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Accordo sulle prese vinte

accordo_prese_art2Non di rado, si verifica una situazione la quale può portare a seri problemi per l’arbitro, e creare problematiche sgradevoli: i giocatori si erano originariamente accordati su un risultato, ma poi (il “quando” ha un notevole rilievo, per cui dovremo vedere in dettaglio le diverse possibilità), per iniziativa di una delle due parti – a volte di un solo giocatore di una coppia – viene richiesta una modifica di quell’accordo. Tecnicamente, si dice che “viene ritirato l’accordo sul numero di prese”.

Cominciamo ad inquadrare la questione nel corretto alveo regolamentare, rappresentato dall’Articolo 79 del Codice di Gara:

ARTICOLO 79 – PRESE VINTE
A. Accordo sulle prese vinte
1. Il numero delle prese vinte dovrà essere accordato prima che tutte e quattro le mani siano riposte nel board.
2. Un giocatore non deve accettare consapevolmente né un punteggio che sia conseguenza di una presa che la propria linea non abbia vinto, né la concessione di una presa che i suoi avversari non potrebbero perdere.
B. Disaccordo sulle prese vinte
Se successivamente si crea un disaccordo, deve essere chiamato l’Arbitro, quindi:
1. L’Arbitro determina se ci sia stata una richiesta o una concessione e, se è così, trova applicazione l’Articolo 69 del Codice di Gara.
2. Nel caso il punto 1 non trovi applicazione, l’Arbitro decide quale sia il punteggio da registrare. Se l’Arbitro non viene chiamato prima che termini il round, egli prende una decisione, in accordo con il punto C seguente o con l’Articolo 87 del Codice di Gara, se applicabile, ma non vi sarà alcun obbligo di incrementare il punteggio di una linea.
C. Errore nel punteggio
1. Un errore nel calcolo o nella registrazione di un risultato concordato, commesso sia da un giocatore sia da un addetto ai risultati, può essere corretto fino alla scadenza del periodo di tempo specificato dall’Organizzatore della Competizione. A meno che l’Organizzatore della Competizione non specifichi un tempo maggiore (può essere stabilito un periodo più breve quando lo richieda la speciale natura della competizione), questo periodo per le correzioni scade 30 minuti dopo che il punteggio ufficiale sia stato reso disponibile per il controllo.
2. I Regolamenti possono prevedere casi nei quali un errore di segnatura possa essere corretto oltre il termine del Periodo per le Correzioni, qualora l’Arbitro e l’Organizzatore della Competizione siano entrambi persuasi oltre ogni ragionevole dubbio che la registrazione fosse erronea.

[quote align=”left” color=”#124074″]L’accordo va raggiunto prima di riporre le carte[/quote]
Il Punto A1 è di per sé già cruciale: l’accordo dovrebbe essere raggiunto prima che le carte vengano riposte. Questo perché, come è ovvio, se una disputa dovesse sorgere in questa fase, sarebbe allora (spesso) possibile ricostruire il gioco con l’ausilio delle carte (i meccanismi li tralascio qui, perché ultronei rispetto all’argomento, ma vedi in merito l’Articolo 65 del Codice di Gara paragrafo D e l’Articolo 66 del Codice di Gara paragrafo D).

[quote align=”left” color=”#124074″]Accettare a proprio vantaggio un accordo falso è grave quanto rubare.[/quote]Il punto A2 invece – il cui principio riecheggerà in seguito – enuncia un fondamentale principio etico: accettare un accordo che si sa falso, a proprio vantaggio, è tanto grave quanto rubare, sic et simpliciter.

B1 è strettamente tecnico: qualche volta l’accordo riguarderà una richiesta, o concessione di prese: se così fosse, non è qui che si deve leggere, ma bisognerà invece fare riferimento all’Articolo 69 del Codice di Gara (e poi, se del caso, all’Articolo 70 del Codice di Gara e all’Articolo 71 del Codice di Gara).

