Quanto costa tutto questo alla comunità?

Geoffrey S. Jade Barrett, amministratore delegato di “Tournament Bridge Services”, la più grande associazione al mondo di giocatori professionisti di bridge, commenta gli ultimi scandali del mondo del bridge e l’impatto che questi hanno avuto sull’intera comunità.
“Io stesso mi sento frustrata solo a pensare alla situazione dello sport. E’ difficile quando sei là fuori a lavorare duramente tutto il giorno e sai che qualcun’altro sta barando e forse non verrà neanche mai beccato” – Allyson Felix
L’esposizione, nel mese di Settembre 2015, di tre delle coppie di maggior successo del bridge mondiale, accusate di aver barato, è stata accolta da alcuni come una catarsi, mentre per altri si è trattato di un evento estremamente doloroso. Molti americani hanno provato la stessa amarezza e disillusione del giovane che implorava “Dimmi che non è così, Joe”, dopo che i Chicago White Sox di Joe “Shoeless” Jackson furono scoperti a vendere le partite dei campionati del mondo di baseball del 1919.
A bridge è consentito, in una certa misura, bluffare, sia nella licita che durante il gioco, ma di fatto il bridge si basa interamente sul fair play, e l’onestà non solo è un elemento essenziale, ma è proprio data per scontata. Quasi tutti i nostri atleti possono mentire sulla propria dieta, sulle proprie finanze o tradire la moglie; ma non bareranno mai a carte. Perfino chi in passato è stato “ospite dello Stato” condivide questa impostazione: “Posso essere stato in carcere in passato per un reato, ma non sono mai stato accusato di barare a bridge” mi ha detto un giocatore molto noto durante un’intervista.
Sicuramente è vero che i bari hanno ingannato molti giocatori, vincendo match e titoli che non sarebbero mai stati loro se avessero rispettato le regole del nostro sport. O forse avrebbe vinto ugualmente. Ciò che è certo è che hanno perpetrato una frode nei confronti dell’intero mondo del bridge – e influenzato anche molte persone che non giocano nemmeno.
Intorno al gioco ruota un’immensa quantità di denaro, e sebbene negli eventi organizzati dalla Lega Americana del Bridge Contratto (ACBL) non vengano assegnati premi in denaro, il numero di professionisti di bridge continua ad aumentare. Lo stipendio annuale di più di qualche giocatore è un numero a sei cifre. Tutti quelli che vivono e si mantengono con il bridge sono danneggiati da questi personaggi efferati.
Come responsabile della nostra organizzazione, gestisco due squadre di professionisti e la maggior parte di loro si guadagna da vivere col gioco. Mi sento quindi personalmente coinvolto, sapendo che le nostre squadre possono essere state – e quasi certamente lo sono state – danneggiate dai giocatori sospettati di aver barato e da quelli che hanno già confessato di averlo fatto. Gli investimenti nostri e dei nostri sponsor sono certamente stati intaccati da questi ciarlatani, indipendentemente dal fatto di averli incontrati al tavolo, perché tutti gli eventi a cui hanno partecipato sono stati rovinati dalla loro presenza. Ogni torneo è diventato fasullo.
Tutte le competizioni di bridge si svolgono secondo regole sostanzialmente universali. Da evento a evento ci sono piccole differenze che dipendono dall’ente organizzatore, ma la costante è che tutti i giocatori in gara devono essere al corrente degli accordi interni a ogni coppia. Il mondo del bridge accetta questa aspettativa come un dato di fatto, e pertanto è per certi versi più vulnerabile ai pochi truffatori che raramente compaiono sulla scena. Non sorprende che una volta che una coppia o squadra si mette d’accordo sviluppando un sistema di accordi segreti con l’intento di imbrogliare i propri avversari, si espone al mondo intero e il pubblico ludibrio non è paragonabile alla profondità dell’oltraggio morale che viene percepito.
Anche gli inconsapevoli compagni di squadra dei truffatori provano una profonda indignazione, perché nonostante siano innocenti non possono fare a meno di venire macchiati dal fango che viene versato sui loro compatrioti. Sebbene non abbiano fatto niente di male, devono sopportare le pesanti indagini e i giudizi che derivano dall’inchiesta sull’elemento criminale della squadra. Alcuni metteranno in dubbio il fatto che loro non sapessero che stava accadendo qualcosa di sbagliato. Altri diranno che sono stati degli stupidi. In ogni caso, anche quando non si parlerà più di questi fatti, la sensazione di disagio rimarrà.
Tutto questo non può dare l’idea della perdita per l’intero sistema. Alcune squadre si allenano per anni per avere una singola opportunità a un campionato importante. Oltre al tempo dedicato agli allenamenti al tavolo, bisogna mettere in conto le spese di viaggio, di alloggio, le iscrizioni ai tornei e i giorni trascorsi lontano dalle proprie famiglie. Quando tutto ciò viene moltiplicato per il numero di partecipanti che si batte per questa opportunità, si parla di cifre milionarie; mentre la morte del sogno rimane inestimabile.
Anche gli organizzatori ne soffrono. Ci si affida a loro per avere degli eventi puliti e affidabili, e ora la loro professionalità viene messa in discussione perché non sono stati in grado di proteggere i propri tornei. La difficoltà di organizzare un evento sicuro viene spesso sottostimata, e tutto ciò è reso più complicato dalla mancanza di comunicazione fra le varie Federazioni nazionali e mondiali. E’ importante che i giocatori innocenti non vengano assaliti e non siano vittime di false accuse che possono rovinare la loro reputazione e la loro esistenza. Supervisionare la correttezza del gioco non è un lavoro semplice né invidiabile.
Forse bisognerà stabilire una multa, qualcosa che possa in qualche modo contribuire a rafforzare gli strumenti di sicurezza necessari a mantenere pulito l’ambiente. Se non una multa, qualcuno potrebbe fare causa contro chi, con il suo comportamento, ha causato danno alla comunità di atleti del bridge. L’espulsione da questo piccolo mondo è una ricompensa inadeguata per i danni che sono stati causati alle vittime.
Geoffrey S. Jade Barrett