Festival di Montegrotto “Carte 2”

Un qualche spiritello, magari fantasma degli antichi, gloriosi autori di bridge, deve avere infestato il Festival di Montegrotto, facendo sì che mani che rappresentano degli autentici classici prendessero forma al tavolo.
Dopo la compressione di taglio di cui all’articolo precedente, ho avuto infatti modo di vedere – o meglio eseguire, essendone stato protagonista diretto – un colpo appena uscito dai “Quaderni” di Roger Trezel (la mano è stata ruotata rispetto all’originale: nella realtà io sedevo in Est).
Un qualche spiritello, magari fantasma degli antichi, gloriosi autori di bridge, deve avere infestato il Festival di Montegrotto, facendo sì che mani che rappresentano degli autentici classici prendessero forma al tavolo.
Dopo la compressione di taglio di cui all’articolo precedente, ho avuto infatti modo di vedere – o meglio eseguire, essendone stato protagonista diretto – un colpo appena uscito dai “Quaderni” di Roger Trezel (la mano è stata ruotata rispetto all’originale: nella realtà io sedevo in Est).
La licita è stata quanto mai semplice: la mia apertura di 1SA (quei 14 mi sembravano più che adatti ad essere rivalutati) è stata passata da tutti. Ovest ha attaccato con la Q.
La situazione sembra quanto mai rosea, dato il fit a , ma, ahimè, a meno che il J non cada nei primi due giri il colore è bloccato! Incassati AQ, dunque, per verificare la distribuzione (e constatare che il J era davvero terzo), come si può fare per venire a capo del problema?
Ebbene, avendoli letti tutti, quei libri, anche in questo caso ho solo dovuto attivare la cella di memoria corrispondente, nella quale era contenuta l’informazione relativa alla necessità di rigiocare ! Quando la difesa ha incassato un altro giro nel colore, ho potuto infatti liberarmi di una delle inopportune
, mentre, in seguito, la figura delle
mi ha protetto dal perdere più di due prese sul ritorno nel colore.
Vi lascio quindi con un consiglio che davo spesso quando insegnavo: siate bridgisticamente colti (se poi lo siete in assoluto, tanto meglio!); i grandi classici possono essere di grande aiuto, e sono inoltre spesso scritti con stile molto piacevole (tra tutti, il più bello e divertente rimane a mio parere “Gioca con il Blue Team”, dell’impareggiabile Pietro Forquet).