
Ogni tanto, cercherò di fornirvi, nelle “Cartoline”, un quadro d’insieme dell’enorme baraccone che costituisce un National Americano, evento che mi trovo a frequentare dal vivo per la prima volta.
In questo ambito, invece, riporterò le mani più interessanti che riuscirò a trovare, fino a proporre interi spezzoni degli incontri più interessanti della Vanderbilt, l’evento principale che prende il via lunedì, per concludersi sabato.
Oggi vi faccio vedere una mano originariamente presentata da Eddie Kantar sul bollettino, mano che ho rielaborato per proporre un tema ulteriore rispetto alla versione del grande californiano.
Accomodatevi in Ovest, dove, dopo la seguente licita:
Attaccate con l’A nel contesto di:
Est segue con il 4 (conto dritto), e Sud col 3, rivelando quindi tre o cinque carte in mano al vostro dirimpettaio (ne avesse una, allora Sud avrebbe una 6-5 e non saremmo qui a discutere sul da farsi).
Dove pensate di trovare le prese necessarie a battere 4 ?
Proviamo a fare due conticini: 14 punti avete voi, e sedici il morto, il che lascia solo dieci punti in giro, e Sud si è permesso di saltare a 2 in risposta al “contro” del compagno.
Una volta di più, non potete assegnare tutti i rimanenti punti al nemico, perché in quel caso non ci sarebbe niente da fare. Est “deve” quindi avere una carta utile, sia il K che il K o la Q
.
Ci sono vari scenari possibili, ma in molti di essi quelle carte sono catturabili da Sud, se solo dovesse scoprire dove si trovano.
Se, infatti, il dichiarante avesse 5 capeggiate dal J, Est avrebbe il K secco; come secco sarebbe il K
se Sud esibisse una 5422, mentre la Q
è catturabile qualunque sia la sua lunghezza.
Le vostre speranze risiedono dunque nel nascondere la vostra forza complessiva, così da evitare che il dichiarante possa contare la mano, ma dovete farlo senza creare sospetti. Se, infatti, smetteste subito di incassare le , Sud, che può rigiocare lui stesso il colore in seguito, avrebbe buoni motivi per avvertire puzza di bruciato.
Proseguite quindi con AKQ , che passano, ed a quel punto continuate con una piccola
!
La manovra ha un nome: Gambetto Grosvenor, ovvero l’offrire all’avversario un regalo che lui non è in grado di accettare, allo scopo di sviarlo sulla strada della lettura della distribuzione.
Questa la mano completa:
Come potete vedere, se Ovest mette banalmente in tavola il K nella quarta presa, Sud, che avrà facilmente dedotto che l’apertore è bilanciato (gli ha visto tre sole carte nel colore di apertura), ed avrà già contato 14 punti alla sua sinistra, non avrà difficoltà a trovare la Q
. Siete d’accordo?
Se sì, allora converrete con me che, qualora con le carte di Ovest foste stati originariamente in possesso di :
avreste dovuto tornare con il K !
Ma questo non basta, perché Sud, per cercare di vedere il vostro bluff, potrebbe rigiocare nel colore per indurre Est a coprire se in possesso della Q, ed il vostro compagno dovrebbe essere tanto lungimirante da resistere alla tentazione di farlo.
Inoltre, si potrebbe allora obbiettare che il dichiarante, forte quanto voi ed al corrente delle vostre capacità, dovrebbe giocare di conseguenza, assegnandovi la Q quando giocherete piccola
, piazzandola invece in Est quando giocherete il K! E naturalmente, questo gioco di deduzione e controdeduzione può andare avanti all’infinito, senza che si raggiunga una fine.
Gioco davvero difficile, il bridge… .
P.S. Nel problema originario, scritto per principianti, l’unico protagonista era Sud, chiamato a trovare la Q dopo il ritorno di K
, ma scavando – come non di rado capita nel nostro fantastico gioco – ho trovato un tesoro.