Ti racconto… il terzo tempo dell’incontro di Champions’ fra Italia e Polonia

Inizia il terzo tempo e Allegra si ripresenta con la stessa formazione del secondo, cioè Bocchi-Madala (che non si sono ancora alzati) e Duboin-Sementa. Anche i reggiani replicano il line-up del secondo tempo.
Sala Aperta
Sala Chiusa:
Subito MP persi da Allegra, per la decisione forse condivisibile ma certo originale di Bocchi e Madala di giocare 4 invece di 3SA con 7 atout e mani bilanciate. Il fatto è che la licita di passaggio – probabilmente transfer per 3SA – a 3
viene contrata dagli avversari e questo desta preoccupazione nella coppia, considerato che il fermo nel seme è Ax-xx. Sta di fatto che a lato si allineano otto assi mentre a 4
il down è pressoché inevitabile.
Nel board 3 i polacchi guadagnano ancora e si avvicinano pericolosamente: Duboin-Sementa chiamano 4 con 22 davvero brutti, la manche si potrebbe anche regalare ma i polacchi dopo qualche tentennamento decidono di batterla. 16-1 nel tempo e siamo a +8 complessivi (66-58); nell’altra semifinale partenza piattissima (1-0).
Board 7, slam a entrambi i tavoli:
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Mentre i commentatori a entrambi i tavoli si sbilanciano pronosticando un tranquillo 3SA, sia Kwiecen che Sementa superano allegramente il livello e approdano a 6. In aperta la difesa attacca
, Sementa liscia l’attacco e prende il ritorno nel seme. Ora fa l’impasse a
,
per la mano, ancora Fiori per l’Asso e scarto della terza Fiori sul
K. Taglia un
e un
, poi un
e infine l’ultimo
: le ultime tre prese sono A-K-Q di atout. Non l’unica linea possibile ma elegante e corretta. Il board viene però vinto da Madala che in chiusa produce la killing lead: atout! Ora non si riescono più a tagliare due cuori al morto, e non c’è chance alternativa. Il vantaggio risale a un più gradevole +27 a 9 board dalla fine.
Per risprofondare al board successivo:
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
In questa mano da swing la licita si ramifica al momento di decidere sulla difesa a 5 di Est-Ovest. Bocchi contra e incassa un down; Golebiowski, probabilmente pensando di prendersi un’assicurazione contro un 5
che non è del tutto certo di battere, chiama lo slam che viene contrato. L’impasse a
fila e 13 prese con annessi 15 MP prendono la strada di Wroclaw. Malgrado lo slam sia fortunato perché l’attacco Quadri batterebbe, bisogna riconoscere che qui hanno avuto ragione i nostri avversari a competere: infatti se l’impasse a
non fosse andato si sarebbero mantenuti i 5
all’altro tavolo. Siamo a +12 a metà gara, mentre allo stesso punto nell’altra semifinale lo score è piattissimo: 6-3 per i bulgari e Reggio a +16.
Al board 9 il divario si allarga subito a +18: in Ovest Duboin e Gawrys hanno J8763 –
K1096 –
10 –
1092 sull’apertura del compagno di 1SA. Gawrys decide di trattarla come una 4-4 e dice 2
, per finire a 2
; Duboin opta per la monocolore e trasferisce il 2
al compagno. Personalmente con la 5-4-3-1 preferisco la soluzione di Giorgio, sta di fatto che 2
vengono fatti e 2
no.
Altra vittoria di parziali al board 10: i polacchi per sistema non possono arrestarsi a 1 e a livello 2 vanno down, mentre in aperta Madala mantiene 1
. Il tutto avviene in zona, per cui ci troviamo ora a +25 e mancano solo sei mani.
Al board 11 il match di Reggio Emilia si anima, ma non nel senso sperato:
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Nella Semifinale di Reggio Emilia:
Tutti deducono troppe cose, in questa licita. Gunev dopo il barrage in appoggio di Mina piazza il singolo di quadri al compagno (ma perché non ottenere l’informazione dichiarando 5 su 5
e saltando la Cue Bid incriminata?) e spara lo slam alla cieca, per ritrovarsi con due perdenti nel seme di intervento avversario. Sta di fatto che Mina crede alla sua stessa bugia, rinuncia ad attaccare
e cerca fortuna a
dove un demonio tentatore gli ha messo in mano K-Q. Nanev fa cappotto e l’incontro va sul filo del rasoio: 81-76 per Reggio, ancora 5 mani.
Mentre al tavolo di Lavazza scorrono gradite mani pari, qui ogni MP può essere decisivo. Board 12, Aronov gioca 1SA e con una buona difesa Comella e Sabbatini lo battono di 2. Di là Gunev contra ma Basile indovina a fuggire a 2; Gunev contra di nuovo ma si va un down solo: mano pari!
Al board 13 però si va in parità: con Q82 –
A87 –
65 –
A8432, dopo l’apertura di 1
del compagno e l’intervento di 1
avversario Gunev dice 1SA e lo fa; Comella dice 2
che forse si farebbe, ma Sabatini con la quinta di
e due cartine a
toglie. Si finisce a 2SA infattibili e a tre mani dalla fine si ricomincia da capo: 81-81.
Vengono distribuiti cardiotonici ai tifosi emiliani e si continua. Mano 14:
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Allegra sale a +30 e chiude il conto: Duboin mantiene 3 senza problemi, all’altro tavolo Bocchi e Madala competono con 3
che verrebbero battuti da una promozione in atout, ma Gawrys insiste con 4
e va un down lui. Molta meno competizione nell’altro match dove vengono lasciati giocare ai bulgari 2
da una parte e 3
dall’altra, entrambi mantenuti, e ora siamo sotto: meno 6.
Ci vorrebbero mani da swing, ma purtroppo il finale è desolatamente piatto. Alla 15 Comella strappa una surlevée a 2 e riporta i suoi a -5. Esce la 16 dove bisognerebbe inventarsi con 21 semibilanciati una licita per arrivare a 4
non infattibili, perché i bulgari in chiusa si sono fermati a 3
+1. Con un filo di speranza seguiamo quindi la sequenza di Comella e Sabbatini, che però lasciano giocare 2
-1 agli avversari e questo mette fine alla contesa e alle speranze di Reggio: 88-82.
Allegra non ha certo avuto il vento in poppa: dopo un match molto ben giocato, alla prima decisione sbagliata si è ritrovato gli avversari a -12 a otto mani dalla fine. Qui è entrata in funzione la loro incredibile capacità di spremere MP da mani apparentemente anonime, la macchina che avevo già ammirato in funzione in molte fasi della finale del societario. 21 MP sparsi in 5 piccoli guadagni, per un meritatissimo finale di +33 (106-73).
Reggio Emilia ha comandato a lungo in un incontro combattuto e a tratti falloso. Credo che la sconfitta non sia meritata, e lo prova il fatto che la mano decisiva è risultata la 11 dell’ultimo turno, in cui i bulgari non avevano certo meritato granché il grosso guadagno ottenuto, visto che avevano chiamato slam con due perdenti sull’attacco. Ma ahimé a bridge sappiamo bene chi vince: non chi non sbaglia ma chi commette il penultimo errore…