B2 è invece il cuore del nostro problema: con un occhio a C per quello che riguarda la tempistica, l’arbitro deve prendere una decisione. Il richiamo all’Articolo 87 del Codice di Gara è anch’esso un tecnicismo: se si scopre che il problema era un board non conforme – l’accordo è stato ritirato, per esempio, perché ci si è accorti, guardando il diagramma della mano al termine del gioco, che le carte sembrano essere non corrispondenti allo stesso – quello sarà allora l’Articolo di riferimento.
Attenzione al linguaggio usato: non vi è alcuna garanzia che l’arbitro accetterà il ritiro dell’accordo. Sembra un’ovvietà, ma vale la pena di essere indagata meglio. Ciò che è ovvio, è che l’arbitro non possa semplicemente accettare per valide le affermazioni in merito della coppia che voglia ritirare il suo accordo.

[quote align=”left” color=”#124074″]L’arbitro non può mai annullare un board[/quote]Meno ovvio, è che non possa semplicemente lavarsene le mani – sarebbe gravissimo – perché la linea precedente dice che deve prendere una decisione. Poiché un risultato è già stato concordato, non può esimersi dal decidere se sussistano elementi per modificarlo, oppure no: tertium non datur. Annullare il board, azione la quale mi viene ogni tanto purtroppo riferita, non è quindi nel potere dell’arbitro: è illegale; il tipo di azione la quale sarebbe cassata dal Collegio Nazionale Gare, perché rientra nella rara fattispecie di errore tecnico.

Oltre ad essere illegale, ha anche altri due aspetti gravemente negativi:
– Nel comportarsi così, l’arbitro si assicura di commettere un’ingiustizia, al 100%, dove tirando una moneta – ma non è questo il principio da applicarsi – le probabilità di sbagliare sarebbero del 50%.
– In questo modo, lungi dal dare l’idea di un essere un bonario compositore di dispute, passerà inevitabilmente per tendente all’ignavia, perdendo così nell’immediato il controllo della situazione, nel lungo periodo la sua autorevolezza, e con quella la stima dei suoi giocatori.

[quote align=”left” color=”#124074″]A chi vuole ritirare l’accordo spetta dimostrarne i motivi[/quote]Vediamo ora di giustificare l’affermazione fatta in precedenza in merito all’erroneità del lanciare una moneta, non tanto – ed è elementare – in senso pratico, quanto figurato. Ricordiamo che un accordo già esiste, e dunque l’arbitro non deve decidere tanto chi abbia ragione, quanto se i reclamanti siano stati in grado di fornire prove sufficienti a sostegno della loro tesi. In altre parole, chi intenda ritirare il proprio accordo, è soggetto all’onere della prova, perché in assenza di evidenza del contrario, l’arbitro dovrà lasciare in atto l’accordo esistente, ed il relativo risultato. Il perché sia così è banale: di norma non saranno più disponibili le carte per l’ispezione, e dunque ci sarà una qualche difficoltà nel ricostruire gli eventi, per cui in assenza di ragionevoli certezze, si dovrà fare riferimento a quanto già consolidato.

Fondamentale, in questa fase, è sottolineare – qui e da parte dell’arbitro nell’ambito preliminare del suo intervento – come sia richiesta la collaborazione di tutti. Un giocatore non può trincerarsi dietro a un “non ricordo”, perché questo, come abbiamo visto, confligge col punto A2. Se questo dovesse tuttavia accadere, l’arbitro farà bene a specificare che in assenza di cooperazione, ricostruirà allora i fatti col solo ausilio dell’altro partito, e non accetterà in seguito altri contributi. Nel fare questa affermazione, l’arbitro non dovrà essere in alcun modo autoritario, né nei termini, né nei modi (innanzitutto nel tono di voce, ma ogni parte del linguaggio del corpo gioca qui un ruolo), ma semplicemente citare la legge ed i suoi principi, con calma e nettezza, accertandosi che tutti abbiano capito (come dicono gli inglesi, facendo attenzione ad avere “eye contact” – contatto visivo – con ciascuno dei convenuti.

