Caccia alle Dame rosse

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Coppie IMPS, board 11 del turno di sabato sera, mi trovo in Sud (posizioni ruotate) con:
K 9 5 3 2
6 4 2
A 10 2
A 6
Molti anni or sono, a seguito di circostanze troppo dolorose a narrarsi, io e il mio compagno dell’epoca ci demmo convegno a mezzanotte attorno a un pozzo stregato, e là ove ogni giuramento diventa sacro ci vincolammo solennemente ad aprire da quel momento in avanti ogni mano che detenesse A-A-K, comunque e dovunque messi. Almeno, questo è ciò che racconto a ogni mio compagno allorché si lamenta per l’ennesimo down. Fedele alla consegna dico pertanto 1
, il partner si eleva a 2
forcing, io mostro con qualche motivo il minimo con 2
su cui l’avversario si inserisce con un Contro di evidente chiamata e il mio fido sale a 3
mostrandone ben sei. Ora con la ferma nel palo avverso potrei dire 3SA ma mi preoccupano un po’ le Cuori, e l’idea di esporre al morto lo sperato fermo del compagno non mi sorride. Penso che ora 3
descriva la mia mano meglio di 3
, che dovrebbe mostrare valori nel seme: in pratica cerco di usarlo come una sorta di terzo colore. Il compagno risponde 3
e sospetto che il sottile messaggio non sia stato recepito perché qualche roba a Cuori mi pare impossibile che non la tenga. Sia come sia, a questo punto preferisco rischiare la manche lunga e balzo a 5
, col che la platea sbigottita ammutolisce. Ecco il resoconto dei fatti:
Sull’inevitabile attacco di 4 deposito sul desco i miei averi e cedo la parola al partner, che utilizzerà:
Contratto: 5, giocate da Nord. Attacco:
4
Beh, c’è poco da fare: prendo con l’Asso del morto e gioco Asso e piccola Fiori, su cui Ovest è così gentile da entrare di Re, cosa gradita perché questa posizione del K oltre a mantenere in vita 5
sembra condannare 3SA dopo l’attacco Quadri. Ovest incassa poi il
K e infine rinvia il
7 nel debole del morto. Incomincio a sospettare che, poiché non ho ingressi per liberare le Picche, l’unica microscopica chance di fare la mano sia passare il
10 sperando nell’errore dell’avversario, che sarebbe però davvero marchiano. Non mi sembra il caso di offendere e quindi prendo di
A e provo a tirarmi un po’ di atout sperando in un finale benevolo.
Al momento di incassare l’ultima atout la posizione è questa:
Mentre Ovest ha scartato fischiettando, Est dopo un primo facile scarto a Picche ha estratto dalla sua mano tre cartine di Cuori ma se fossero stati tre molari non avrebbe sofferto di meno.
Dunque qualcosa sta succedendo, ma cosa? Per scoprirlo metto sul tavolo l’ultima atout: non l’avessi mai fatto! Le fitte di Est sono tali che ci consultiamo al tavolo sull’eventualità di sedarlo. Per fortuna alla fine di tante doglie si strappa dal seno il J e subito si riprende. E’ chiaro che sta conservando con ferocia la retta di Picche, e quindi ritengo di poter scartare Picche dal morto.
Ora incasso A-K (Est scarta il
J) e alla penultima carta muovo il
6 verso la mia forchetta K-10 su cui Est risponde con il 9, ed ecco il dilemma, perché la sofferenza di Est potrebbe anche essere spiegata dal fatto di aver dovuto asciugare la
Q. In altre parole, delle ultime 4 carte Est ha l’ultima Picche e Ovest mi ha fatto vedere il
9, ma dove sono le due Dame rosse?
Ovest era tornato di 7: potrebbe avermi ingannato con 9-7? Ne dubito. Ma più conclusivo è l’attacco di piccola quadri di Est, che suggerisce un onore ma comunque di sicuro non viene da due carte. Dunque l’ultima carta di Est è la Q, e su questa certezza passo il
10 e faccio la mano, che così si presentava:
Malgrado la complessità della figura, la compressione si produsse in pratica automaticamente, e questa è la ricompensa che spesso si ottiene quando si incassano le vincenti avendo cura di salvaguardare le comunicazioni. Per comprendere il dramma del povero Est guardate la diapositiva del momento decisivo:
Sull’incasso del 2 ogni scarto di Est risulta fatale, a partire ovviamente dalle Picche. Lo scarto della
Q trasferisce il controllo nel seme a Ovest, che sulle due Picche viene quindi squeezato senza remissione nei semi rossi; ma anche quello del
J, come si è visto, pur permettendogli di scartare su
A-K il
J lo priva della protezione necessaria ad evitare il sorpasso alla
Q. E infatti è proprio così che Romanet, il guru indiscusso della compressione, definisce questi rarissimi finali: compressioni di protezione (guard squeeze).
Ovest avrebbe potuto facilmente battere il contratto alla quarta presa giocando Quadri e costringendo il giocante a tagliare la minaccia del 10. E d’altra parte, devo infine svelarvi che tutto questo racconto è di pura fantasia, perché al tavolo dove ho assistito allo svolgersi degli eventi il giocante individuò la compressione semplice ma non quella doppia; in altre parole sperò che Est detenesse oltre alla quarta di Picche anche
Q-J, e non si curò di conservare la cartina di Cuori al morto. Errore irreparabile, e lo dice anche la pubblicità che – come ben sappiamo – ci è maestra di vita: due comunichescions is megl che uan!
E se non capite l’ultima frase, ebbene, non vi preoccupate: a volte l’ignoranza è una benedizione.