
Sappiamo tutti che il Bridge è un gioco fatto di decisioni, anche se a volte cerchiamo di far passare come decisioni errori madornali. In realtà la differenza tra decisione, pur se sfortunata, ed errore dovrebbe essere evidente: la prima è una scelta tra due o più alternative razionali, il secondo è qualcosa di impossibile o comunque estremamente azzardato dal punto di vista probabilistico.
E’ molto facile capire come la differenza tra un buon giocatore ed uno cattivo o tra esperto ed Allievo stia proprio nel fatto di non riconoscere l’errore come tale, ma è per chi vuole crescere bridgisticamente che il riuscire a distinguere tra scelta ed errore diventa più importante e più difficile. Infatti è di solito il principiante che sbaglia in maniera clamorosa; il giocatore medio, e spesso anche il buon giocatore, fa qualcosa di razionale e logico che alla fine non va a buon fine senza poi rendersi conto che non si è trattato solo di sfortuna ma anche di una valutazione non del tutto corretta.
Voglio farvi vedere ora due mani giocate nella recente Coppa Italia Senior in cui le decisioni (errori?) hanno avuto effetti rilevanti.
La prima mano si è presentata durante la finale per il terzo posto tra le squadre Bavaresco e Casadei.
Io ero seduto in Sud in Sala Aperta. Tutti in zona ho aperto di 1 (naturale nobili quarti):
12SA = bicolore minore
2Contro = mano di rovescio
Risultato: 4+1
Nell’altra sala:
12SA = fit quarto limite
24SA = blackwood
35 = blackwood
Come potete vedere, in Sala Aperta Ovest ha deciso di mostrare una bicolore minore con pochi punti, mentre l’Ovest di Sala Chiusa ha preferito dire Passo; interessante anche la decisione di Est in Aperta che ha preferito dare la preferenza nel minore invece di dichiarare le Picche mentre in Chiusa c’è stato il barrage a 4. La decisione del Nord di Sala Aperta di non trasformare il Contro pur con la 4333 è probabilmente dovuta ad una mancanza certa di accordi di coppia. In caso di trasformazione, se Est non avesse deciso di dichiarare le Picche, avrebbe realizzato in tutto quattro prese… Altrimenti le dichiarazioni avrebbero seguito strade diverse. Dopo il 4
, sempre per una mancata certezza di accordi, Nord non ha rialzato. Il Nord di Chiusa ha deciso, fuori dal sistema, di dichiarare 2SA (fit limite a Cuori con quattro carte) con AQx considerando che AQx valgono almeno quattro cartine. Sud ha deciso, forse anche influenzato dall’idea di trovare un fit quarto, di non proporre la penalizzazione a 4
che poteva essere produttiva (quattro prese di caduta).
La cosa più interessante è che lo Slam, complessivamente sotto chance, era destinato a cadere con l’attacco di A e successivo taglio (o piccola Fiori) ma con qualsiasi altro attacco poteva essere realizzato sbloccando
A e
K, eliminando le atout (divise), scartando due Fiori della mano su
K e
Q e scartando poi una delle altre due Fiori perdenti sulla terza Picche. Il ritorno obbligato in taglio e scarto avrebbe poi creato l’ultima presa.
Come vedete tutte decisioni diverse per uno Slam che d’altronde si realizza solo con un attacco “sbagliato” e grazie ad una fortunosa divisione delle atout. Indubbiamente si può non essere d’accordo con le dichiarazioni fatte ma, essendo la finale per il terzo posto, certamente l’attenzione era massima.
Franco Caviezel (a destra) col suo compagno Claudio Bavaresco
Della seconda mano che vi sto per raccontare sono io il protagonista.
Semifinale contro la squadra Patané. Raccolgo:
5 4 3
A J 9 6
9 4 2
8 6 4
Il mio partner apre di 1 (Naturale, almeno quarto), dichiaro 1
, lui 4
mostrando fit a Cuori in mano di rovescio Fiori/Cuori e io chiudo a manche nel silenzio avversario:
14
= fit Cuori, rever Fiori/Cuori
L’attacco è il 5 e scende un bel morto:
Il primo quiz è la Dama di atout. Potrei ignorarla tirando A e
K e giocando poi Fiori ma l’attacco mi fa pensare ad un colore maldiviso e quindi spero di catturarla, cosa che mi darebbe un bel vantaggio. Gioco Asso e piccola Cuori per il 10 del morto ma l’avversario alla mia destra prende con la Dama, gioca la
Q che io filo e successivamente il suo terzo atout. Prendo in mano di 9 e metto in tavola una Fiori. L’avversario di sinistra, che aveva attaccato di 5, fa vedere ora il 10 e l’avversario di destra risponde.
Mi fermo a riflettere. A parte la possibilità che l’avversario abbia attaccato di 5 con 5 e 10, cosa inutile da considerare – oltre che essere molto improbabile non vincerei mai – mi pare certo che abbia 3 carte, ma quali? Q 10 5 o 10 5 x? In altre parole può aver attaccato da Q e 10 terzi contro il mio colore di sviluppo? O era più probabile l’attacco da 10 terzo? Avevo capito d’altra parte che aveva un attacco difficile. Doveva scegliere tra A, Picche sotto Re, da due cartine di atout rischiando di far indovinare un pezzo (come sarebbe di fatto successo).
Alla fine mi sono giocato che avesse attaccato da tre cartine e ho sbagliato.
I miei compagni hanno pensato che avessimo scritto male il risultato. Di là avevano indovinato la Q e fatto il banale impasse a Fiori per un totale di 12 prese. Io comunque posso sbagliare a giocare ma non a scegliermi i compagni: il mio partner Bavaresco e Guaraldi e Tamburrini hanno fatto un sorriso senza recriminare, da quei signori del Bridge che sono.
La squadra Bavaresco-Padova Bridge, terza classificata alla Coppa Italia Over 60 2014
Nella foto: Franco Caviezel, Gianni Balbi, Claudio Bavaresco, Claudio Manoli, Maurizio Palmieri
(assenti Luca Darbi, Andrea Guaraldi, Cesare Tamburrini)