TOP ONE, Monica Buratti: il dispiacere di perdere è più grande della gioia di vincere

Incontriamo Monica Buratti, una delle sei componenti di TOP ONE, la formazione vincitrice dei Campionati Italiani a Squadre Signore 2014.
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A proposito di Monica Buratti
Città: Firenze
Famiglia: tre figli, tre nipoti, impegnata
Segno zodiacale: gemelli
Partner di bridge:
cat. Femminile: Monica Aghemo
cat. Misto: Carlo Mariani
20 Ori nazionali:
1 Festival Over 60 a Squadre Libere (2013)
4 Campionati Italiani a Squadre Signore (1995, 2002, 2008, 2014)
1 Campionato Italiano a Coppie Signore (1999)
2 Coppe Italia Signore (2007, 2008)
5 Campionati Italiani a Squadre Miste (1995, 2005, 2006, 2007, 2010)
2 Campionati Italiani a Coppie Miste (1981, 1999)
5 Coppe Italia Mista (2006, 2007, 2009, 2011, 2013)
2 Ori internazionali:
1 Campionato Europeo a Coppie Miste (2000)
1 Campionato del MEC a Squadre Miste (1998)
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Come ti sei avvicinata al bridge?
Ho fatto un corso di Bridge a 20 anni, nel ’73, ma ho iniziato a giocare veramente solo nel ’79. A quei tempi gli allievi non esistevano, quindi, se volevi giocare, ti dovevi buttare subito nella mischia. Diventare agonista non era una scelta, ma la normalità.
Ho avuto la fortuna di giocare sempre con compagni straordinari… Da subito con Carlo Mariani, con il quale nell’81 ho vinto il mio primo Campionato a Coppie Miste (Emozione indimenticabile!), poi per alcuni anni con il grandissimo Camillo Pabis Ticci, e dal ’95 di nuovo e sempre con Carlo.
Nel Femminile invece la mia compagna storica è stata Darinka Forti con la quale ho avuto un bellissimo e lunghissimo sodalizio; ci siamo divertite un sacco ed abbiamo fatto ed anche vinto tante cose insieme. Adesso da un paio d’anni sto giocando con un’altra “Monica”, Monica Aghemo, molto più giovane di me ed altrettanto appassionata , quindi certamente ci sarà da divertirsi…
Quali sono stati i tuoi migliori risultati agonistici finora?
Il bridge è sempre stato per me una grandissima passione e mi ha dato tante soddisfazioni nel corso di tutti questi anni. Certamente i due titoli più prestigiosi sono stati: l’oro al Campionato Europeo a Coppie Miste del 2000 – io e Carlo abbiamo vinto con una media “esagerata”-, e l’oro a Squadre Signore agli Europei Transnational di Mentone, dove la nostra squadra ha inaspettatamente sbaragliato le avversarie.
Parliamo del tuo più recente successo: la vittoria ai Campionati Italiani a Squadre Femminili con la formazione TOP ONE. Ci racconti la vostra gara?
E’ cominciata in salita, perché due giorni prima della partenza sembrava che fossimo rimaste in quattro o cinque perché una componente della squadra non ha potuto partecipare. Poi il Capitano e Debora si sono scatenati ed all’ultimo momento hanno tirato fuori Chicca dal cilindro. Questa è stata la mossa vincente perché ci ha dato la serenità di sederci a giocare con ritmi e turni non stressanti.
Una volta arrivati a Salsomaggiore, è iniziato a medio regime, nessun risultato eclatante, ma tutte vittorie. A metà gara poi abbiamo cominciato a crederci.
Quale è stato l’incontro più difficile e perché?
Il penultimo. Abbiamo perso sonoramente e quindi abbiamo sperperato tutto il vantaggio che avevamo in precedenza accumulato… Però non mi sono abbattuta. Ormai sapevo che avremmo vinto.
Quali sono i punti di forza di TOP ONE? Ovvero: perché avete vinto voi?
Forse perché abbiamo giocato rilassate, pensando a fare solo più punti possibile per scongiurare la retrocessione.
