L’Esame da Arbitro regionale di Fabrizio Pozzi

Mercoledì 26 e giovedì 27 marzo, otto Arbitri provinciali hanno sostenuto l’esame da Arbitro regionale.
Hanno superato la prova Fabrizio Pozzi, Barbara Montanari, Secondo Tamagnini e Luigi “Gigi” Vitali.
Fabrizio Pozzi, giovane Arbitro provinciale di Alessandria (torinese di adozione), racconta a Bridge D’Italia Online il suo esame.
Secondo Tamagnini, Carlo Galardini, Barbara Montanari, Maurizio Di Sacco, Fabrizio Pozzi.
Nella foto mancano il terzo componente della commissione, Ruggero Venier
e il quarto Arbitro promosso, Luigi Vitali.
Come si è svolta la verifica?
Mercoledì pomeriggio abbiamo affrontato la parte dei fatti contestati. In pratica, ci hanno presentato varie mani di cui noi dovevamo valutare il danneggiamento. Di sera, invece, abbiamo risposto a domande di procedura.
E arriviamo a giovedì mattina, quando, per il Palazzo dei Congressi, risuonavano solo i tuoi passi nervosi.
(ride) chi ha fatto la spia? Arbitro!
Quale prova ti preoccupava?
Il teatrino, cioè la simulazione al tavolo di un problema arbitrale complesso.
Ci racconti la mano?
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Una coppia sbadata:
attacco fuori turno di Nord e renonce di Sud
Ecco la mano:
Il contratto finale è 4 giocate da Est.
Primo problema: l’attacco fuori turno
Toccherebbe quindi a Sud uscire, ma Nord attacca fuori turno con il 9…
Inizialmente l’Arbitro deve porre alcune domande per capire cosa sia successo esattamente. Ad esempio, deve chiedere chi ha aperto il sipario.
In questo caso il sipario è stato aperto da Nord.
L’indagine però non è ancora finita: bisogna capire se Est era a conoscenza dell’irregolarità e se ha fatto qualcosa per prevenirla. Infatti, se Est si fosse accorto dell’attacco fuori turno prima dell’apertura del sipario avrebbe avuto il preciso dovere di dirlo al suo avversario. In questo caso la carta sarebbe stata ritirata, Sud avrebbe regolarmente attaccato e il gioco si sarebbe svolto normalmente.
Nella situazione specifica, emerge che Nord, dopo aver giocato la carta, ha immediatamente aperto il sipario, senza dare il tempo a Est di intervenire.
A questo punto l’Arbitro deve presentare al dichiarante le varie opzioni dell’attacco fuori turno.
In questo caso il dichiarante non accetta l’attacco fuori turno, quindi il 9 rimane una carta penalizzata esposta sul tavolo e a Sud viene imposto di uscire a Cuori.
Secondo problema: Sud non ha Cuori
Ora però Sud chiama l’Arbitro e chiede di parlargli separatamente. Il giocatore rivela di non avere carte di Cuori (in realtà non si accorge di averne una) e quindi di non poter attaccare nel seme indicato dal dichiarante.
L’Arbitro quindi invita Sud ad attaccare in un altro palo e lui esce di K. Vedendo che la sua richiesta non è stata esaudita, Est chiama a sua volta il direttore, il quale spiega che non è stata commessa alcuna irregolarità e che, semplicemente, non era possibile attaccare Cuori.
Con ciò, Est intuisce che Sud non ha carte nel colore. Il risultato finale è 4-1, perché dopo aver incassato tre giri di Quadri sulla quarta Quadri N/S riescono a promuovere una delle loro atout.
Terzo problema: Sud ha Cuori (!)
Alla fine della mano, però, i giocatori si rendono conto che in realtà Sud aveva il J e che quindi avrebbe potuto attaccare nel colore.
L’Arbitro deve quindi applicare la normativa della renonce, perché non giocare una carta richiesta per legge è come aver effettuato una renonce, come si legge chiaramente nell’Articolo 61 del Codice di Gara.
Quindi bisogna domandarsi: di chi era la carta che ha fatto la presa della renonce?
La renonce in questo caso era il K di Sud, che dopo l’attacco è rimasto in presa. Quindi bisogna trasferire due prese (quella della renonce e un’altra). Il risultato da 4
-1 viene cambiato in 4
+1.
Ma non è finita… L’Articolo 64 del Codice di Gara, paragrafo C, dice che se le penalità e le prese trasferite dalla renonce non compensano adeguatamente il partito colpevole l’Arbitro ha il dovere di ripristinare il par della mano.
Con l’attacco J tutte le prese sarebbero state di Est, pertanto viene imposto il risultato di 4
+3 per la linea E/O.
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Per un anno hai assistito i migliori Arbitri nazionali durante i Campionati italiani, venendo a Salsomaggiore come volontario e a spese tue. Come ci si sente quando arriva il giorno decisivo?
Sicuramente ero un po’ teso! Sono molto soddisfatto di aver superato l’esame, cosa che per me rappresenta un buon punto di partenza per continuare a migliorarmi. A questo proposito vorrei ringraziare, in ordine strettamente alfabetico, Carlo (Galardini) e Maurizio (Di Sacco) che mi sono stati vicini in tutto questo percorso. Un pensiero va anche a Guido Ferraro, che sicuramente sarebbe stato contento di questo risultato.