La squadra Italia a Sanya: Pierfrancesco Parolaro
Dopo che la sottoscritta ha “sposato” le coppie Gerli-Del Buono e Murgia-Baldi, quest’ultimo, che preferiva avere la possibilità di riposare qualche turno, ha reclutato Pierfrancesco Parolaro e Gianni Patelli nella neoformata squadra per le Selezioni per la Nazionale italiana.
I due lombardi hanno colto al volo l’opportunità:
“Volevamo verificare la nostra competitività approfittando di un’occasione che fino ad ora non si era mai presentata” ha dichiarato Pierfrancesco, responsabile commerciale di un’azienda mineraria nella zona di Lecco.
L’attitudine è stata la stessa degli altri membri della Squadra (eccetto il caterpillar Del Buono):
“Inizialmente non ci aspettavamo assolutamente di vincere, ma abbiamo combattuto incontro dopo incontro. A poco a poco è aumentata la nostra convinzione di fare bene e alla fine abbiamo raggiunto il traguardo più ambito.”
Di chi è il merito di questa vittoria? – chiediamo a Pierfrancesco. Naturalmente i primi responsabili sono loro stessi:
“Abbiamo giocato al massimo delle nostre possibilità, e poi oserei dire che siamo stati umili e determinati.”
Ma un aiutino extra potrebbe non aver guastato:
“Quando abbiamo chiamato uno Slam con due perdenti a Quadri e i nostri avversari non le hanno incassate, ho pensato che questa volta qualcuno lassù era con noi.”
Pierfrancesco e Gianni fanno coppia da circa dieci anni e giocano Naturale quinta Nobile.
Come gli altri componenti della Squadra, devono fare i conti con gli impegni professionali e familiari:
“Ci alleniamo tutte le volte che possiamo. Insieme abbiamo ottenuto qualche buon risultato, quello più importante è la vittoria al Torneo Internazionale Città di Viareggio.”
Ciò che definitivamente preferisco di questa Squadra è che tutti e sei sono, giustamente, molto orgogliosi di sè:
“Se meritavamo questo successo? Sì, perché abbiamo giocato meglio di quasi tutti. Ho sentito una grande gioia per la vittoria e adesso sono emozionatissimo e molto orgoglioso di rappresentare il mio Paese. “
Una piccola contraddizione, ma solo apparente:
“Non sono favorevole alle Selezioni, perché non ritengo che il parco giocatori italiano offra la possibilità di fornire una squadra super-competitiva, fra i nostri iscritti ci sono solo pochi fuoriclasse.”
Fra quei “pochi” si contano solo i sei Campioni del mondo in carica, divisi fra due distinte formazioni e delicate dinamiche, i vicecampioni europei Open (team Zaleski) e vari ex juniores plurimedagliati a livello internazionale. Ad ogni modo, è apprezzabile che per Pierfrancesco, che indosserà la maglia Azzurra, il desiderio di un oro italiano venga prima di quello di essere egli stesso protagonista.
A proposito, qual è il suo Campione preferito?
“Dei vecchi Campioni, Benito Garozzo; delle nuove star mi piace molto Norberto Bocchi.”
Pierfrancesco ha iniziato a giocare ai tempi della scuola superiore:
“Durante il Liceo ho imparato il Bridge al bar. Era là che una volta, ormai quasi quarant’anni fa, si imparavano tutti i giochi di carte.”
Ad ogni modo, questo traguardo personale non è solo una questione di Bridge:
“Il mio punto di riferimento nella vita è stato il mio allenatore di pallacanestro. Quando ero giovane mi ha insegnato l’attitudine allo sport e alla competizione.”
Il coach gli ha tramandato quello che ora definisce il suo miglior pregio, il carattere: la voglia di vincere e non sentirsi battuto a priori. Però, forse, sui faticosi e scattanti campi da Basket il problema delle analisi e dei bisticci nel mezzo del match era meno incombente:
“Ho un grande difetto nel Bridge, durante il gioco non sono capace di tacere e di rimandare a dopo l’analisi delle mani.”
Dalla trasferta in Cina Pierfrancesco si aspetta…
“Di giocare al massimo delle mie possibilità e rappresentare al meglio l’Italia.”
A casa, a fare il tifo per lui, ci saranno:
Mia moglie Bea e i nostri due “figli”, Felice e Lisa Maria.