Perché l’atmosfera di squadra era sempre allegra e serena.
Perché abbiamo avuto più fortuna di altre.
Ma anche perché abbiamo giocato bene.
La vostra è ormai una delle migliori formazioni Femminili in Italia. Come è nata la squadra? E chi ha scelto il nome “TOP ONE”? Vi eravate accorti da subito della simpatica assonanza “TOPONE” oppure è stato un fulmine a ciel sereno una volta che le magliette erano già stampate?
Sarà proprio il nostro capitano Ennio Nardullo a raccontarvi la genesi della squadra, mentre, per quanto riguarda il nome… Io me lo sono trovato addosso, ma sono certa che non è assolutamente casuale. Troppo bello!
Qual è la più forte delle vostre tre coppie? Perché?
Che domande… Tutte e tre naturalmente.
Un commento su ciascuna delle tue compagne di squadra.
Farò un commento cumulativo: grandissime TOP ONE!
E il capitano?
Ennio è il grande TOPONE!
Capitan Nardullo vi segue attentamente e sale – giustamente – sul podio con voi a ritirare le medaglie. Ma le merita? Come si comporta durante il Campionato e soprattutto quando la squadra va male?
Merita le medaglie perché è il Deus ex machina della squadra, e nello stesso tempo durante il Campionato non è una presenza ingombrante… In contemporanea sta sempre giocando anche lui!
Quante volte giochi durante la settimana?
Facciamo un paio di duplicati ogni settimana. Con Monica, dal momento che lei vive a Torino ed io a Firenze, ci alleniamo su BBO e poi andiamo a fare qualche bel torneo in giro per l’Italia .
Che sistema giocate? Cambiano i vostri accordi a seconda della situazione di zona?
Giochiamo quinta Nobile, Quadri quarte. Non cambiamo accordi nelle diverse situazioni di zona, solo la valutazione delle mani. Siamo una coppia troppo fresca, meglio pochi accordi, ma chiari.
Qual è il tuo punto di riferimento bridgistico? Ovvero: quando sei in disaccordo con la tua compagna qual è l’unico parere di cui ti fidi per dirimere la questione?
Carlo naturalmente, ce l’ho sempre a portata di mano… E poi fra l’altro ci ha aiutato un po’ con il nostro sistema. Però, a volte, se mi trovo in disaccordo con lui, o proprio non digerisco la sua risposta… Allora c’è la Cassazione: Lorenzo Lauria.
Se tu potessi giocare un Campionato con un compagno a tua scelta fra tutti i bridgisti del mondo, chi sceglieresti?
Intendi dire se Carlo fosse occupato? 🙂
Quale reputi sia il tuo miglior pregio?
Il comportamento al tavolo: è il grande insegnamento che ho appreso quando ho giocato con Camillo Pabis Ticci.
E il tuo peggior difetto?
Questo lo devi chiedere ai miei compagni… te ne dicono una sfilza…
Cosa provi quando vinci? E cosa, invece, quando perdi?
Il dispiacere di perdere è sempre più grande della gioia che si prova a vincere.
Qual è il tuo sogno nel cassetto bridgistico?
Mi piacerebbe vincere un altro titolo Internazionale.
Il bridge è uno sport della mente. Vivi l’esistenza della categoria “Ladies” come qualcosa di vagamente discriminante o ti sembra corretto così, dato che questa distinzione esiste in tutti gli sport?
Non mi sento assolutamente ghettizzata quando gioco il Femminile. Mi piace un sacco battermi con le mie pari. Il bridge di vertice Open è proprio un’altra cosa.
Cosa consiglieresti a chi per curiosità si vuole avvicinare al bridge?
Di provarci assolutamente; è una passione che se ti prende poi ti accompagna per tutta la vita.
Cosa si dovrebbe fare per divulgare questo interessantissimo gioco, sport della mente?
Questo proprio non lo so. Purtroppo vedo che le facce nuove sono ben poche, ed i giovani raramente ci si appassionano.
Ritieni che il bridge dovrebbe essere insegnato a scuola?
Non ne so molto di questo argomento, ma così, a pelle , non mi convince.