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Ti racconto una mano… Dai Campionati Assoluti a Coppie Miste 2013

Vogliamo certezze

Gioco con la mia partner superstar il primo turno di qualificazione del Coppie Miste, pieni delle consuete speranze di non venire aggredito dai malvagi zeri che si acquattano negli angoli più oscuri del salone. Il destino mi sfida ora a cimentarmi con:

Picche KJ9763 Cuori Q84 Quadri 43 Fiori A6

Si tratta del board 5 nel quale il nemico è in zona e noi no, ma questo non gli impedisce di farmi arrivare la licita a livello 3 con il seguente banale espediente: 1Cuori – 3Cuori. A domanda la gentile quanto indomita rivale risponde che si tratta di un appoggio vecchio stile, cioè invitante e all’occorrenza anche terzo. Con l’intenzione di proporre una difesa in favore di zona provo ad arrischiare un 3Picche: la compagna non potrà certo pensare che io sia forte, dopo una licita costruttiva degli avversari.
Non me lo aspettavo ma con questa offerta vinco l’asta, che riepilogo facilmente:

Le posizioni sono ruotate per comodità di lettura. Ovest attacca di 2Cuori e il morto dipinge sul tavolo:

Contratto: 3Picche. Attacco: 2Cuori.
E’ molto importante quello che succederà sull’attacco. Metto il Cuori10 e Est rileva con l’Asso, e questa è quasi certamente una cattiva notizia perché se Est avesse avuto il J ben difficilmente non lo avrebbe utilizzato nella circostanza. Dunque a 3Cuori il down, a meno di una 4-1 a Picche che non penso di dovermi augurare, sembra inevitabile aggiungendo alle due Picche e alla Fiori anche due perdenti certe nelle briscole; e per evitare quindi una mano cattiva devo riuscire a non andare down a mia volta.

Anche per me il problema sta nelle atout, poiché quattro perdenti esterne sono inevitabili. Tanto per mettersi avanti col lavoro, Est torna di QuadriK (su cui Ovest mette il 9) e continua a quadri per il J e l’Asso del compagno, che taglio in mano.
Fare l’impasse contro l’apertore non è un’opzione che considero particolarmente allettante, chiaro; qui però c’è la faccenda dell’appoggio costruttivo che dovrebbe collocarsi intorno alla decina di punti. Ne ho visti 7 per ora nei semi rossi, ma c’è un’informazione nascosta nel fatto che nessuno stia muovendo le Fiori. Penso di poter escludere che Ovest abbia K-Q-J, per il mancato attacco e ritorno; dunque posso aggiungere almeno un punto se non due alla dotazione di destra. Da come sono state mosse le Quadri sembra probabile che nel mazzetto ci stia anche la Q, e questo parrebbe completarne la forza: ma l’avrà sul serio? Potrebbe anche aver forzato con il K terzo per restare in presa e proseguire nel seme, magari ipotizzando A-J-9 al partner e Q-x-x al sottoscritto. Improbabile ma possibile.
Siamo arrivati a questa casella del percorso:

Dalla situazione di punteggio sembra chiaro che se Est ha la QuadriQ non ha quella di Picche e viceversa, e sarebbe simpatico basarsi su qualcosa di più solido del suo ritorno di K per decidere. Forse mi viene in mente un sistema per indagare. Posso andare al morto, giocare la quarta Quadri e metterci la Fiori perdente: e regolarmi a seconda di chi va in presa. L’operazione sembra scevra di pericoli, quindi procedo: Cuori al K e Quadri7 su cui appare la prevista Q in Est, mentre io ovviamente non taglio (tanto sarei surtagliato) e mi libero del Fiori6.

La PiccheQ sembra dunque marcata fuori impasse: non c’è che sperare che sia doubleton, e che quindi la mano sia una 2-5-3-3 avendo già individuato a sinistra otto carte rosse. Prendo il ritorno Fiori con l’Asso ormai secco e con una preghiera a sant’Esaù (protettore delle atout) batto A e K in testa. La distribuzione completa mi premia ben oltre i miei meriti (?):

La competizione in licita, pur essendo tipica del Mitchell, aveva una sua validità anche in duplicato, nel senso che lo sforzo del 3Picche non era solo orientato a marcare un difficile 140 invece di un tranquillo 100 ma voleva anche proporre una difesa potenzialmente redditizia – in caso di fit – sulla probabile manche avversaria. Ad esempio invertendo l’Asso e la Q di Picche e magari rinforzando un po’ la figura di atout avversaria magari con il 10, a 4Picche si sarebbe caduti di 2 contro la manche avversaria al 75% o giù di lì.
La mano non era certo difficile da mantenere. Il movimento delle Quadri da parte della difesa aveva svelato con molta evidenza la figura, per cui l’espediente descritto nella narrazione non era a stretto rigore del tutto necessario, e anche in sua assenza il giocante avrebbe dovuto muovere le atout esattamente nello stesso modo. La possibilità di impiegarlo gli consentì però un’indubbia tranquillità morale aggiuntiva, e sappiamo tutti quanto sia inestimabile questa risorsa.
O per dirla con Catalano, maestro di vita, le certezze valgono sempre di più delle probabilità.

Enrico Guglielmi

Enrico Guglielmi (GGC001, Bocciofila Lido), socio agonista a Genova, si è laureato in fisica alcune ere geologiche or sono e attualmente sbarca il lunario occupandosi di informatica. Gioca a bridge da un tempo fastidiosamente lungo che è senz’altro meglio non quantificare, visti i risultati. Sempre in ambito bridgistico, oltre a raccogliere copiose messi di zeri nei tornei locali, cura per BDI online la rubrica “Ti racconto una mano”. E’ consigliere del Comitato Regionale Liguria, per conto del quale sta portando avanti un progetto didattico orientato agli studenti e ai dipendenti universitari in collaborazione con il CUS Genova. Il suo nick su BBO è Dasim.

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