sesta di picche. E poi c’è il movimento di carte in difesa: sull’attacco quadri Mazzadi ha preso per incrociare il
K. Ora Agustin ha potuto scartare la quadri sulla terza picche ma Mazzadi ha tagliato e siamo daccapo a dover indovinare la maledetta dama.
Ora, è ridicolo prima ancora che offensivo pensare che un fuoriclasse assoluto come Madala non abbia valutato la licita, per giunta in un incontro così importante. Proviamo però per un attimo – si parva licet componere magnis – a metterci nei suoi panni: ci accorgiamo subito che l’apertura è un’informazione non risolutiva in quanto con AK sesti e il K a lato Mazzadi avrebbe aperto comunque di 1
con o senza la
Q (ricordatevi il board 2…), forse perfino se gli avessero messo nel sistema una sottoapertura per le quadri. E Lo Presti? Poteva mettersi in mezzo con il
K in tutte le carte e il 10 sesto di picche? E i posti liberi? Sembra di poter contare in Est una 2-2-6-3, e questo ci orienterebbe di nuovo in quella direzione per l’impasse. Come vedete, però, le informazioni sono contrastanti e il gioco è molto meno scontato di quanto sembrava all’inizio, e in questi casi un asso vero come Madala cerca anche (soprattutto) di percepire le vibrazioni al tavolo.
Sia come sia, Agustin sceglie di giocarsi la Q fuori dall’apertura e va sotto, mentre all’altro tavolo D’Avossa piazza la Q all’apertore e mantiene: e questo sposta la bellezza di 12 verso Villa Fabbriche.
Lavazza 16 – Palma 12. Lavazza precipita a +2,40 VP e torna dietro.
Board 6
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Varie posizioni favorevoli permettono al giocante di scartare una cuori sia di mano che di morto e di arrivare a 12 prese a picche. Lo slam è però sotto chance e non viene chiamato a nessuno dei due tavoli. Mano pari.
Board 7
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
In entrambe le sale si apre di 1SA con 14, che è 14-16 per Palma e 14 belli-17 per Lavazza. In aperta D’Avossa se lo gioca, prende l’attacco nella sua quinta e lo fila sperando nella continuazione, ma a Bilde hanno messo in mano la sesta di quadri e quindi ci torna di Q. A carte viste sarebbe meglio filare un colpo e tagliare le comunicazioni, ma questo è meno visibile a carte coperte e quindi D’Avossa copre ed è allora Bilde a filare il ritorno e a garantirsi il rientro. Ora siamo 2 down, D’Avossa cerca di risparmiarne una muovendo il K forse sperando che Duboin lisci per isolare il morto (così com’erano solo piccola per la
Q avrebbe avuto una tenue chance) e il risultato è che ne perde una più del dovuto: 3 down.
In chiusa Bianchedi si rischia il 2 a tre risposte con la 4-3 nobile e fa bingo perché Madala ha la quinta di cuori. L’ottimo attacco in atout di Lo Presti impedisce però al giocante di tagliarsi due quadri al morto e il risultato è un down, comunque considerevolmente migliore dell’altra sala.
Lavazza 21 – Palma 12. Lavazza è ora a +5,10 VP ed è dietro di quattro miserabili centesimi. Pensate se fosse finita qui…
Board 8
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Ma si va avanti, invece, e il board successivo è uno scontro di parziali. Bilde gioca 3 in Est in aperta e D’Avossa dopo l’attacco
A lo limita a 9 prese accorciando il morto con tre giri di picche. Avrebbe ottenuto lo stesso risultato incrociando cuori, ed è proprio quello che fa Madala in chiusa contro 2
pilotato da Mazzadi. Ma le 9 prese di Palma sono nobili, pesano quindi 1 MP di più e lo score si modifica lievemente.
Lavazza 21 – Palma 13. Il vantaggio di Palma si dilata (!) a 56 ricchi centesimi. Siamo a metà match.
Board 9
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Ancora parziali, e si cade inevitabilmente sia a 1SA extralite aperto e giocato in favore di zona da Di Bello in aperta che al più serio 3 di Bianchedi in chiusa, che si infrange inevitabilmente contro la 4-1 (buona difesa comunque contro 3
che si mantengono in Est-Ovest).
Situazione immutata: Lavazza 21 – Palma 13, sempre 56 centesimi da rimontare per i torinesi.
Board 10
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
In chiusa Est apre di 1SA con i soliti 14, ma vede ben presto gli avversari approdare a ben due manche: sul 3 del compagno Bianchedi propone 3SA, ma Duboin fugge a 4
(saggiamente, perché a senza non si superano le 8 prese) e Bianchedi rialza a 5. La manche è ottima e viene resa certa dalla caduta del
9. In aperta dopo una licita combattuta ci si ferma a 3
, D’Avossa fa solo 10 prese ma le surlevee qui spostano ben poco.
