
Ciao Maurizio,
ti scrivo per dirimere un problema di arbitraggio
nel torneo pomeridiano del nostro circolo.
Il mio partner apre di 1,
e la licita si sviluppa così.
Nessun Alert e nessun intervento degli avversari.
Prima di attaccare mi chiedono spiegazioni e io rispondo “tutto naturale, il 2 forzante a manche generico.”
Mi chiede del 2 e rispondo che mostra almeno quattro carte.
L’attaccante con
Jxxx
x
QJx
Jxxxx
decide di attaccare a Picche.
La mano del mio:
Q98
Jxxxx
Ax
KQx
Morto:
K10x
AKQx
Kx
Axxx
L’attacco favorisce il mio partner, che fa 6. Loro protestano, dicendo che il mio ha fatto una psichica, quando in realtà si è confuso con la sequenza 1
– 2
– 2
. Che mostra il minimo Dicono che avrebbe dovuto avvisare l’attaccante che aveva sbagliato licita e l’Arbitro cambia il risultato facendo uno split score e dandoci il 60%.
Cosa ne pensi? Non si può sbagliare a bridge? Io ho dichiarato pensando che lui avesse almeno la 5-4 , se avessi saputo che aveva la 5332 magari non avrei chiamato lo slam! Cosa avresti fatto al posto dell’arbitro?
Grazie per la tua attenzione
Saluti
Steve Hamaoui (HMV001, Il Bridge)
Ciao Steve,
cominciamo col dire che il punteggio assegnato non poteva essere giusto, ed era anzi certamente illegale, dato che, volendo necessariamente assegnare un punteggio arbitrale artificiale, a voi non poteva spettare più del 40%.
Nel merito:
– Non si poteva certamente parlare di psichica, dato che il tuo compagno, con quelle carte, non aveva alcun modo di sapere che poteva valere la pena di evitare l’attacco a Quadri.
– Qualora non aveste modo di provare che il significato di 2 era “naturale”, allora l’arbitro doveva assumere che ci fosse stata una spiegazione sbagliata, ed analizzare la mano di conseguenza, ovvero andare da alcuni giocatori offrendo loro la spiegazione “giusta”, e domandando loro come avrebbero attaccato. Se del caso, modificare poi il risultato di conseguenza.
– Se, invece, era provabile che avevi ragione tu, allora, molto semplicemente il risultato andava confermato, ed in questo caso va ribadito che il tuo compagno non aveva nessun obbligo di rettificare la tua spiegazione, anzi, non doveva farlo.
Cario Saluti,
Maurizio Di Sacco