Ti racconto… il primo tempo dell’incontro di Champions’ fra Italia e Polonia

Subito slam alla prima mano, per quanto non facile da licitare con 21 punti:
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
In chiusa i polacchi si fermano a 4 dopo l’intervento di Ferraro a 2
, ma Sementa li stuzzica contrando. Si rischia dunque di scrivere sullo score un numero insolito: per fortuna Ferraro sacrifica a 5
, ovviamente Contrate, per un 800 tondo tondo contro manche in prima.
La baracca viene salvata da Norberto e Agustin che, fra l’ammirazione dei commentatori di Vugraph, pennellano una sequenza molto convenzionale e approdano alle dodici prese. Si parte da +5.
Tra parentesi l’ottimo Slam viene chiamato anche nell’altra semifinale da Sabbatini–Comella, per quanto maggiormente sospinti dalla competizione avversaria… evidentemente in zona Slam “italians do it better”!
Ancora slam con poco (27) alla mano 3, ma più facile da individuare e da chiamare, e quindi mano pari, anzi +1 per Allegra perché Golebiowski decide misteriosamente di tenersi l’A per la mano successiva. (A proposito, chissà se gioca veramente lui visto che nelle formazioni è indicato come cng).
E in questo inizio indemoniato c’è di nuovo slam alla mano 4.
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Calma: c’è sì slam ma a condizione di indovinare la Q bilatera. La mano sarebbe stata elementare per Anna (la Dama sopra il Fante!): Tuczynski invece ama le complicazioni e costruisce una finta messa in mano per indurre Agustin a muovere il seme, ma l’italiano torna taglio e scarto senza un plisset. Molto emozionante il finale in Vugraph, con Tuczynski e Sementa alle ultime carte simultaneamente impegnati a cogitare sulla figura. Poi Antonio indovina e l’altro no, pazienza… 🙂 e il punteggio dopo 4 board mozzafiato si assesta confortevolmente sul 23 a 0. Lo slam viene chiamato e fatto anche a entrambi i tavoli dell’incontro di Reggio Emilia, dove i nostri conducono 11 a 1.
Alla mano 7 bisognerebbe giocare il SA debole per arrivare a 4 dalla parte corta evitando una killing lead che apre un taglio, ma nessuna delle due coppie è attrezzata alla bisogna. Anche qui italians do it better, perché si dovrebbe cadere di 2 ma Sementa batte di 3 aprendo un terzo taglio, mentre Sabbatini con giustificato pessimismo rinuncia a tutti gli impasse e di tagli ne prende uno solo.
Dopo queste tre mani di calma ricomincia la mareggiata di slam e questa volta Allegra ci lascia qualche piuma. Due spiccioli alla 8 perché in situazione di doppio fit i polacchi scelgono il nobile, parecchio di più alla 9.
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Slam molto bello e ben chiamato da Ferraro e Sementa sul barrage polacco a 3, ma condannato dalla sfortunata posizione delle atout. All’altro tavolo Madala toglie ancora più spazio sbarrando a 4
e mettendo in difficoltà Klukowski che forse un po’ frettolosamente chiude a un pusillanime 5
: con fit quinto e tutte le cuebid ci stava magari un 4SA, ma il risultato premia la sua prudenza. Tra andare e venire 24 MP persi immeritatamente, e siamo sempre in vantaggio ma di +12 (26 a 14).
Nell’altra semifinale grosso guadagno di Reggio Emilia, perché mentre Carla Gianardi si ferma a un giudizioso 5 (tifoso io? Ma quando mai?) all’altro tavolo Aronov sul solito 3
ha la bella idea di contrare (accettabile), e sul 4
del compagno gli viene l’idea ancora più luminosa di giocarsi manche nel moysian fit ignorando il fit decimo. Due down e Reggio Emilia avanti 27 a 5, che al board successivo diventano 34 a 5 per una battaglia di parziali vinta.
Qualche spicciolo qua e là, 7 MP persi da Reggio alla 12 per una manche distribuzionale non chiamata, e un altro slam alla 13:
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Lo slam viene chiamato per inerzia a entrambi i tavoli sul barrage a 3. Il 4
di Ferraro è bicolore con le Cuori; in chiusa Tuczynski al compagno di scegliere un minore a livello 5 (credo) e Klukowski per tutta risposta si mette in sequenza di grande, che per fortuna il compagno disdegna.
Nell’altra semifinale a entrambi i tavoli si sottoapre a livello 2, e questo sembrerebbe lasciare più spazio. Ma Gianardi e Fornaciari si fermano a 5 (forse troppo prudente la chiusura di Carla, che ha a disposizione un 4 piuttosto esplicativo sull’appoggio a 4
del compagno). Sarebbe invece opportuno sciogliere Aronov dal solenne voto che fece molti anni fa di non giocare mai in un minore con fit 5-5. La conclusione a 6
sembra ammissibile solo in Mitchell ma ahimé il contratto si mantiene ugualmente: l’attacco atout di Sabbatini non disturba certo però la mano si dovrebbe portare a casa in ogni modo. Reggio riduce quindi il suo vantaggio a +8 (34-26).
Alla 16 i polacchi sbarellano un po’:
Sala Aperta:
Sala Chiusa:
Golebiowski probabilmente chiude a strappo per fermare l’esuberanza del compagno, ma ottiene esattamente l’effetto contrario e il livello di sicurezza di manche viene travalicato. All’altro tavolo Madala, che ben sa con cosa possa aprire di 1SA debole il compagno (a dire il vero il SA di Bocchi–Madala è fortemente influenzato da posizione e zona, quindi ovviamente più serio in seconda sedia), si fa passare tutte le fantasie e chiude rapido e corretto a 3SA per dieci facili prese. Il tempo, decisamente ben giocato dai nostri, si conclude quindi a +24 (40 a 16).
Reggio Emilia prende purtroppo un’ultima sberla al board 15, in cui Gunev gioca 4 con un po’ di impasse da indovinare e viene facilitato da Fornaciari che rivela la situazione in un seme critico (aiuto probabilmente non decisivo perché nell’altra semifinale entrambi i dichiaranti hanno comunque mantenuto); di là i reggiani si fermano a 3
e Comella sbaglia con metodo tutti gli impasse e va addirittura down. Questo permette ai bulgari un sorpasso in extremis (38 a 34), e lascia l’incontro (che mi è sembrato un po’ falloso da entrambe le parti) ancora tutto da giocare.