EditorialiHomeIn EvidenzaOpinioni

Così il Bridge ha aiutato il Progetto Axé

Parte dell’incasso del concerto che Fiorella Mannoia ha tenuto Sabato 27 Aprile 2013 in occasione dei Campionati Assoluti a Squadre sarà devoluto al Progetto Axé.
L’Associazione Axé Italia Onlus si occupa di recuperare i ragazzi e i bambini brasiliani di strada, accattivandosi il loro interesse con lezioni di arte (danza, capoeira, musica, arti visive, moda) per poi coinvolgerli in un progetto più ampio, che mira a reintegrarli nelle scuole e a insegnare loro a lottare per essere padroni del proprio futuro.
Grazie al sodalizio fra la FIGB e l’Associazione Axé Italia, presto anche il Bridge potrebbe fare il suo ingresso fra le attività pedagogiche praticate negli edifici dell’Associazione.

Un progetto Made in Italy

De Florio La RoccaSono trascorsi ormai 47 anni da quando Cesare De Florio La Rocca, un avvocato originario di Firenze, visita per la prima volta il Brasile. Scopre nelle strade condizioni di vita dure per gli adulti e durissime per i bambini, intrappolati dalla nascita in un percorso di criminalità e violenza.
Cesare comincia ad occuparsi di questa realtà e nel 1990 fonda l’Associazione Axé Italia.

Il fondatore spiega in un video la missione dell’Associazione:

“La prima cosa da restituire a questi bambini è la verità.
La verità è che esiste una vita diversa da quella che conoscono. Quando riusciamo a consegnare loro questa convinzione, allora finalmente sono in grado di ricevere, e quando una persona è in grado di ricevere diventa in grado anche di dare.”

Prendere l’autobus

Axé Autobus Un autobus colorato gira per le strade e le piazze di Salvador, ripetendo le stesse fermate con cadenza settimanale.
I bambini si avvicinano incuriositi al mezzo, ma degli adulti hanno ancora paura. Gli educatori li lasciano guardare, solo al momento giusto li invitano a salire.

“Ti va di fare un disegno?” dice in un video uno degli educatori a un ragazzino con lo sguardo da adulto.
“Sei molto bravo, hai del talento. Facciamo così: ti lascio i pennarelli, poi domani li riporti e finisci di colorare.”

Chissà se si tratta davvero di fiducia o solo di speranza. Comunque, pian piano l’autobus diventa un appuntamento.

Al momento giusto viene proposto al bambino e alla sua famiglia un contratto: si impegnerà a frequentare la scuola e a studiare, mentre  I volontari del Progetto Axé si occuperanno di lui. Tutti i giorni lo accompagneranno a scuola, lo andranno a prendere, lo porteranno nell’edificio di Axé, lo aiuteranno a fare i compiti, mangerà con gli altri bambini e poi, la sera, lo riporteranno a casa.

Un ritorno alla scuola, alla vita, ma anche alla famiglia, perché anche fra i suoi affetti possa seminare speranza e risorse.

Axé Educatore

Perdere l’autobus

Nella sola Salvador ogni fine settimana muoiono in media 25 ragazzi sotto i 30 anni. Un’autentica strage, se consideriamo che questa città nella regione Nord Orientale del Brasile conta due milioni e seicentomila abitanti, meno della nostra Roma.

A causa di una legge in vigore in Brasile, che nega la responsabilità penale sotto i 18 anni, le organizzazioni criminali considerano i minorenni una propria risorsa.
Storditi dalla droga (in media un bambino di strada si avvicina al crack intorno ai dieci anni), i ragazzini vengono sfruttati come delinquenti ed eliminati quando diventano inutili o scomodi.

Diego Jesus de Cunha

Diego Jesus de Cunha è un bambino di strada. Suo fratello, però, è già stato salvato da Axé e così anche Diego a 9 anni si iscrive al progetto ed entra nell’Unità di Danza.

Axé Diego“Pochi mesi dopo aver cominciato a frequentare il Centro Axé mi sono reso conto che la mia vita era totalmente cambiata. Prima ero sulla strada, ora invece mi dedicavo allo studio della danza e di tutte le altre materie che mi insegnavano.”

Nel 2004 Diego viene ammesso alla Compagnia di Danza del Progetto Axé e solo una settimana più tardi il suo insegnante Ivete Ramos lo convoca per uno spettacolo in Italia.
Seguono altri spettacoli in Brasile, finché, nel 2006, Diego tenta un’audizione alla scuola del Teatro Bolshoi e si ritrova fra i finalisti. Ottiene una borsa di studio e può continuare a praticare la sua passione. Attualmente ha un contratto con il Bolshoi.

Progetto Axé e Fiorella Mannoia

Fiorella Mannoia ha una casa a Salvador. Scopre così la realtà di questa città e il modo in cui le sue strade inghiottono i loro giovani abitanti e decide di diventare testimonial del Progetto Axé.

“Salvador ti rapisce, ti ammalia, con tutte le sue contraddizioni, chi la conosce e la ama capisce l’importanza del progetto Axé. Che va al di là dell’aiuto assistenziale al quale siamo abituati, l’Axé è recupero della dignità perduta, è recupero della speranza, dei sogni.. ai quali tutti abbiamo diritto. Attraverso l’arte, i ragazzi dell’Axé affermano se stessi e la loro personalità, conoscono il confronto, il vivere comune, il rispetto della dignità umana, ma soprattutto… Vengono a contatto con la bellezza, che è l’unica chiave per aprire le porte del cuore.” (Fiorella Mannoia)

Un grande Slam all’85%

Dalla nascita ad oggi, Progetto Axé ha recuperato e reinserito nel mondo familiare, scolastico e sociale oltre 18.000 ragazzi di strada, con un tasso di successo di circa l’85%.

Progetto Axé in Italia

Sebbene la situazione italiana sia fortunatamente lontana da quella brasiliana, il Progetto Axé verrà introdotto anche da noi, con lo scopo di prevenire la criminalità giovanile e l’emarginazione nei contesti sociali più fragili.

“Torno ora da una settimana trascorsa a Palermo, dove abbiamo formato circa trenta educatori. Abbiamo illustrato loro le grandi potenzialità della pedagogia del desiderio. I bambini e i ragazzi feriti nel profondo vanno stimolati continuamente, con strumenti adeguati. Occorre sollecitarli a sognare e a desiderare.
Il desiderio è l’unica prova che una persona è viva.”
(Roberta Giassetti, responsabile in Italia del Progetto Axé)

Axé e il Bridge

Axé Roberta Giassetti e Gianni MedugnoAnche il nostro sport, come l’arte, ha grandi potenzialità educative, dato che, come risulta da studi scientifici, oltre alle capacità di ragionamento e pensiero critico potenzia l’attitudine al lavoro di squadra e le abilità sociali.

Per questo motivo è probabile che il nostro gioco verrà introdotto negli edifici del Progetto Axé con un fine pedagogico.

Significato del nome

La parola Axè deriva da un saluto religioso usato nel candomblè e nell’umbanda e significa energia positiva. Questa espressione è attualmente usata anche dai Capoeristi come saluto e augurio di fortuna e prosperità.

Sito ufficiale del Progetto Axé: http://www.axeitalia.net

 

Francesca Canali

Francesca Canali da alcuni anni è responsabile della trasmissione Vugraph durante i Campionati. Da Gennaio 2013 collabora con la sala stampa della FIGB.

Potrebbero interessarti anche...

Back to top button