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Cherchez les femmes – La cattura delle Dame

In occasione della Festa della Donna, un articolo dedicato alle… Dame.

Era una strana primavera quella che si annunciava a sprazzi. Sole caldo ma vento gelido, che scendeva dalle montagne vicine dove continuava a nevicare, anche se solo di tanto in tanto.
Come ogni anno, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, o se preferite più semplicemente Festa della Donna, il Circolo organizzava un torneo dedicato alla ricorrenza, ma contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non era riservato alle giocatrici, bensì rigorosamente a coppie miste, vuoi per ribadire un concetto di parità, vuoi per favorire una maggiore socializzazione, spingendo coppie più o meno fisse di soli uomini o di sole donne a spezzare la routine e cercare un partner dell’altro sesso.

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Anche questa, per Vale e Valo (così si chiamavano confidenzialmente i nostri due eroi Valentina e Valentino), era un’occasione per stare insieme e condividere delle emozioni, così decisero di partecipare al torneo pomeridiano, preferendo il tepore delle sale del Circolo ad un girovagare infreddoliti a guardare le vetrine. Per la sera lei aveva altri progetti: il tradizionale raduno con le amiche, da cui gli uomini erano tassativamente esclusi.

festa_donna2Il Circolo distribuì mazzetti di mimose alle partecipanti, che si fecero carico di appuntarne un rametto all’occhiello delle giacche dei loro cavalieri, ma prima dell’inizio del torneo lei evitò accuratamente di portare il discorso sul significato e l’importanza di quella giornata dedicata in tutto il mondo alle conquiste sociali e alle rivendicazioni femminili, ben sapendo che sarebbero comunque arrivati a parlarne dopo, tra un commento e l’altro sulle mani appena giocate.

Di questo lui gliene fu grato in cuor suo, perché preferiva concentrarsi sul gioco, piuttosto che impelagarsi in una discussione socio-politica o di retrospettiva storica, che comunque non avrebbe certo rifiutato in un onesto contraddittorio di idee sull’argomento.

Il pomeriggio trascorse quasi tutto senza intoppi, forse perché la litigiosità propria dei maschi era mitigata dalla presenza femminile e sarebbe stato davvero scortese e fuori luogo qualsiasi rimbrotto che non si limitasse a “forse si poteva fare…” oppure “con un altro attacco..” lasciando debitamente in sospeso la frase. Come compensazione, era inevitabile che i signori uomini tendessero a trasformare ogni mano in un confronto tra di loro, sia che giocassero da dichiarante sia in controgioco.

La cattura delle Dame

Una delle mani più interessanti fu giocata dalla componente femminile della coppia in Sud e naturalmente anche da Valentina.
Tutti in zona, dopo l’apertura di 1SA di Ovest, dove sedeva il nostro ben noto esperto, Valentina si ritrovò, con una licita più saggia che avventurosa, a dover condurre in porto questa normale manche a Cuori.

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La caratteristica curiosa di questa mano salta subito all’occhio: sulla linea mancano tutte e quattro le Dame!
L’attacco fu di FioriA e FioriK, tagliato da Sud.

Salvo sgradite sorprese la manche dovrebbe essere sicura, potendo perdere al massimo 1 presa per colore escluso l’atout. Così Valentina iniziò col battere l’CuoriA e la Dama si rivelò secca in Est.
Battuto anche l’altro atout, si fermò a riflettere.

vale2La manche era assicurata ma si sa che in Mitchell bisogna cercare di fare sempre il massimo. Una manovra che poteva fornire una presa supplementare era l’eliminazione dei colori laterali di Fiori e Picche per una messa in mano in quest’ultimo seme. Chi prendeva poteva essere costretto ad un ritorno in taglio e scarto o a Quadri, consentendo di catturare un onore e di impassare l’altro nel caso fossero stati divisi, oppure poteva essere costretto in presa Ovest, che avrebbe dovuto fare un ritorno favorevole in caso detenesse entrambi gli onori mancanti di Quadri.
Una linea di gioco piuttosto semplice ma non proprio sicura, anche se Ovest aveva aperto di 1SA e poteva mancare al massimo di un Fante.

Ma se Ovest era predestinato ad essere messo in mano…

Valentina era caparbia e non si accontentò di pareggiare il board con la sala. Intravide un’altra strada che poteva portarla a guadagnare non una ma due prese e quindi un top difficilmente condiviso.

Lasciò al morto il Fiori10 e tirò tutti gli atout.

Questa era la mano completa:

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E questa la posizione con l’ultimo atout ancora da battere:

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Sull’ultima Cuori il povero Ovest si sentì un po’ a disagio, ma fu solo un attimo, impercettibile, e scartò prontamente la cartina di Quadri sperando che la sua compagna possedesse il 10. Ma non era così e sulla battuta delle successive 3 vincenti di Quadri si ritrovò ancora compresso tra Picche e Fiori.

Un raro esempio di squeeze progressivo o in tre colori, automatico nella sua esecuzione, ma pensarci non era da tutti , come galantemente sottolineò l’esperto cambiando tavolo.

Continua…

Red Jack

Giacomo Andrea Crucinio (CRM010, Milano Bridge), laureato in fisica, docente, giornalista, consulente di editoria aziendale e uffici stampa per società in gran parte high tech, ha come principali interessi musica, cinema e, naturalmente, bridge. E’ sposato, 3 figli (unica pecca: nessuno di loro gioca a bridge). “La passione per il bridge è scaturita in un fumoso bar della Facoltà di Scienze di Milano. Mi ha affascinato subito, ma impegni personali, familiari e di lavoro non mi hanno permesso di praticarlo con quella assiduità che avrei voluto. Pur non avendo mai smesso di seguirne le vicende, la mia pratica del bridge si è concentrata di più sugli aspetti teorici, certamente non emozionanti come le smazzate ‘vissute’ direttamente al tavolo, ma non meno interessanti. Strada facendo ho annotato dubbi, riflessioni o analisi su argomenti mai veramente risolti, come quello delle prese totali, che spero di pubblicare in un prossimo futuro. La firma red.jack è una vecchia abitudine di firmare articoli di settori diversi con nomi e sigle diverse. In questo caso è un nickname di sapore più attuale”.

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