Lavazza 31 – Palma 13. I 18 MP corrispondono a un guadagno per Lavazza di 9,20: altro sorpasso! Questo sarà il massimo vantaggio di Lavazza nell’incontro.
Board 11
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Malgrado il fit nono a picche e 30 punti in linea lo slam è pessimo e infatti cade di due prese. Entrambe le coppie ne stanno ben lontane e si fermano a manche senza il minimo tentativo. Degna di nota la scelta di Duboin di aprire 2SA con la 5-4 nobile, normale nello stile di coppia ma sorprendente per il volgo; per cui su 3 puppet deve dichiarare 3
, uno o entrambi i nobili. Ora anche Bilde reclama un ruolo di protagonista e con la 4432 e un nobile decide di non interrogare e chiudere a 3SA, che si giocano quindi con 9 carte di picche. E’ solo una curiosità perché entrambi i contratti sono sicuri se li manovra Ovest, ma tutto questo finisce con l’assegnare un piccolo MP a Palma (4
contro 3SA entrambi fatti giusti).
Lavazza 31 – Palma 14. Lavazza a +8,78, sempre davanti.
Board 12
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Il board che decide l’incontro. Sull’apertura penso forte di Di Bello, Bilde entra con la 5-5 bianca con il chiaro intento di disturbare. Duboin decide allora di aumentare il coefficiente di casino saltando a un infattibile (eufemismo) 3SA, ma da lì in poi non c’è più salvezza. Bilde arriva al meno peggio, cioè 4
che vengono contrati da D’Avossa; Di Bello batte le atout per impedire i tagli di cuori al morto e incassa un risultato di 3 down, 500 per Palma. Potrebbe non essere un brutto risultato per Lavazza che nell’altra sala gioca manche in zona, ma ci sarebbe voluto un giorno più soleggiato: oggi, benché su Salso splenda il sole, nuvoloni nerissimi si addensano sul normale contratto di 4
. L’attacco quadri apre il taglio della difesa, e ora la linea obbligata che sceglie Madala per tentare di mantenere è smontare subito l’
A per scartare la fiori, aprendo però fatalmente il taglio dell’altro difensore: Mazzadi torna fiori, Madala procede con le cuori (incassare prima l’
A gli avrebbe risparmiato un down) ma il terzo giro non passa e le 4 prese successive gli orizzontali le fanno con un incrocio di atout. Due down corrispondono a 12 pesantissimi MP.
E anche 3SA sembra infattibile, salvo finali acrobatici: si devono lisciare due fiori per tagliare le comunicazioni, e ora non si arriva a 9 prese senza le picche dove non sembra possibile cederne meno di due. Sommando al tutto l’A si produce il down.
Lavazza 31 – Palma 26. In questo drammatico gioco dell’oca si ritorna alla casella di partenza del board 1, a +2,96 VP per Lavazza. Palma è davanti.
Board 13
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
1SA ai due tavoli, surlevee senza emozione per Palma.
Lavazza 31-Palma 27, +2,40 VP per Lavazza.
Board 14
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Ancora parziale a SA, ma qui la manche ancorché sottopeso molto probabilmente si manterrebbe: sull’attacco fiori si prende subito e si gioca quadri (in aperta Nord è entrato). Liberando una presa lì e altre 4 a cuori si portano a casa 9 prese.
Ci vanno forse più vicini Lo Presti e Mazzadi in chiusa, spingendosi fino a 2, ma poi abbastanza logicamente abbandonano anche loro. Bilde fa 8 prese giocando in Est su attacco quadri, Lo Presti in Ovest arriva a 9 su attacco picche.
Lavazza 31 – Palma 28
Ora ci vorrebbe la mano da swing per le speranze di Lavazza, ma le ultime due mani, che in recenti campionati avevano infiammato l’epilogo, stavolta sono le più piatte dell’intero torneo: un 3SA impossibile da mancare e da battere, e un universale parziale a picche o a SA, blindato in entrambi i casi. I due board portano un insufficiente punticino a Lavazza.
Lavazza 32 – Palma 28.
Così l’ultimo giro di roulette deposita la pallina sulla casella di Palma, che vince con pieno merito un campionato trascorso sempre nelle primissime posizioni. A Lavazza rimangono, oltre agli onori che spettano a chi ha così validamente conteso la vittoria fino all’ultimo respiro, gli inevitabili rimpianti di chi sa che una mano qualsiasi avrebbe potuto ribaltare il risultato. D’altra parte non sono certo gli scudetti a mancare alla compagine torinese: e qualcosa mi dice che non mancherà loro l’occasione di rifarsi…
Mario D’Avossa abbraccia la moglie Myrta dopo la premiazione, mentre Ruggero Pulga riceve i complimenti di Alejandro Bianchedi