Molto rumore per nulla

Un pareggio a colpi di capolavori
Assoluti a Squadre 2013. La felice trasformazione di questi Campionati in evento ha spostato temporaneamente l’attenzione sulle importanti manifestazioni collaterali, facendo passare in secondo piano il tavolo e le sue 13 storie in 8 minuti per 144 volte.
Ma il Bridge non ha bisogno di sgomitare e, volenti o nolenti, si fa strada da solo.
Come definireste un incontro in cui ci sono due grandi Slam di fila, chiamati solo da una parte e realizzati da una nostra bandiera con manovre da applausi, l’immediata risposta tramite un piccolo Slam mantenuto sulla compressione e caduto nell’altra sala, uno stop a parziale a fronte di una manche contrata e stesa?
Direste che è un match frizzante, allegro, scoppiettante? Sì, forse sì, ma specialmente… pari.
Parità totale, anche di IMP, e tutti a casa.
Considerate pure che stiamo parlando dell’incontro tra le due formazioni che, dopo un paio di giorni, avrebbero chiuso con oro e argento, primo e secondo posto.
Nel secondo turno di gara si sono scontrati i team Angelini (Francesco Angelini, Leonardo Cima, Valerio Giubilo, Lorenzo Lauria, Federico Primavera, Alfredo Versace) e Vinci (Francesco Saverio Vinci, Michel Bessis, Thomas Bessis, Fulvio Fantoni, Fabrizio Hugony, Claudio Nunes).
Sfolgorio di stelle e di talenti, capitani giocatori in campo nella stessa sala, ambizioni che non scendono sotto il successo completo dall’una e dall’altra parte.
Un solo IMP nelle tre mani iniziali in fotocopia, una surlevée, e poi arriva la prima botta:
L’eventuale apertura in barrage a 3 di Ovest non facilita il dialogo di N/S, non fosse altro per tutti i livelli bruciati dal verticale e improvviso innalzamento iniziale della licita.
Questi gradini, apparentemente non essenziali nel caso di Manche, sono fondamentali per la precisione necessaria ad attingere contratti di vertice.
A guardare lo score esteso di tutte le serie, problemi ce ne sono stati, con alcune frenate improvvise a manche. Una di queste si è verificata nella Sala Chiusa dell’incontro in argomento, in cui Fabrizio Hugony e Francesco Saverio Vinci hanno giocato 4SA+3, un tentativo naufragato.
Sentiamo cosa è successo dall’altra parte dalla viva voce di uno dei Campioni in campo, Leonardo Cima.
“Ecco come siamo arrivati a chiamare il Grande con Lorenzo:
2 = 18-19 Bilanciati
2 = Transfert per le
o Monocolori da Slam escluso
4 = Monocolore di
da Slam
4 = Accettazione delle
con almeno un onore secondo
4SA = RKCB con Atout
5 = 1 o 4 Carte Chiave
Attacco 7.
Vinto al morto con il K secco, Lorenzo ha proseguito con tre giri d’Atout, Fiori per la mano,
A,
taglio e… Claim!
Proiettiamoci nel finale a quattro carte che Lorenzo aveva già preannunciato reclamando:
Avendo visto la distribuzione sia delle che delle Atout il doppio squeeze è automatico.
Sull’ultima Atout del morto Ovest deve tenere una (e in ogni caso la sua mano è contata al millimetro), Nord scarta il
6 ed Est deve conservare la
Q. Morale della favola, non c’è nessuno in grado di reggere a
.
Considerate che Lauria ha decisamente indovinato a sopravvalutare la mano, aprendo di 2, invece che di 1SA, con 17 molto belli. Se Nunes avesse aperto di 3
primo di mano, è difficile ipotizzare cosa sarebbe accaduto.
Nella fattispecie, comunque, ho spinto al grande Slam proprio in virtù dell’interferenza che, di solito, facilita giochi di fine mano o l’eventuale riuscita dell’impasse a che, nella realtà, era praticamente a carte viste dopo aver contato in maniera aritmetica la mano.”
Riprendo la tastiera solo per comunicarvi che sono stati 16 IMP per Angelini.
Subito dopo, e quando dico subito dopo vuol dire subito dopo…
Contrariamente al precedente, qui gli avversari scompaiono.
Il signor Nord e il signor Sud hanno tempo, spazio e modo per arrivare dove vogliono. Il fatto è, dove vogliono arrivare (sto sulla china pericolosa di Totò con il suo inflazionato: “Per andare per dove dobbiamo andare…”).
Perché se vi dessero in gestione temporanea le carte in verticale, e vi fermaste all’onesto contratto di 6, come successo in chiusa ad Hugony/Vinci, nessuno vi direbbe niente, i compagni sarebbero contenti perché non avete mancato il Piccolo, voi sareste soddisfatti e tutti sorriderebbero, avversari esclusi.
Ma se per caso o per avventura tagliaste il traguardo con il cartellino del 7 in mano, la cosa si farebbe di molto più seria.
Credo non ci sia di meglio che restituire la parola al nostro inviato molto speciale, Leonardo Cima. Ci spiegherà di nuovo come la sua coppia ha raggiunto la cima licitativa della mano (sì ho usato apposta Cima e poi cima. D’altronde mi chiamo Broccoli, sono titolato a scherzare sui cognomi).
