
Gradirei un parere su una decisione arbitrale che mi riguarda.
La mia mano e quella del compagno:
A
63
AQ832
AJ1042
J104
754
K10954
63
La licita:
12
= sottoapertura Bic. Minore
Era mia intenzione rialzare la scelta del compagno ma ovviamente non ho avuto la possibilità.
L’Arbitro, chiamato dagli avversari, ha dapprima attribuito a noi il 50% ed agli avversari il 60% impostandolo sulla bridgemate.
Poi, poiché io non ero d’accordo e dichiaravo che avrei fatto ricorso, ha cambiato parere attribuendo a noi il 40% ed agli avversari il 60% reimpostando la bridgemate. Esclamando poi:
“Volevo essere clemente ma, visto che protesti, ti applico il regolamento.”
Mi pare un comportamento scorretto.
Non posso dissentire, eventualmente a torto?
Nel merito penso che a favore della coppia eventualmente danneggiata si dovesse togliere il Contro ed a noi attribuire il risultato senza Contro (Top) meno il 10%
In attesa di cortese risposta
Cordiali saluti
Vittorio Pallotti (PLC002, Bridge Bologna)
Caro Vittorio,
nella Sua lettera non viene esplicitato quale sia la ragione delle proteste avversarie, né le motivazioni alla base della decisione arbitrale.
Posso solo dedurre che le stia stata rinfacciata la non aderenza della mano alla spiegazione fornita dal compagno, ma:
– non mi dice se ad essere sbagliata fosse la spiegazione, o se, invece, sia stato Lei a deviare deliberatamente dagli accordi di coppia, e;
– non mi dice se ci fosse una qualche documentazione (Carta delle Convenzioni o Sistema) a supporto dell’una, come dell’altra tesi di cui al punto precedente, e
– non ci sono le carte degli avversari, e dunque non mi è dato sapere se il contro fosse slegato dalla spiegazione (ovvero automatico sia con l’una, che con l’altra spiegazione delle due possibili), oppure dipendente da essa, oppure, ancora, molto tirato, e financo molto dubbio.
In sostanza, quindi, in attesa delle necessarie precisazioni, solo questo posso dirle: che 50%/60% sarebbe stato un punteggio illegale.
Cordiali Saluti,
Maurizio Di Sacco
Grazie per la risposta. Posso precisare:
le carte dell’avversario alla mia sinistra, contrante, rilevate dal sito, erano:
KQ873
Q982
7
KQ5 tutti in zona
Il mio compagno Alertò e diede la spiegazione giusta da sistema. Io sono uscito volontariamente dallo schema senza pensare che potevo ingannare gli avversari. Volevo poi rialzare la scelta del compagno.
Non c’era accordo col partner su questo.
Egli licitò 5 per fare sbarramento.
Il top dello score era 600, 5 lisce.
Ora io ho due quesiti:
Non si doveva attribuire a noi il 90% del top, cioè 540?
Più importante: non è insultante l’atteggiamento dell’Arbitro che cambia la decisione per punizione (metaforica bacchettata sulle dita) avendo io osato dichiararmi non d’accordo e l’intenzione di ricorrere?
Cordiali saluti ,
Vittorio
Caro Vittorio,
le precisazioni mi permettono allora di affermare che la decisione arbitrale (40%/60%, e non 50%/60%) era del tutto in linea con la normativa vigente. Questo recita infatti l’Appendice 2 (Normativa delle Psichiche), punto 2., delle Norme Integrative:
2. Restrizioni
a) Nelle competizioni a coppie, è fatto divieto di effettuare psichiche di aperture convenzionali. Nel caso che ci sia una violazione di questa norma, l’Arbitro interverrà a favore della linea innocente ove, e nella misura in cui, la coppia innocente abbia subito un danno quale diretta conseguenza dell’infrazione. In altre parole, l’Arbitro ristabilirà l’equità, risolvendo naturalmente ogni dubbio a favore della coppia innocente.
Ricordando ora che “psichica” è definita una volontaria, macroscopica deviazione dagli accordi di coppia, è ovvio come la Sua apertura rientra nella definizione di cui sopra. È infatti lontanissima dai valori di una sotto apertura (è anzi una mano forte), ed ha rappresentato, per sua stessa (leale) ammissione un atto volontario.
In tali casi, l’Articolo 12 del Codice di Gara ci dice (in estrema sintesi) che ai fini di ristabilire l’equità, ovvero al fine di rispettare il dettato di cui alla Normativa precedente, l’Arbitro deve chiedersi che cosa sarebbe successo senza l’infrazione. Quando questa domanda riporti le lancette della mano in esame all’inizio della fase licitativa, è pressoché impossibile dare una risposta certa, per cui, se si può affermare che Lei avrebbe certamente aperto a livello di uno, non è però possibile ricostruire in dettaglio che cosa sarebbe accaduto dopo. Questa situazione di irrisolvibile ambiguità, richiede allora l’applicazione di 12A2,
2. L’Arbitro attribuisce un punteggio arbitrale artificiale se non può essere effettuata alcuna rettifica che permetta il normale gioco della mano (vedi C2 successivo).
12C1D
(d) Se le diverse possibilità sono numerose oppure non ovvie, l’Arbitro potrà assegnare un punteggio arbitrale artificiale.
E infine 12C2a
2. (a) Quando, a causa di una irregolarità, non possa essere ottenuto alcun risultato [vedi anche C1(d)], l’Arbitro attribuirà un punteggio arbitrale artificiale in funzione della responsabilità per l’irregolarità commessa: sotto media (nei tornei a coppie, un massimo del 40% dei punti disponibili) al concorrente direttamente in difetto; media (50% nei tornei a coppie) al concorrente solo parzialmente in difetto; sopra media (nei tornei a coppie, almeno il 60% dei punti disponibili) al concorrente che non sia in alcun modo colpevole.
Come vede, essendo la Sua linea direttamente in difetto, il punteggio da assegnare era pari al 40%, come era 60% quanto di spettanza dei Suoi avversari (“concorrente in alcun modo colpevole”).
Per quanto attinente al cambio di decisione dell’Arbitro a fini “punitivi”, non posso che stigmatizzarlo, quanto meno per quanto attinente la metodologia utilizzata. Aveva infatti sbagliato nell’assegnare il primo punteggio (come diffusamente spiegato), e perché se voleva punirLa per le troppo vibrate proteste, lo strumento da utilizzarsi era altro, ovvero l’assegnazione di una penalità procedurale a carattere disciplinare, potere che il Codice assegna all’Arbitro in esclusiva (ovvero non è sindacabile da alcuno), come recita l’Articolo 91 del Codice di Gara, paragrafo A:
ARTICOLO 91 – PENALIZZARE O SOSPENDERE
A. Poteri dell’Arbitro
Nell’adempimento delle sue funzioni relative al mantenere l’ordine e la disciplina, l’Arbitro è investito del potere di assegnare penalità disciplinari in punti, o di sospendere un concorrente per la sessione in corso o parte di essa. La decisione dell’Arbitro presa nell’ambito di questa clausola è definitiva, e non può essere modificata da un comitato di appello (vedi Articolo 93 del Codice di Gara, paragrafo B3).
[…]
Ciò necessariamente premesso, per quanto relativo alla liceità dell’atteggiamento dell’Arbitro, non posso però che aggiungere anche che io non amo per niente comportamenti autoritari quali quello descritto. I giocatori non vanno educati a suon di penalità, ma con la forza della conoscenza e della spiegazione di norme e regolamenti, in sintesi, per il tramite dell’autorevolezza, che si ottiene, e non si impone.
Cordiali Saluti,
Maurizio Di Sacco