[quote align=”left” color=”#124074″]30 minuti di tempo dalla fine della gara per ritirare l’accordo[/quote]Veniamo ora a C, cominciando da C1, punto relativamente al quale c’è grande confusione sia tra i giocatori che, ahimè, tra gli arbitri: il diritto di ritirare un accordo sul numero di prese vinte, lungi dallo spirare con il cambio (in un torneo a coppie), né tantomeno alla fine della sessione (del torneo, di norma), scade soltanto mezz’ora dopo la fine del tempo ufficiale di gioco (per essere precisi: generalmente, mezz’ora dopo il termine ufficiale di gioco, ma per quei tavoli che abbiano terminato dopo tale limite, i trenta minuti andranno calcolati da quel momento in poi; cfr. Articolo 08 del Codice di Gara, paragrafo C). Questo termine poi è soggetto ad essere ulteriormente esteso (come dice la nota 48, l’accorciamento è previsto solo in casi eccezionali) a discrezione dell’Organizzazione Responsabile (cfr. Articolo 80 del Codice di Gara, paragrafo B).

[quote align=”left” color=”#124074″]E’ possibile cambiare risultato il giorno dopo?[/quote]C2 è un punto non di poco conto. Vediamo innanzitutto di capire, con un banale esempio pratico, a che cosa si riferisce: il giorno dopo una sessione, una coppia chiede di ritirare un proprio accordo. In merito, la prassi italiana vuole, per cominciare, che tale richiesta venga presa in considerazione solo se non ostino problemi organizzativi (ad esempio, non si potrà intervenire se il problema riguarda la semifinale di una manifestazione della quale sia iniziata la finale).
Dopo di ciò, bisogna leggere con attenzione il contenuto dell’Articolo: prima di tutto, perché la modifica venga accordata, ci vogliono il concorso dell’arbitro e dell’Organizzazione. Poi, perché questo avvenga dovrà essere stato dissipato ogni ragionevole dubbio. Questo sarà all’incirca automatico nel caso di errori legati alla vulnerabilità, o di risultati palesemente inconsistenti con il resto degli altri (nel primo caso, rientrerà, per esempio, un 980 per 6Picche fatte, assegnato ad una coppia in zona; nel secondo, un 430 in E/O per 3SA+1, dove tutta Italia – nel caso di un Simultaneo – ha giocato 3SA in N/S, con 29 punti sulla linea; tuttavia, in quest’ultima circostanza ci si dovrà preliminarmente assicurare che le carte non fossero invertite, o che non siano state estratte alla rovescia [N/S hanno preso le carte di E/O e viceversa]). Non così, invece, in casi dove debbano far fede le affermazioni dei contendenti, per concordanti che siano, e questo per scongiurare la malaugurata circostanza di giocatori che vogliano favorire una coppia – o squadra – di amici una volta che il risultato finale sia conosciuto. L’arbitro, quindi, in tali casi dovrà preliminarmente controllare quale impatto avrebbe la modifica, e poi procedere, di concerto con l’Organizzatore, ad un’analisi della mano e delle circostanze quali riferite dai protagonisti. In generale, però, una modifica di questo tipo non verrà permessa.

Maurizio Di Sacco

Maurizio Di Sacco (DSZ003, Bridge Villa Fabbriche) è Arbitro Capo di FIGB, WBF, EBL, CAC (Center American & Caribbean), CSB (Confederation Sudamericana De Bridge) e Direttore della Scuola Arbitrale di FIGB ed EBL. Anche membro del WBF Laws Committee, Maurizio è uno dei più autorevoli arbitri del mondo. Anche il suo palmares come giocatore è più che invidiabile: ha giocato ai massimi livelli fino al 2002, conquistando a livello nazionale un titolo italiano, un argento in eccellenza, diversi piazzamenti in Coppa Italia e numerosi primi posti in tornei naizonali. A livello internazionale ha raggiunto la finale di un Campionato Mondiale e di uno Europeo.

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