“Nemmeno il tempo di accantonare il board del 7 ed ecco che si presenta un’altra mano suscettibile di spostare una quantità industriale di IMP. Vediamo come l’abbiamo licitata:
2 = Forzante a Manche
2 = Relay Bilanciato o le
3 = Transfert per 3SA, senza Fit a
, Sbilanciato
3SA = Mano minima, monocolore, 3 o 4 perdenti
4 = Fissa Atout
4 = Cue Bid
4 = Cue Bid
4SA = RKCB con Atout
5 = 1 Carta Chiave
5 = Ci sono tutti gli Assi e la
Q
6 =
K, giochiamo almeno 6SA
Attacco Q.
Lorenzo ha vinto con l’Asso in mano e ha proseguito con tre giri di Atout, scartando una al morto. Dopo aver incassato
AK, per lo scarto di una
, ha tagliato una
in mano e ha battuto Atout fino ad arrivare a questo finale:
Sull’ultima Atout E/O sono irrimediabilmente compressi.”
Eccomi di nuovo. Vediamo come e perché.
Il 6 di Nord costringe Est a divorziare da una
perché, con il
9 al morto, bisogna conservare il
J.
Il morto scarta proprio l’ormai inutile 9 che, svolta la sua funzione di minaccia, si ritira in buon ordine.
Vogliamo parlare di Ovest, ora? Vogliamo dire che c’è ancora il
9 al morto, ragion per cui non può dare via il
J? Vogliamo dire che allora si disfa di una
e che il dichiarante realizza la tredicesima presa coll’
8?
E diciamolo, dai, aggiungendo anche che sono 13 IMP per Angelini.
Cima: “Altra indovinata di Lauria che con una mano al limite ha deciso di aprire di 2 e successivamente non si è accontentato di 6SA ma ha optato per il Grande Slam a
confidando in un altro gioco di fine mano. +30 IMP per Angelini.”
Il suono melodioso della compressione non si sarebbe sentito se Fantoni, in Est, avesse intavolato una in attacco. Codesto inizio, nella fattispecie, trancia i collegamenti e l’equilibrio del fragile grande Slam si rompe immediatamente.
Ma Fantoni, per la fortuna della storia, ha effettuato il naturale attacco di Q.
I conti, però, si fanno per le scale.
E infatti…
Nelle due sale viene raggiunto il contratto di 6. Angelini, in Chiusa, dopo l’attacco
10 di Sud si affida all’impasse al
K. Non va. E questa presa si somma all’Asso d’atout. 6
-1.
Stesso attacco in Aperta. Vediamo la situazione del colore. Ora, con il successivo impasse al 9 di Sud, non si perdono prese nel colore. Basta? Naaa. Ci rimane da sistemare la
. Impasse, cos’altro? Naaa, niente impasse, non si passa alla storia facendo gli impasse. Meglio la nota magica di prima: “Compressione”.
Guardate il finale:
Sul 6 del dichiarante, a Sud non resta che seccarsi il
K fischiettando per non dare nell’occhio, ma se Est ha deciso che di compressione si tratta, l’
A raccoglierà lo sfiduciato monarca nel colore. Così è stato e 17 IMP sono tornati dai campioni in carica e, di lì a poco, detentori del titolo.
Lauria e Cima, N/S in Aperta, si sono fermati a 3, realizzando esattamente quanto dovuto dopo l’attacco
A.
Nell’altra sala, invece, Hugony e Vinci sono arrivati al più impegnativo contratto di Manche, che la difesa ha ritenuto di contrare.
Vi dico una cosa, indovinando le si fanno 10 prese e Hugony, dopo lo stesso attacco dell’Aperta, le ha allineate portando 10 IMP alla propria Squadra.
Aggiungete due spicci spostati da prese e arriviamo alla parità perfetta di 30 a 30 in IMP pari a 15 pari in VP.
Molto rumore per nulla. Be’, proprio nulla non si può dire.
Ecco lo score:
A proposito di grandi Slam. Il campionato Signore si è chiuso con un brivido. Le genovesi di Martellini (Chiara Martellini, Silvia Martellini, Marina Causa, Emanuela Fusari, Sondra Gianino, Pinella Valenza Prato), per vincere, hanno fatto “All in” proprio all’ultima mano, la 144esima. Era in vantaggio di poco la squadra Falciai (Claudia Castignani, Angela Dossena, Enrica Francescangeli, Angela Mainardi, Giovanna Piccioni, Antonella Soresini), ma le 52 carte finali potevano spostare il necessario.
A Genova sarebbe bastato chiamare lo Slam con queste carte:
Le avversarie, per la squadra Fornaciari, si erano fermate a 4 realizzando 12 levée sul mancato attacco
. Nell’altra Sala, fuori tempo massimo, Silvia e Chiara Martellini hanno giocato decisamente la sicurezza raggiungendo la vetta di 7
, per un guadagno di 14 IMP che si è tradotto in almeno un paio di VP, quelli sufficienti per vincere il titolo con 1VP di distacco. Se fossero finite a pari merito avrebbero avuto lo stesso diritto all’oro per aver vinto di misura l’incontro diretto contro Falciai.